Il governo starebbe riflettendo su un cambio di destinazione d’uso dei centri di detenzione per migranti costruiti dall’Italia nel nord dell’Albania. È quanto emerso su diversi organi di stampa. Il deputato di Più Europa Riccardo Magi ha sollevato il tema al question time alla Camera chiedendo, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, se sia o meno parte dei piani del governo la possibilità di trasferire in quelle strutture, oggi vuote in attesa della decisione della Cassazione e della Corte di giustizia dell’Ue, cittadini di nazionalità albanese attualmente detenuti negli istituti penitenziari italiani. 

La premier Giorgia Meloni aveva negato questa possibilità in un’intervista a Quarta Repubblica su Retequattro il 2 novembre: «L’Albania funzionerà. Io non prendo impegni che non ritengo di poter mantenere», aveva detto, sostenendo che «ci sono delle soluzioni» e precisando che il governo ci sta lavorando. «Farò tutto quello che devo fare per farlo funzionare», aveva aggiunto. 

In aula invece Piantedosi non ha risposto in merito alla riconversione. Ha invece posto l’accento sul «forte interesse registrato da 15 paesi europei», sottolineando come la stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen abbia invitato gli stati a esplorare l’idea di sviluppare hub di rimpatrio fuori dall’Ue e stia guardando con grande attenzione a ciò che l’Italia sta facendo in Albania. 

Secondo Piantedosi, il costo della realizzazione dei centri in Albania – formalmente di 650 milioni di euro, ma che ha raggiunto verosimilmente un miliardo – avrebbe l’obiettivo di abbattere le spese dell’accoglienza, che ammonterebbero a «2 miliardi di euro». Il ministro definisce gli 880 posti creati oltre Adriatico «un’opportunità». Il governo – aggiunge – «è al lavoro per mettere a punto soluzioni per superare gli ostacoli incontrati e di consentirne la piena funzionalità consapevoli della complessità di un’operazione che presenta profili inediti e fortemente innovativi». 

Finora sono state portate in Albania in tutto 24 persone, e solo 19 sono transitate dal centro di trattenimento per richiedenti asilo di Gjader. Sono poi rientrate tutte in Italia dopo la decisione della sezione specializzata del tribunale di Roma di non convalidare, per il primo gruppo, il trattenimento e, per il secondo gruppo, di rinviare la questione alla Corte di giustizia dell’Unione europea, per risolvere il contrasto tra le norme italiane ed europee in tema di Paesi sicuri. 

«Abbiamo ascoltato», ha risposto Magi, «il ministro dell’Interno del governo Meloni leggere in maniera molto precipitosa e un po’ affannata una serie di informazioni che però non consentono una risposta alla domanda che gli abbiamo posto». E aggiunge: «Evidentemente il governo vuole lasciarsi aperta questa via in un futuro magari non troppo lontano». 

Magi ha poi fatto notare che la spesa di un miliardo di euro quantificata «per il deserto vuoto centro in Albania» va ad aggiungersi alle spese per l’accoglienza sul territorio italiano. 

«La verità», conclude Magi, «è che avete mentito ai cittadini italiani quando avete detto che quella del centro in Albania era una soluzione definitiva al problema dei migranti irregolari nel nostro paese. La verità è che avete mentito ai cittadini italiani quando avete detto che i tribunali impedivano, con le loro decisioni, di rimpatriare le persone. Non c’entra nulla. Come voi sapete, l’unico modo per rimpatriare le persone è fare un numero maggiore di accordi di rimpatrio con i paesi di origine. Su questo il governo è abbastanza fermo». 

Secondo il segretario di Più Europa, il fallimento del governo emerge da due elementi: i centri in Albania sono vuoti e l’esecutivo ha approvato «ben otto decreti in materia migratoria». 

© Riproduzione riservata