«Adesso verrò definita razzista, ma c'è una incidenza maggiore, purtroppo, nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente». In un’intervista a Donna moderna pubblicata oggi nella giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, Giorgia Meloni riprende il discorso proposto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che aveva scatenato forti polemiche nell’opinione pubblica. Secondo Meloni, la causa di questo è da ricercare nella povertà: «Chiaramente, quando non hai niente, si produce una degenerazione che può portare da ogni parte». Nell’intervista Meloni ha poi parlato di un problema legato al lavoro femminile: «Io penso che ci sia anche un lavoro da fare che riguarda le donne che scelgono di non lavorare – ha detto la presidente del Consiglio –.  Io penso che le risorse della detrazione del coniuge a carico, quando c'è un coniuge a carico, non debbano andare al coniuge che lavora ma al coniuge a carico. Una cosa banale, che non cambia la vita di nessuno, però è un messaggio, un principio: non dipendere». 

Su una linea simile anche l’intervento del vicepremier Matteo Salvini sui social, in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Dopo un elenco di alcune vittime di femminicidio, tra cui molte di origine straniera, Salvini ha scritto: «A loro e a tutte le vittime innocenti va il nostro pensiero e la nostra preghiera, nella battaglia quotidiana contro la violenza sulle donne che deve unire e aggregare tutti, senza bandiere o ipocrisie – aggiungendo poi che – Difendere le ragazze significa però anche riconoscere l’inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri, un dato preoccupante che non sminuisce in alcun modo i casi italiani ma evidenzia le pericolose conseguenze di un’immigrazione incontrollata, spesso proveniente da Paesi che non condividono i principi e i valori occidentali».

Le parole di Sergio Mattarella

«La violenza contro le donne presenta numeri allarmanti – ha detto invece il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25 novembre –. È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare». 

«La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica – prosegue il capo dello stato –, nota anche come Convenzione di Istanbul, è il primo strumento giuridicamente vincolante ad aver riconosciuto la violenza di genere come una violazione dei diritti umani. L'Italia ha ratificato la Convenzione nel 2013, dotandosi di strumenti di tutela per garantire una piena protezione alle vittime di violenza di genere».

«Quanto fatto finora – ha sottolineato Mattarella – non è, tuttavia, sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. È un'emergenza che continua. Si tratta di madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di poter vivere una vita libera e dignitosa, donne che lottano per la propria indipendenza, per poter scegliere il proprio destino».

«"Nessuna scusa” è il tema proposto dalle Nazioni unite per celebrare la giornata odierna è addirittura superfluo sottolineare che, quindi, non ci sono scuse accettabili a giustificazione della violenza di genere. Occorrono azioni concrete», esorta il presidente della Repubblica.

«È fondamentale continuare a lavorare per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti discriminatori che rendono ancora oggi le donne più deboli nella società, nel lavoro e nella famiglia. Le istituzioni, le forze della società civile devono sostenere le donne nella denuncia di qualsiasi forma di sopruso, offrendo protezione e adeguato supporto. È un valore per l'intera società far sì che siano pienamente garantiti i diritti umani dell'universo femminile», conclude Mattarella.

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