Le donne hanno stravinto l’edizione dei Giochi di Parigi 2024 che già in partenza si presentava per la prima volta come l’edizione della parità di genere, con il 50 per cento di atlete donne e il 50 per cento di atleti uomini tra i partecipanti. Donne che hanno conquistato più medaglie d’oro rispetto degli uomini.

la rivoluzione delle donne

Nel medagliere generale, considerando solamente i podi femminili, le donne d’Italia sarebbero al settimo posto. Gli azzurri al dodicesimo. Restando dentro i confini nazionali, delle 40 medaglie azzurre (12 ori, 13 argenti, 15 bronzi) brillano di luce femminile ben 7 ori su 12: 

«Stiamo assistendo a una rivoluzione silenziosa, che è la rivoluzione delle donne», ha detto Julio Velasco pochi minuti dopo la grandiosa vittoria olimpica delle azzurre del volley. Velasco fine pensatore, ma anche padre di donne, nonno di nipotine, ed è per questo se ha voluto allargare la questione, dallo sport alla vita di tutti i giorni, con la chiosa: «Molti uomini non sanno accettare questo cambiamento, ed è uno dei problemi della violenza che vediamo ogni giorno sulle donne».

Il termine «silenziosa» è riferito a questa rivoluzione, al fatto che alcuni hanno ancora i paraocchi, non riescono a coglierla. Anche perché le donne sono tutto fuorché silenziose, diciamolo. Le ragazze del volley, dalla capitana Anna Danesi, a Sylla, Egonu, De Gennaro, Orro come si sono definite? Aggressive, matte, ma lucide.

Il segnale del Quirinale

Una nuova punta di lucidità, grazie a questi Giochi, la conquista la cultura sportiva del nostro paese. È stato aggiunto un mattoncino in più. È potente il segnale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di invitare per la prima volta al Quirinale i quarti posti.

Sono stati tantissimi per l’Italia: 25. Va in soffitta la concezione tossica del passato, che tanti danni ha creato soprattutto negli atleti e nel loro processo di accettazione e crescita, e cioè la tradizionale considerazione di un quarto posto come una cosa da sfigati, da perdenti. No, non è più così. Tutti i quarti posti dei Giochi di Parigi appartengono a giovani italiani che nuotando, correndo, saltando, si sono al 90 per cento migliorati, realizzando record italiani o primati personali.

Da qui in poi il viaggio deve continuare, ci sono ancora altre tappe da conquistare, alla ricerca di una migliore concezione sportiva, sia per l’attività di eccellenza sia per quella di base.

Cercando di tenere alta la bandiera del buonsenso, perché sentiamo già dire: ah, la parola fallimento va abolita, non va usata, è una condanna. No, dipende tutto dal tono con cui viene declinata. È giusto, giustissimo, parlare di fallimenti come tappe di un percorso, sportivo e di vita.

Credits: Fipav/Tarantini
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