La tutela dei diritti delle donne, il contrasto alla violenza di genere e la necessità di risanare il gap tra i generi sono stati tra i temi principali del question time che si è tenuto martedì 5 marzo alla Camera dei Deputati, in vista dell’8 marzo, la giornata internazionale istituita per ricordare l’importanza dell’emancipazione femminile. Durante la discussione, i ministri degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, dell'Interno, Matteo Piantedosi e la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella hanno risposto in diretta tv alle interrogazioni dei parlamentari: da Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra a Catia Polidori di Forza Italia con l’obiettivo mettere in luce il lavoro fatto dall’Italia nel promuovere la lotta alla violenza e l’uguaglianza tra i generi.

In Afghanistan, dove, secondo quanto ha risposto il ministro Tajani all’interrogazione della deputata Zanella sulla necessità di riconoscimento da parte della comunità internazionale del crimine di apartheid di genere, l’Italia è impegnata per migliorare le condizioni delle donne e delle bambine: «Noi non intratteniamo relazioni diplomatiche con Kabul dal ritorno al potere dei talebani. Portiamo avanti contatti pragmatici con le autorità di fatto solo nel quadro della nostra azione prioritaria di riduzione dell’immigrazione irregolare, di contrasto ai trafficanti di esseri umani e per facilitare le attività di assistenza umanitaria in loco».

Gli arresti ma non l’educazione

Ma durante il question time si è parlato soprattutto di contrasto alla violenza di genere in Italia. Da un lato Piantedosi ha messo in luce i risultati raggiunti nell’ultimo anno in termini di ammonimenti per violenza domestica: «Nel 2024 sono stati adottati 2.746 ammonimenti per stalking o revenge porn, con un aumento del 44 per cento rispetto all'anno precedente mentre 5.858 sono stati quelli adottati per violenze in ambito domestico, con un incremento del 126 per cento. Sono stati, inoltre, 415 gli arresti in flagranza differita applicati grazie alle nuove disposizioni normative». Dall’altro lato, la deputata Stefania Ascari, del Movimento 5 Stelle, ha fatto notare come applicare la legge non possa essere un vanto, bensì dovrebbe essere la normalità. Così come pretendere che siano risolte le problematiche che impediscono, in alcuni casi, il corretto funzionamento dei braccialetti elettronici anti-stalking.

Per Ascari, per contrastare la violenza di genere non servono le chiacchiere ma interventi seri, che gettino la base per una trasformazione culturale: «I dati sulla violenza di genere sono ancora estremamente allarmanti e sono addirittura in aumento i reati spia come lo stalking e i maltrattamenti in famiglia. Volevamo sapere dal Ministro quali fossero le strategie del governo per contrastare un fenomeno che è tutt'altro che sopito. Non stupisce, però, la sua risposta totalmente insufficiente e inadeguata», evidenzia la deputata 5 stelle: «Va introdotta l'educazione affettiva e sessuale dai primi banchi di scuola e fornito un alfabeto gentile delle emozioni. Questo è il passo di civiltà che salverebbe l'Italia dal medioevo in cui il governo la vuole lasciare».

Roccella e il lavoro femminile

Ad avere una visione opposta della situazione nel Paese e di cosa significhi creare opportunità per le donne ci sono anche la ministra Roccella e le deputate Chiara Gribaudo del Pd e Maria Elena Boschi di Italia Viva. Per Roccella non è un caso che sia stato il primo governo guidato da una donna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «a sfondare il tetto di cristallo. Sul fronte della conciliazione dei tempi vita-lavoro abbiamo portato a tre mesi il congedo parentale, reso di fatto gratuiti gli asili nido, rifinanziato i centri estivi, introdotto la decontribuzione per le madri lavoratrici e gli sgravi per le assunzioni delle donne», ha spiegato la ministra rispondendo alla domanda della deputata di Fratelli d’Italia Immacolata Zurzolo che ha evidenziato il doppio record raggiunto dall’Italia secondo i dati Istat: oltre 10 milioni di donne che lavorano e il tasso di occupazione femminile che si alza al 53 per cento.

Secondo Boschi e Gribaudo invece, la realtà è ben diversa: «La ministra parla di dati positivi sull'occupazione femminile ma nasconde che la crescita è legata al lavoro precario e povero. La verità è che questo governo non ha alcuna intenzione di occuparsi del gap tra donne e uomini nel mercato del lavoro e i suoi ministri preferiscono rilasciare interviste sul gender», risponde la deputata dem. Mentre Boschi sottolinea come «l’Italia sia all'ultimo posto per l’occupazione femminile rispetto ai 27 paesi europei e una donna su cinque rinuncia al lavoro alla nascita del primo figlio perché mancano le infrastrutture, mentre il governo ha deciso di definanziare gli asili nido. Le donne italiane guadagnano il 28 per cento in meno rispetto agli uomini, con evidenti ripercussioni anche sulle pensioni. Questa è la realtà».

© Riproduzione riservata