Fermi, frizzanti, leggeri, corposi, secchi, dolci e passiti. Rossi, bianchi e rosati. Caratteristiche diverse per i trentadue vini presenti a Casa Italia Parigi 2024, l’hospitality house allestita nel villaggio olimpico, nonché a Casa Italia delle Paralimpiadi.

Le etichette rappresentative di ventinove cantine del Belpaese - e soprattutto del “Made in Italy” in riva alla Senna - hanno comunque un minimo comune denominatore: sono state scelte per conto del Coni dalla Lt Wine & Food advisory. E cioè dalla società di consulenza dei produttori vitivinicoli che fa capo a Lorenzo Tersi, da sempre con un piede nel mondo del vino e un altro in quello dello sport.

Nessun bando dunque. Nessuna gara tra cantine per piazzare il proprio prodotto all’interno della carta dei vini targata giochi olimpici e, pertanto, nell’ambito di una manifestazione importante, di pregio e dalla risonanza internazionale.

In altre parole il Coni, guidato da Giovanni Malagò, ha incaricato, per la selezione, la società di consulenza del romagnolo Tersi che, sul suo sito ufficiale, viene descritta come realtà dalla «lunga esperienza negli eventi sportivi più prestigiosi del Paese, già al fianco della Federazione Italiana Giuoco Calcio». Recentemente in qualità di Wine Advisory la società ha d’altronde assistito la Ryder Cup Italy 2023, la più importante manifestazione golfistica mondiale ospitata lo scorso anno a Roma.

Amicizia d’annata

Tutto lecito, certo, ma l’assenza di una procedura di gara va a raccontare ancora una volta una vicenda “all’italiana”, dove sembrerebbe che a spuntarla invece che la trasparenza sia l’amicizia. Quella tra Tersi, tra le personalità più influenti nel mondo del vino, e Malagò è tra l’altro d’annata. Entrambi frequentano lo storico ed esclusivo circolo dei canottieri Aniene di Roma: Malagò ne è presidente onorario, Tersi socio.

Tuttavia le loro strade non si sono incrociate solo negli spogliatoi o nell’immenso parco del circolo capitolino che risale all’Ottocento. Basti di fatto pensare che lo stesso Tersi nel 2020 viene nominato dal locale comune coordinatore del Cesena Sport City: un comitato con membri d’eccezione. Tra questi, esponenti del Coni nazionale e, tra gli altri, dell’istituto di credito sportivo nella persona dell’ex presidente, Andrea Abodi, oggi ministro dello Sport.

La selezione

Nessun criterio, si diceva, viene dunque specificato, almeno con dettaglio, nella nota che dà la notizia sulla selezione delle etichette per le Olimpiadi da parte della Lt Wine & Food advisory, con il coordinamento degli esperti di vino Luciano Ferraro, vice direttore del Corriere della Sera, e Valentina Fanti per Casa Italia.

Viene solo sottolineato che i vini provengono da ogni regione italiana (certo, con un pizzico di disparità, considerato che alcuni territori sono rappresentati da più vini e cantine, al contrario di altri).

Quelli rappresentativi dell’Emilia Romagna, per esempio, sono vini “vicini” a Tersi. Ce n’è uno afferente a Poderi dal Nespoli, l’azienda agricola di Forlì-Cesena di cui lo stesso Tersi è stato partner e di cui ha posto le basi del rilancio.

Ma c’è anche il Reggiano Lambrusco Spumante Dop “Rubino del Cerro” 2022 della Venturini Baldini, tenuta storica di cui Tersi - si legge nel suo curriculum - è presidente del consiglio di amministrazione. Nella lista risulta, poi, Feudi di San Gregorio – Greco di tufo Docg 2023. E Feudi di San Gregorio, cantina nel comune di Sorbo Serpico sulle colline dell’Irpinia, è tra i “clienti”, insieme a Italo Treni per citarne un altro, della Lt Wine & Food Advisory. Si gioca, insomma, in casa. Sono i vini, in altre parole, di “casa propria” che, nei giorni delle Olimpiadi, possono essere degustati dalle più alte cariche istituzionali.

I criteri

Questo giornale ha chiesto spiegazioni sia a Lorenzo Tersi sia al Coni. Il comitato olimpico nazionale italiano si è limitato a confermare «l’affidamento diretto, verso cui si è optato perché sotto soglia». Tersi, invece, ha detto che, pur senza bando, «la selezione delle etichette è avvenuta grazie a un team di esperti qualificati, seguendo diversi criteri come la rappresentanza regionale» e privilegiando «le eccellenze dei vari territori, ma anche le piccole esperienze, i grandi marchi e le famiglie storiche».

E l’amicizia con Malagò? I più maliziosi potrebbero d’altronde storcere il naso, lamentando “poca trasparenza”. Ma per Lorenzo Tersi della società di consulenza selezionatrice sembrerebbe essere un fatto assolutamente normale.

«Il presidente Giovanni Malagò - risponde Tersi - ha rapporti con tutti, e io ho molti amici: la mia società è un aggregatore per mestiere». Non preoccupa, pertanto, l’eventuale conflitto di interesse. Specie quello che si potrebbe paventare in riferimento alle cantine legate alla propria attività imprenditoriale. «Le cantine selezionate - dice ancora Tersi a Domani - hanno dato la loro disponibilità a partecipare, non vedo perché un’azienda con grandi meriti debba rinunciare a un’occasione del genere: tutti i vini nella carta, disponibile in questi giorni a Casa Italia Parigi 2024, sono eccellenti e meritano appunto di essere lì». Prosit.

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