Una combinazione tra fattori economici, climatici e geopolitici ha portato il prezzo del cacao a schizzare verso l’alto a causa di un grosso squilibrio tra domanda e offerta. Il deficit è destinato ad aumentare sia per l’imprevedibilità del clima sia per il picco di richieste di prodotti qualitativamente migliori, quindi più ricchi di cacao
Tempi difficili per gli amanti del cioccolato, che con l’avvicinarsi delle festività natalizie si apprestano a pagare il conto più salato di sempre. Negli ultimi dodici mesi infatti, il prezzo del cacao ha registrato una crescita impressionante, mettendo sotto pressione i mercati globali e i produttori di dolciumi.
Secondo i dati più recenti, il prezzo del cacao è salito di quasi il 200 per cento nell’arco di un anno, raggiungendo il suo massimo storico di circa 11.800 dollari per tonnellata: valeva poco più di 4000 dollari un anno fa. Questo incremento pone serissime preoccupazioni per l'industria alimentare e i consumatori. Anche perché questa crescita vertiginosa non sembra destinata a essere un fenomeno passeggero: le sue cause che lo scaturiscono, su tutte i cambiamenti climatici, sono qui per restare.
Le cause
Per quale ragione il prezzo del cacao è lievitato negli ultimi dodici mesi? Il forte aumento dei prezzi di questa materia prima è attribuibile principalmente a una combinazione di fattori economici, climatici e geopolitici. La principale area di produzione di cacao è infatti l'Africa occidentale, e si concentra in particolare in paesi come la Costa d'Avorio e il Ghana, che insieme rappresentano oltre il 60 per cento della produzione mondiale.
In quest’area si sono verificati eventi climatici estremi, come siccità prolungate e piogge torrenziali, che hanno ridotto significativamente i raccolti nel 2024 e si sono tradotti in un drastico calo dell'offerta globale. Questi eventi, a causa dei cambiamenti climatici, sono destinati a essere sempre più frequenti in futuro, e di conseguenza a far salire ulteriormente il prezzo del cacao. Alla crisi climatica si aggiunge poi l'incremento del prezzo dell'energia, dei fertilizzanti e della manodopera, che ha reso più costosa la coltivazione del cacao e ha spinto molti produttori a ridurre la quantità di superfici coltivate.
Al calo dell'offerta però non ha fatto seguito una diminuzione della domanda: al contrario, a livello globale la domanda di cacao continua a crescere, trainata dai principali mercati emergenti come Cina e India, dove il consumo di cioccolato è in costante aumento anno dopo anno.
A tutti questi fattori si somma inevitabilmente la speculazione finanziaria: gli operatori di mercato, fiutando l’affare derivante dalla crescita del valore di questa commodity agricola, hanno intensificato le attività speculative sui futures del cacao, spingendo i prezzi ulteriormente al rialzo. Gli operatori finanziari infatti spesso acquistano contratti futures su varie materie prime - come l’oro, l’argento, il caffè e il cacao - come copertura contro l'inflazione o per trarre profitto dai movimenti di mercato.
Tutti questi prodotti hanno registrato incrementi significativi nell’ultimo anno, ritoccando al rialzo i rispettivi record. Questo fenomeno, tuttavia, contribuisce ad amplificare la volatilità dei prezzi, rendendo difficile per i produttori e i trasformatori pianificare le loro attività. Inoltre, i guadagni speculativi avvengono a scapito di una filiera già sotto pressione, con effetti a cascata sui consumatori finali: in questo contesto, contraddistinto da un’offerta limitata, gli investitori hanno considerato il cacao un importante asset rifugio, aumentando così sensibilmente la pressione sui prezzi.
L'impatto sui dolciumi
L'aumento del costo del cacao ha avuto inevitabilmente un effetto diretto sui prezzi di cioccolatini, biscotti e altri dolciumi a base di cioccolato. Già durante l’anno, i principali produttori mondiali, come Nestlé, Ferrero e Mondelez, hanno annunciato rincari medi del 10-15 per cento sui loro prodotti. Le festività natalizie, periodo clou per il consumo di dolci, rischiano di diventare ancora più costose: il prezzo di una confezione di cioccolatini è aumentato in media del 20 per cento rispetto al 2023.
Questo scenario è particolarmente significativo per le famiglie, che vedono sensibilmente ridotto il loro potere d’acquisto e potrebbero per questo motivo ridurre la spesa per le merendine a base di cacao e per i dolci tradizionali al cioccolato, optando per alternative meno costose. In un periodo come quello natalizio, dove le spese per questa tipologie di prodotti raggiunge il picco, gli effetti potrebbero essere ancora più evidenti. Inoltre, i piccoli produttori artigianali, meno capaci di assorbire l’aumento dei costi delle materie prime, si trovano in forte difficoltà nel competere con i grandi marchi, aggravando ulteriormente l’impatto sui consumatori.
Una crescita inarrestabile?
Se il presente definisce questo scenario di grande difficoltà, le prospettive per il futuro non sono migliori, e indicano un ulteriore aumento dei prezzi del cacao. Le ragioni sono molteplici: in primis la riduzione delle riserve globali dovute al calo della produzione, a sua volta conseguenza dei cambiamenti climatici.
Le scorte di cacao sono infatti ai minimi storici, e l'attuale deficit tra domanda e offerta è destinato a persistere almeno fino al 2025, e la previsione di condizioni climatiche sempre più imprevedibili rischia di compromettere ulteriormente i raccolti, aggravandone la scarsità. A questo si aggiungono gli investimenti insufficienti nella produzione, dato che nei principali paesi produttori dell’africa occidentale la mancanza di investimenti in infrastrutture agricole e tecnologie moderne limita la capacità di aumentare i rendimenti.
Un altro elemento da non sottovalutare è il cambiamento strutturale nella domanda: il crescente interesse per il cioccolato fondente e per i prodotti biologici e di alta qualità, che richiedono un maggiore quantitativo di cacao per unità di prodotto, sta aumentando la pressione sulla filiera produttiva. Tutto questo non può che alimentare le dinamiche speculative: con una situazione di offerta limitata, i mercati finanziari continueranno a sfruttare le opportunità speculative, mantenendo alta la volatilità del prezzo del cacao. E i dolci al cioccolato che tanto amiamo, e di cui siamo ormai abituati a disporre in abbondanza, rischiano di tramutarsi in bene di lusso in un futuro non troppo remoto.
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