Se la consulenza del Mic da 30mila euro è nota, Domani ha trovato altre parcelle a suo favore. Il Maeci le ha girato oltre 6mila euro, più altri 33mila ancora tramite l’istituto italiano in Argentina. Il caso Fondazione Taormina Arte
Puccini contro tutti. Beatrice Venezi per il suo ultimo libro, presentato anche a Roma insieme al parlamentare di Fratelli d’Italia Federico Mollicone, ha scelto un titolo premonitore. Anche la direttrice d’orchestra lucchese e consulente del ministero della Cultura nelle ultime settimane è sotto attacco. A puntarle il dito è Maria Rosaria Boccia che, a suon di post su Instagram, denuncia un presunto conflitto di interessi tra il «maestro» – così come preferisce farsi chiamare Venezi in barba a qualsiasi rideterminazione del femminile – e il dicastero di via del Collegio Romano ai tempi dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano.
Per l’imprenditrice-influencer di Pompei sarebbe quanto meno anomalo che Venezi – 30mila euro di compenso dal Mic per l’incarico di consigliere per la Musica – andasse a dirigere il concerto dell’Orchestra Scarlatti al G7 del 20 settembre. Ma la direttrice ha replicato con un’intervista al Fatto Quotidiano spiegando che per l’evento al parco archeologico pompeiano «non esiste alcun contratto».
Non resta che crederle, nonostante la stessa Orchestra, tramite una nota, abbia confermato che sarà Venezi a dirigere il concerto. Comunque di cose, al Fatto, Beatrice Venezi ne dichiara di diverse. Un esempio? «Sono pagata da chi produce gli eventi, non dal ministero», non ammette sospetti Venezi, grande sostenitrice della premier Giorgia Meloni e figlia di un ex dirigente di Forza Nuova: nel 2021 ha ricevuto anche un premio ad Atreju dai giovani di Fratelli d’Italia.
Contratti
In realtà, a guardare bene, non è proprio come sostiene “il maestro” più amato dai patrioti. A settembre 2023 Venezi ha percepito, infatti, 6.500 euro a titolo di «compenso masterclass e direzione concerto». Da chi? Dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. L’affidamento è diretto e non c’è alcun ente “intermediario”. Poi c’è anche l’Istituto italiano di cultura a Buenos Aires, organismo dello Stato che fa capo sempre al ministero degli Esteri: l’ente risulta stazione appaltante della procedura con oggetto «compenso Beatrice Venezi ciclo Divina Italia Stagione 2024».
La procedura, avviata a giugno e relativa alla manifestazione che vuole ripercorrere il grande patrimonio italiano dell’arte musicale, risulta oggi chiusa. Beatrice Venezi si è aggiudicata i 33mila euro previsti dalla gara e al teatro Colón, a maggio scorso, ha diretto guarda caso la Turandot in tre atti di Puccini.
Solo due anni fa Venezi, che contattata da questo giornale non ha risposto alle nostre domande, era stata, inoltre, nominata dalla regione siciliana direttrice artistica della Fondazione Taormina Arte (incarico che ha lasciato nel 2024), di cui la regione è socia e che gode del partenariato del ministero della Cultura. La nomina di Venezi, al tempo, aveva scatenato la polemica, col sindaco di centrosinistra Bolognari che sosteneva di non essere stato avvertito, nonostante fosse socio della Fondazione, della scelta attuata dalla regione guidata dal fedelissimo di Giorgia Meloni, Nello Musumeci.
Tuttavia, a proposito di potenziali conflitti di interessi, il 26 luglio 2023, dunque a direzione artistica già avviata, la Fondazione aveva indetto una gara da 25mila euro. Oggetto del bando: «Beatrice Venezi Direzioni Musicali». Si tratta del compenso per il ruolo da direttore artistico o è un compenso “aggiuntivo”? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati, e dalla Fondazione fanno sapere: «È possibile che Venezi sia stata stipendiata sia per l’incarico di direttrice artistica sia per aver diretto qualche concerto nell’ambito delle manifestazioni della stessa Fondazione». Un precedente, dunque, rispetto alla vicenda G7?
A ogni modo, proprio a proposito del G7 di Pompei, su Instagram Maria Rosaria Boccia è inarrestabile. E racconta diversi retroscena legati alla grande manifestazione sulla cultura prevista tra pochi giorni. L’imprenditrice sostiene, di fatto, che «l’orchestra pagata dal ministero pagherà a sua volta il maestro, sebbene inizialmente fossero stati previsti due compensi diversi». Poi continua: «Questo è il motivo per cui il compenso dell’orchestra è stato aumentato».
