Era agli arresti domiciliari dallo scorso mese di ottobre. L’ispettore aveva lasciato la polizia, anche a causa della condanna del 2008 per i rapporti con un collaboratore di giustizia. Un curriculum caratterizzato dalla liberazione di Cesare Casella fino all’arresto del serial killer Profeta. Decisivo il suo contributo alla risoluzione del caso sul delitto Gucci. Poi il caso Equalize
Carmine Gallo, 67 anni, tra i principali indagati dell’inchiesta della procura di Milano sui presunti dossieraggi è morto oggi, domenica 9 marzo, per un malore, probabilmente un infarto. L’ex superpoliziotto era agli arresti domiciliari dallo scorso mese di ottobre. Il prossimo 19 marzo il Riesame si sarebbe pronunciato sul ricorso dei pm relativo all’inasprimento della misura cautelare. «Siamo senza parole», dicono a Domani i legali di Gallo.
Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia. «Ho sempre lavorato per le istituzioni», aveva dettosi seguito di un primo interrogatorio il militare a capo, insieme all’autosospeso presidente della fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali, dell’agenzia Equalize al centro delle indagini.
L’accusa ha sostenuto che Gallo fosse il punto di riferimento alla società, diventata una centrale di spionaggio e dossieraggio. Lui aveva sempre rivendicato la propria innocenza: «Sono un servitore dello Stato», aveva detto.
IL PROFILO
L’ispettore aveva ormai lasciato la polizia, anche a causa della condanna del 2008 per i rapporti con un collaboratore di giustizia. Il suo un curriculum caratterizzato dalla liberazione di Cesare Casella fino all’arresto del serial killer Profeta. E poi il 1997, anno per lui cruciale. Fu proprio allora infatti che Patrizia Reggiani, meglio conosciuta come Lady Gucci, varcò le porte del carcere per l’omicidio dell’ex marito Maurizio, scortata proprio da Carmine Gallo. E cioè dal poliziotto che contribuì a risolvere il caso sul delitto del presidente della celebre maison di moda.
«Non so ancora chi mi interpreterà», aveva detto Gallo al Guardian che due anni fa lo intervistò in occasione dell’uscita del film di Ridley Scott sulla famiglia di imprenditori milanesi. «Spero Al Pacino», continuava l’ispettore originario di Gragnano. Ignaro che di Serpico, in futuro, ci sarebbe stata solo la banca dati violata, secondo i pm meneghini, dalla squadra di Equalize.
Proprio nell’inchiesta sugli spioni di via Pattari, all’ombra del Duomo di Milano, gli investigatori avevano definito Gallo «braccio operativo» di Pazzali. E le intercettazioni all’interno dell’ordinanza lo hanno testimoniato.
«Report gratis non ne escono più a nessuno…», dice un “affiliato” all’organizzazione di presunte spie. E Gallo risponde: «”Neanche per il Presidente…”».
«Subito dopo Gallo - si legge ancora nelle carte giudiziarie - commenta la quantità di report che ha dovuto realizzare per soddisfare le esigenze personali di Pazzali».
«Se ti faccio vedere i report di Enrico… 200... ne ho fatti a migliaia ho fatto di report a Enrico…», dirà sempre Gallo rimarcando l’importanza del proprio «archivio personale».
Tanti dunque gli interrogativi legati a questa storia, fatta di spioni, intrecci con la politica e finanche, sembrerebbe, coi servizi segreti. Ma le risposte ai molti segreti vanno via con Carmine Gallo, scomparso nella sua casa in provincia di Milano.
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