È la data fatidica in cui i docenti si vedranno rimpinguare il portafoglio virtuale del bonus docenti: arrivano oggi i 500 euro previsti solo per i docenti di ruolo che servono per la formazione individuale e l’acquisto di materiali.

Da insegnanti, si attende l’arrivo della carta del docente un po’ come da bambini si attendeva l’arrivo di Babbo Natale, anche se senza una data fissa. E quelli che stanno per arrivare non sono regali, ma soldi che consentono di concedersi il lusso – ormai è tale – di acquistare materiali necessari alla propria didattica. Un bonus di 500 euro che sono sicuramente considerati una manna dal cielo in un periodo in cui il costo della vita è sempre maggiore e gli stipendi ancora fermi a un contratto nazionale di tre anni fa, ma che purtroppo è destinato a una parte: i docenti di ruolo, coloro che possono vantare un contratto a tempo indeterminato.

Lo scorso anno l’iniziativa era stata estesa anche a quelli che erano in possesso di un contratto fino al 31 agosto – docenti che seppur precari normalmente possono vantare una continuità didattica – ma quest’anno è tornata a essere riservata, come previsto dalla legge 107/2015, agli assunti in ruolo, mentre il numero di supplenti in cattedra non è mai stato così alto.

Il tutto avviene in contrasto con quanto decretato dal Consiglio di Stato a marzo 2022, che stabiliva di estendere la misura anche ai precari, perché «non vi può essere una formazione a “doppia trazione”, tra docenti di ruolo e non di ruolo, poiché la qualità dell’insegnamento è basata sulle pari opportunità formative e di miglioramento professionale garantite anche dalla Carta del docente».

All’epoca furono accolte le piogge di ricorsi di docenti a tempo determinato che negli anni del Covid si dovettero sobbarcare le spese di acquisto di dispostivi idonei alla didattica a distanza nonostante la qualità dell’insegnamento richiesta fosse la stessa dei colleghi a tempo indeterminato.

La possibilità di recuperare il credito per tutti i docenti precari è ancora attiva, ed è retroattiva di 5 anni, quindi i docenti che ottengono una sentenza favorevole da parte del giudice del lavoro possono vantare un credito dai 500 ai 2.500 euro. Alcuni tra le migliaia di ricorsi sono stati vinti già da due anni ma i diretti interessati non hanno ricevuto nessun accredito e sul sito della Carta del docente si veniva invitati da un annuncio ad attendere i tempi tecnici di accredito, ora scomparso e sostituito da un avviso che l’iniziativa ripartirà il 14 ottobre 2024 alle ore 14.

La Carta del docente arriva in ritardo di sei settimane rispetto all’inizio dell’anno scolastico, avvenuto il 2 settembre, quando i docenti sono in classe senza alunni e il momento è quello più indicato per capire di cosa si ha necessità per i mesi futuri e acquistare il necessario: nuovi volumi – i testi scolastici hanno subìto un aumento del 18 per cento rispetto al 2023 – sulla base della programmazione annuale che spesso servono per integrazioni e approfondimenti, passando per la possibilità di iscriversi a corsi di formazione molto ambiti o nel caso dei gradi inferiori, procurarsi materiali di cancelleria che non sempre le scuole forniscono ma che sono necessari per l’avvio delle attività didattiche che coinvolgono i più piccoli e che spesso i maestri mettono di tasca propria.

Se le pari opportunità tra docenti di ruolo e precari ancora non esistono in questo frangente, almeno si è tutti uguali davanti al ritardo con cui l’iniziativa prende il via: quest’anno viene battuto il record dell’attivazione nel mese di ottobre rispetto al 27 settembre dello scorso anno e il 21 settembre del 2022, quando servirebbe semmai un’inversione di marcia, che anticipi l’iniziativa anziché ritardarla.

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