Nel mirino di Boccia anche il libro su Puccini, scritto da Venezi ed edito da Utet. «Il maestro, ospite a Pompei a spese del ministero per la direzione del concerto del G7 – scrive Maria Rosaria Boccia – il 19 settembre avrebbe voluto presentare il suo libro ricevendo un cospicuo compenso. Ma ha annullato l’ospitata solo dopo la sollecitazione dell’ex ministro Sangiuliano che le disse: poiché sei ospite del ministero non puoi svolgere altra attività lavorativa». La direttrice, sempre tramite social, però risponde: «Per ciò che mi riguarda non ho mai preso un centesimo per le presentazioni dei miei libri. Le ho sempre fatte a titolo gratuito».
Fatto sta, titolo gratuito o meno, che il tour “letterario” su Puccini non farà tappa, al contrario di quanto inizialmente programmato, nella città degli scavi. Previste presentazioni in Calabria, a Lucca e a Messina. Martedì 17 l’appuntamento con Venezi e il suo volume, come si diceva, è andato invece in scena a Roma, a pochi passi da Colle Oppio, luogo evocativo della destra sociale romana. Con la direttrice d’orchestra era presente il presidente meloniano della commissione Cultura: Mollicone. Conversazione (davanti a pochi intimi), sui cento anni dalla morte del compositore della Turandot e Madama Butterfly. Mollicone e Venezi s’erano già incontrati in occasione del premio ad Atreju. E poi il parlamentare aveva difeso la direttrice quando era stata fischiata a Nizza, durante un concerto, al grido di “Venezi neofascista”. «Polemiche grottesche», aveva chiosato Mollicone. Che oggi continua a supportare Venezi. Prove generali per il G7?
Diritto di replica
Gentile Direttore,
in relazione all’articolo pubblicato ieri sul Domani “Venezi e la consulenza da Tajani. I contratti del ’maestro’ di FdI” desidero fornire alcune precisazioni a beneficio dei Vostri lettori.
L’articolo in questione fa riferimento a due compensi percepiti dal Maestro Beatrice Venezi: 6.500 euro dal Ministero degli Esteri per masterclass e direzione concerto e 33mila euro dall’Istituto di Cultura di Buenos Aires per la direzione della Turandot al teatro Colòn della capitale argentina.
Come già dichiarato oggi stesso dal Ministro Tajani, il Maestro Venezi non rientra nel novero dei suoi consulenti, i cui nomi sono tutti pubblici. Aggiungo, inoltre, che Venezi non ha mai diretto concerti sulla base di contratti firmati direttamente con la Farnesina. Analogamente a tanti altri musicisti, ha invece stabilito contatti con alcuni Istituti di Cultura nel mondo e offerto direttamente le prestazioni artistiche, ricevendo in alcuni casi riscontri positivi.
Quanto alla citata somma di 6.500 Euro, segnalo che nel mese di settembre del 2023 il Maestro Venezi si è esibita a Yogyakarta, in Indonesia, dove ha tenuto lezioni per quattro giorni agli studenti di musica e ha poi diretto l’orchestra giovanile locale. Il compenso per tutte le attività svolte (docenza e direzione dell’orchestra) è stato appunto di 6.500 Euro, comprensivi delle spese di viaggio intercontinentale e soggiorno, mentre i costi per l’orchestra, la comunicazione e le altre spese accessorie sono stati coperti dalle controparti locali. È perciò questa la spesa cui fa riferimento l’articolo: una somma in linea con il valore complessivo della prestazione professionale effettuata da Venezi.
Quanto al compenso di 33mila euro erogato dall’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires (che come tutti gli altri 86 Istituti della nostra rete nel mondo dipende dalla Farnesina), segnalo che si è trattato di un incarico affidato sulla base del Codice degli appalti. Si tratta di una procedura ordinaria, seguita per la realizzazione di tutti gli eventi organizzati dai nostri Istituti, nel rispetto dei principi di imparzialità, alternanza e diversificazione tra fornitori e prestatori di servizi contemplati dalla normativa italiana. Le esibizioni di Venezi quest’anno a Buenos Aires sono state cinque e le relative spese sono state condivise con due teatri dove si sono svolti i concerti: il Teatro Colòn e il Teatro Coliseum.
Nel ringraziarla per l’attenzione, Le invio i miei cordiali saluti.
Niccolò Fontana, capo del servizio Stampa della Farnesina
Risponde Enrica Riera: Prendiamo atto della lettera di precisazioni, che tuttavia conferma integralmente gli affidamenti, le cifre citate e dunque le notizie pubblicate da Domani.
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