Dopo la manifestazione davanti al ministero dell’Istruzione di venerdì 3 gennaio per chiedere la stabilizzazione, parla il segretario della Gilda degli insegnanti, Vito Carlo Castellana, che si batte per un reclutamento certo: «Va ripensata la formazione: non siamo un bancomat a cui enti e università possono attingere. I sindacati? Non siano al servizio della burocrazia»
Il 2025 è iniziato con una manifestazione dei docenti precari di sostegno, che venerdì 3 gennaio sono scesi in piazza a Roma, davanti al ministero dell'Istruzione e del Merito, per chiedere la stabilizzazione. Al loro fianco c'erano i comitati e i sindacati, fra cui la Gilda degli Insegnanti, rappresentata dal segretario, Vito Carlo Castellana.
Cosa fa la Gilda per aiutare i docenti precari di sostegno?
Da anni la Gilda si batte non solo per i docenti precari di sostegno ma per tutti i precari, perché ci sia un reclutamento certo e non improvvisato. Chiediamo che i percorsi di specializzazione siano seri, che premino la qualità dell'insegnamento e, soprattutto, che non ci siano cambiamenti continui di reclutamento o di forme di specializzazione e abilitazione a ogni avvicendamento di governo.
La legge 106/2024 ha creato una disparità tra docenti specializzati con 60 crediti formativi universitari (cfu), dopo un percorso in presenza, e quelli che potranno specializzarsi con 30 cfu, dopo un percorso coordinato da Indire, da svolgere anche online. Cosa ne pensate?
Pensiamo che ancora una volta il mondo della scuola è considerato un bancomat al quale attingono i vari enti di formazione e le università.
Non credete che le università dovrebbero opporsi a percorsi di formazione online?
Le università non solo dovrebbero iniziare ad opporsi ad una formazione online indiscriminata e spesso di bassa qualità, ma dovrebbero anche pensare alla formazione docenti in modo diverso, passando attraverso il mondo della scuola, coinvolgendo gli insegnanti che hanno esperienza diretta e le scuole che conoscono le vere esigenze del territorio e degli studenti.
Quale sarebbe il sistema migliore di reclutamento, secondo voi?
A medio e lungo termine si deve ritornare ad un sistema concorsuale con una formazione gratuita per gli insegnanti. Nell'immediato, invece, occorre adoperare un doppio canale assumendo da GPS I Fascia tutti gli specializzati e abilitati e attingendo da tutte le graduatorie concorsuali di merito esistenti, come per esempio il concorso del 2020, ma anche creando graduatorie di merito per i concorsi Pnrr che certamente non hanno brillato per trasparenza. Conosciamo, infatti, solo la graduatoria dei vincitori e non quella generale.
I sindacati non hanno finito per trasformarsi in centri servizi per compilare domande e istanze sempre crescenti, utili soltanto al predominio della burocrazia?
Denuncio questo problema da anni, anche e soprattutto quando svolgevo attività sindacale sul territorio. Soprattutto il mondo della scuola è stato oberato da molestie burocratiche che spesso necessitano di uno specialista che ti aiuti a compilare le varie domande. Solo per fare un esempio, nonostante l'amministrazione sia in possesso di tutti i nostri dati, ogni qualvolta si deve compilare una domanda di mobilità, si deve inserire tramite autocertificazione tutto ciò che viene dichiarato, pena perdita di punti e la possibilità di trasferimento. Sembra quasi che tutto questo sia stato creato ad hoc, in maniera tale che i sindacati si trasformino in patronati e soprattutto non abbiano tempo per occuparsi delle politiche sindacali.
Che fine ha fatto la conflittualità che ha condotto alla conquista dello Statuto dei lavoratori e ai decreti delegati?
Ormai ci sono sistematicamente scadenze burocratiche, come domande di concorsi o mobilità in periodi in cui non dovrebbero esserci, come la settimana di Ferragosto o tra Natale e Capodanno. Situazione aggravata anche dall'idea che il sindacato sia soprattutto un ufficio legale che alimenta il ricorsificio. Tutto questo è inaccettabile e ha anche leso negli anni la credibilità del sindacato che è per forza di cose coinvolto in questo sistema, perché deve fornire servizi e se non lo fa la conseguenza è che perde iscritti e di conseguenza peso politico. Noi, nonostante le difficoltà, cerchiamo da sempre di non inseguire il ricorso facile e, con coerenza, certe volte anche con scelte impopolari, promuoviamo soluzioni che riteniamo portino a una valorizzazione della professionalità del personale docente e non docente, per una scuola di qualità.
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