Solo due giorni fa, nel weekend appena passato del 28 e 29 settembre, erano insieme a Parigi in occasione della Fashion Week. Invece questa mattina, 30 settembre, due ultras rossoneri grandi amici del rapper Fedez – il suo bodyguard Christian Rosiello e Islam Hagag (alias Alex Cologno) – sono stati arrestati nella grande operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano che ha azzerato i vertici del tifo organizzato milanese, sponda Inter e sponda Milan.

Rosiello è il «guarda spalle» di Fedez

Dei rapporti tra Fedez e gli ultrà milanisti, mai nascosti dal rapper (quest’estate i due lo hanno seguito nel suo tour in Sardegna), gli inquirenti scrivono nero su bianco che Rosiello «farebbe (a Fedez, ndr) ormai da “guarda spalle” su direttiva di Luca Lucci».

Lucci è il leader della Curva Sud che dai domiciliari, dove stava scontando sei anni per traffico internazionale di stupefacenti, continuava a guidare il secondo anello blu di San Siro e per cui ora si sono aperte le porte del carcere.

Nel 2018 creò imbarazzo una foto che lo ritraeva stringere la mano con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.

L’aggressione a Iovino

Fedez non risulta indagato, ma nelle intercettazioni contenute nelle centinaia di pagine di ordinanza il suo nome torna spesso. Delle frequentazioni del rapper già si era parlato qualche mese fa, ad aprile 2024, in occasione della spedizione punitiva nei confronti del personal trainer Christian Iovino dopo una discussione avuta in un locale milanese, il The Club. Dopo un’ora, l’aggressione sotto un appartamento di via Traiano.

Un frame dell'aggressione, ripreso dalle telecamere di sorveglianza

«Chiedi scusa. Devi chiedere scusa. Noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa». Frasi probabilmente rivolte da Rosiello a Iovino, come ha raccontato ai carabinieri una testimone. La questione si è chiusa senza che il personal trainer denunciasse e con un assegno da decine di migliaia di euro versato da Fedez al personal trainer. Ma la questione non si chiude quella sera.

Gli «scazzi» con Tony Effe

Dalle conversazioni con Lucci emerge che la spedizione punitiva è collegata a doppio filo con alcune controversie avute successivamente con Tony Effe, amico di Iovino, quando il rapper romano si è messo in mezzo dicendo a Lazza – altro cantante vicino agli ambienti rossoneri – che «lui e i suoi amici della curva non devono rompere il cazzo».

Perché – questa è la tesi di Fedez – «non può permettersi che in pubblico si sappia che un suo amico si è fatto male senza che lui poi l’abbia difeso (...). A casa mia – continua – lo difendi quando ha bisogno, non dopo (…). Ma tanto Tony e l’amico Jimmi palestra (Iovino, ndr) li becchiamo prima che vengano al bar», dice Fedez a Lucci.

La richiesta di protezione: «Voglio una persona più pirotecnica»

Qualche giorno dopo l’aggressione Fedez si recherà a casa del capo ultrà milanista – in compagnia di Islam Hagag – per risolvere gli “scazzi” con Tony Effe e con il personal trainer. E Fedez chiederà a Lucci di risolvere la questione e «di assegnargli, per la sua sicurezza, una persona più pirotecnica».

L’occasione sarebbe stata la festa organizzata da un altro rapper, Capoplaza. Al nome che il capo ultrà milanista propone, Fedez risponde: «Più pirotecnico no?». E Lucci gli presenta un altro profilo: «Proprio brutto? Ciano è un bestione, è una bestia».

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