La recente accusa di appropriazione indebita di fondi europei nei confronti della leader francese di Rassemblement National è solo l’ultima di diverse inchieste simili.
Marine Le Pen è al centro di un nuovo scandalo. In vista del ballottaggio contro l’attuale presidente Emmanuel Macron che si svolgerà il 24 aprile, la leader francese del Rassemblement National deve difendersi delle accuse di appropriazione indebita di fondi europei.
Ufficio anti frodi
Il sito di giornalismo investigativo francese Mediapart ha pubblicato un documento dell’ufficio anti frodi dell’Unione europea dell’11 marzo scorso. Secondo il rapporto, Le Pen si sarebbe appropriata di quasi 137mila euro dal 2004 al 2017, negli anni in cui è stata europarlamentare. L’avvocato della politica francese, Rodolphe Bossolut, ha negato ogni accusa. E anzi ha contrattaccato, dichiarando la malafede dell’ufficio europeo che ha favorito la diffusione del documento a pochi giorni dal turno decisivo delle presidenziali.
Tra l’altro il rapporto di Mediapart tira in mezzo anche il padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front National, poi convertito in Rassemblement National. Tra lui, l’ex vicepresidente del partito Bruno Gollnisch e l’ex partner Louis Aliot, si sarebbero appropriati di circa 486mila euro.
Fondi europei
Non è l’unico scandalo in cui è finita Le Pen. Già nel 2017 infatti era stata accusata di aver usato i soldi europei per necessità del suo partito a livello nazionale. Avrebbe infatti stipulato dei falsi contratti dentro al parlamento europeo per alcuni suoi collaboratori impegnati, però, a lavorare al di fuori del contesto dell’europarlamento.
Tra i dipendenti finanziati da Bruxelles, infatti, risultavano anche la sua guardia del corpo Thierry Legier e una sua assistente personale Catherine Griset, poi apparsa anche nell’organizzazione della campagna elettorale delle presidenziali del 2017. Il tribunale dell’Unione europea aveva stabilito che Le Pen dovesse rimborsare circa 340mila euro.
Nella stessa indagine, erano rimasti coinvolti altri 28 funzionari del suo partito. Il caso, poi, era passato anche sotto la lente della giustizia francese, che nel luglio del 2018 aveva deciso il blocco di due milioni di euro dei finanziamenti pubblici verso il partito di Le Pen per la durata dell’inchiesta. Ai tempi, il parlamento europeo ha stimato in circa sette milioni di euro di danni arrecati dal sistema di frode del partito Rn tra il 2009 e il 2017.
Finanziamenti illeciti
Attorno al partito di Le Pen, inoltre, tra il 2012 e il 2015 era arrivata l’ombra dei finanziamenti illeciti. Durante lo scontro familiare tra Marine e il padre Jean-Marie, scoppiò l’inchiesta che vide coinvolta la leader con due suoi collaboratori David Rachline e Nicolas Bay.
Le Monde aveva spiegato come i compensi per le due figure si potevano configurare come «donazioni dissimulate ai candidati» nelle elezioni presidenziali e legislative del 2012.
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