La protesta del Pd: «Una vera e propria provocazione per una città civile e democratica, ferita da una strage neofascista 50 anni fa. È intollerabile e preoccupante che questi gruppuscoli di estremisti rialzino la testa, sfidando a viso aperto le forze democratiche del paese»
Al grido di «Brescia è nostra e ci appartiene» centinaia di neofascisti hanno sfilato per le vie della città lombarda nella serata di venerdì 13 dicembre. L’appuntamento è stato lanciato dal coordinamento composto da Brescia ai Bresciani, CasaPound, Comunità Militante Brescia, Nazionalisti Camuni, Rete dei Patrioti e Veneto Fronte Skinheads, come si legge nel comunicato stampa. Il corteo è partito alle 20.30 da parco Gallo ed è arrivato a piazzale della Stazione attraversando il quartiere di via Corsica.
Dopo la parata di Bologna i gruppi neofascisti sfilano un’altra volta inneggiando cori contro «un’immigrazione di massa fuori controllo». I video sono rimbalzati nelle chat dei comitati di quartiere attraversati dal corteo provocando segno tra associazioni e società civile. «Una vera e propria provocazione per una città civile e democratica, ferita da una strage neofascista 50 anni fa. È intollerabile e preoccupante che questi gruppuscoli di estremisti rialzino la testa, sfidando a viso aperto le forze democratiche del paese, forse approfittando di un clima che sentono meno ostile di un tempo. Mi auguro che tutte le forze politiche della città facciano cordone sanitario per isolare e rendere irrilevanti questi rigurgiti di un passato che ha segnato così pesantemente la città e il paese». Ha commentato il senatore bresciano Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia a Palazzo Madama e figlio di una delle vittime di piazza della Loggia.
L’allarme era stato lanciato nei giorni scorsi da Dino Greco, della direzione nazionale di Rifondazione comunista, come riportato dalla testata locale Qui Brescia. «Questa gente inneggia al fascismo come ‘ideologia del domani’, e sa di poter contare su un ampio ombrello protettivo che trova solidi agganci nel governo e in segmenti delle istituzioni del Paese». Greco ha anche chiesto l'intervento delle istituzioni: «Se il prefetto, il questore e la sindaca della città non trovano nulla da dire, e soprattutto da fare, quando a Brescia si promuovono manifestazioni neofasciste, è un chiaro segnale di debolezza»
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