Dopo il fallimento del Bordeaux seguito al mancato accordo per la cessione al Fenway Sports, in crisi c’è adesso il Montpellier, che ha dovuto mettere da parte il progetto per la costruzione di uno nuovo stadio. Solo nel 2012, con il tredicesimo bilancio del torneo, il Montpellier ha vinto il suo unico campionato. Un’era calcistica fa. Dopo sono arrivate le proprietà straniere
Lo stadio Matmut-Atlantique, inaugurato come Nouveau Stade de Bordeaux, è costato circa 168 milioni di euro ed è stato inaugurato il 23 maggio 2015 con la partita di Ligue 1 fra i padroni di casa e il Montpellier, per poi diventare palcoscenico di Euro 2016, ospitando anche il quarto di finale tra Germania e Italia.
Oggi il Bordeaux gioca nel Championnat National 2, la Serie D francese, dopo avere presentato istanza di fallimento il 26 luglio scorso. Sul club girondino, tra le altre cose, ha pesato la gestione dello stadio, una partnership pubblico-privata che non ha funzionato nemmeno per l’amministrazione locale, nonostante i 4,7 milioni di euro l’anno pagati dal club per l’affitto.
Passato di mano in mano, anche da quelle di Gérard Lopez, che aveva portato il Lilla sull’orlo del baratro finanziario, e dopo il mancato accordo con gli americani di Fenway Sports, già possessori del Liverpool, il Bordeaux è fallito per un buco di 42 milioni di euro, che fa quasi sorridere alla luce dei debiti di altre società europee.
In molti avevamo magnificato gli stadi francesi rifatti per l’Europeo come modello da prendere ad esempio, ma in questo caso si sta rivelando un buco nero capace di cannibalizzare il club proprietario.
A Montpellier, la squadra del gruppo Nicollin, con presidente Laurent Nicollin, ha iniziato il campionato in gravi difficoltà finanziarie, cercando di rimpinguare le casse con 25 milioni di euro, 10 dei quali messi a disposizione dai proprietari; nonostante la cessione del giovane attaccante Elye Wahi al Lens per 30 milioni di euro nel 2023 e del difensore Maxime Estève al Burnley per 12 nell’ultimo mercato estivo: con un saldo positivo di 12,5 milioni di euro, non avendo acquistato alcun giocatore.
Il Montpellier gioca allo Stade de la Mosson, costruito a suo tempo in una zona alluvionale e diventato obsoleto per gli standard attuali. Così il gruppo Nicollin ha pensato di realizzarne uno nuovo – intitolato a Louis Nicollin, padre di Laurent e storico presidente, morto per arresto cardiaco il giorno del suo settantaquattresimo compleanno – nella parte sud della città, investendo tra i 4 e i 5 milioni in studi di fattibilità, ma il progetto sembra in fase di abbandono, anche per motivi politici.
Il sito iniziale, infatti, pensato nell’area della nuova stazione TGV da Philippe Saurel, sindaco di Montpellier tra il 2014 e il 2020, è stato negato da Michaël Delafosse, sindaco eletto nel 2020; una decisione poco comprensibile che si intreccia con questioni di carattere nazionale.
La questione stadio
Ma non basta. Dopo il passo indietro di alcuni partner privati locali, la Banque des territoires – gestita dalla Caisse des dépôts et consignations – ha ritirato l’offerta di investire 113 milioni di euro nel progetto proponendo una cifra nettamente inferiore, mentre il preventivo iniziale di 120 milioni è raddoppiato, a causa anche dei tassi d’interesse: passati dall’1 al 4 per cento.
A Lione l’attuale Groupama Stadium è costato 450 milioni e Jean-Michel Aulas ne ha investiti 150, un terzo, mentre il gruppo Nicollin si è detto pronto per 20-30, andando a coprire solo il 10 per cento del totale. Capacità economiche diverse, prospettive sportive diverse.
L’idea di uno stadio di proprietà è nata per vari motivi, oltre allo stato in cui si trova quello attuale: aumento delle entrate derivanti dalla biglietteria, creazione di uno spazio abitativo prima, durante e dopo la partita, gestione del funzionamento dell’impianto, diversificazione delle fonti di entrate ospitando altri eventi e dotando la gestione del club di nuove risorse, per dipendere meno dal mercato e dai diritti televisivi; mentre, adesso, si parla di aggiungere un casinò per la tenuta finanziaria del progetto. E la sensazione di molti è che il gruppo Nicollin si sia avventurato in un terreno sconosciuto e pericoloso per la tenuta economica del Montpellier, attualmente in zona retrocessione nella Ligue 1.
Nel 2012, con il tredicesimo bilancio del torneo, ha vinto il suo unico campionato. Un’era calcistica fa, poi sono arrivate le proprietà straniere. Negli anni Duemila il titolo francese è stato vinto da Nantes, Bordeaux, O. Marsiglia, Montpellier, appunto, Monaco, due volte dal Lilla, sette dall’O. Lione e dieci dal Psg.
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