Toni Brandi, presidente della onlus protetta dal governo, ha comprato dal capo di Forza Nuova quattro immobili. Li ha poi donati all’associazione. Costo dell’operazione 160mila euro, pagati in parte da misteriosi depositi esteri
«Tra Pro Vita e Forza Nuova non vi sono legami, vi è solamente uno storico rapporto di amicizia tra me e Roberto Fiore». Quando nel 2017 il Corriere della Sera chiese conto ad Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, di alcuni intrecci tra la sua onlus e il partito di Fiore, lui negò qualsiasi tipo di collegamento.
«Pro Vita è una associazione apolitica e apartitica», dichiara ancora oggi la onlus preferita dal governo Meloni in tema di diritti civili e ben introdotta nelle stanze dell’esecutivo, tanto da condizionare una nomina non gradita come quella di Francesco Spano, ex capo di gabinetto del ministro della Cultura Alessandro Giuli.
I punti di contatto con i neofascisti di Forza Nuova sollevati all'epoca erano in sostanza tre: come portavoce dell'associazione, Brandi aveva scelto Alessandro Fiore, figlio di Roberto; l’azienda che ne distribuiva il mensile era guidata da due figlie del leader di estrema destra; l'editore del mensile, Beniamino Iannace, era un ex candidato di Forza Nuova.
Grazie a documenti inediti, Domani è ora in grado di rivelare che tra Brandi e Fiore esiste invece una relazione finanziaria strettissima, basata su assegni e bonifici, alcuni dei quali provenienti da una nota banca svizzera. Brandi ha di fatto finanziato Fiore attraverso l'acquisto di quattro immobili in Italia, lasciando poi – in alcuni casi – a Forza Nuova l'utilizzo dei locali. Gli stessi immobili sono stati donati a Pro Vita.
Forza Nuova è oggi un movimento neofascista, non presente in Parlamento, marginalizzato dopo l'assalto alla sede nazionale della Cgil di tre anni fa: Fiore per quella spedizione squadrista è stato condannato in primo grado a 8 anni. Pro Vita invece sta vivendo una fase d’oro. Grazie a uno stile diverso dai camerati di Fiore, più pacato nei toni e nelle forme, è riuscita a entrare nelle stanze che contano.
Il suo manifesto è stato firmato negli ultimi mesi da molti rappresentanti di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia (18 tra gli europarlamentari eletti), le sue idee sui diritti sono oggi sovrapponibili a quelli della premier Giorgia Meloni, che firmò il manifesto nel 2019.
Pro Vita sponsorizza da anni il Family Day: il portavoce Massimo Gandolfini lavora per il governo, nel Dipartimento per le politiche antidroga guidato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. La dimostrazione di un collegamento finanziario importante tra Brandi e Fiore permette di capire meglio quali sono le origini dell'associazione tanto amata dal governo.
Tradizione e quattrini
Fine 2012. La onlus Pro Vita è stata fondata da pochi mesi, durante l'estate, mentre Forza Nuova in quei giorni si sta preparando per partecipare alle politiche in programma a febbraio del 2013.
Al governo c'è Mario Monti e l'Italia è alle prese con la crisi dell'euro e i tagli. Il 28 novembre del 2012 Fiore e Brandi si ritrovano davanti al notaio. Il capo di Forza Nuova vende al presidente di Pro Vita quattro immobili, per un valore complessivo di 160 mila euro.
Partiamo da Bari. L'immobile si trova in Corso Benedetto Croce, quartiere Carrassi. Un negozio di 27 metri quadrati. A venderlo a Brandi, per 44mila euro, è la Immobiliare Brighton, società che fa capo a Fiore e alla moglie. Come di consueto in questi casi, 20mila euro vengono pagati in anticipo con bonifico, i restanti 24 mila euro saldati con assegno al momento del rogito. Sembrerebbe una normale vendita tra privati, ma facendo qualche ricerca si scoprono dettagli particolari. Pur diventato proprietà di Brandi, il negozio continuerà infatti a essere la sede locale di Forza Nuova e nel 2019 verrà donato gratuitamente a Pro Vita.
Perché comprare un immobile a spese proprie e poi regalarlo a Pro Vita? E soprattutto, Forza Nuova ha pagato l'affitto a Brandi? Brandi non ha risposto alle nostre domande, ha preferito inviarci una nota generale: «All’epoca valutai a titolo personale le operazioni di compravendita nell’ottica di un investimento immobiliare», ci ha scritto specificando che questi acquisti «precedono di anni la nascita della Onlus Pro Vita e non hanno alcun rapporto con essa». Ma le date non tornano.
La onlus è infatti nata nell'estate del 2012, lo dichiara la stessa associazione, mentre i rogiti indicano che gli acquisti immobiliari sono avvenuti a novembre, dunque sono successivi. Non torna neanche un'altra risposta di Brandi. Quando gli abbiamo chiesto del negozio di Bari comprato e lasciato a disposizione di Forza Nuova, lui ha negato: «L’immobile di Bari divenne subito la sede di Pro Vita & Famiglia di riferimento per la Regione Puglia», ha assicurato. Le cronache locali raccontano tutt’altro: a ottobre del 2014, due anni dopo l'acquisto, l'immobile era ancora sede del partito neofascista.
La dinamica verificatasi a Bari si è ripetuta, con qualche variazione, anche Latina, Padova e Treviso. Ma in alcuni di questi casi ci sono due differenze rilevanti: la provenienza estera del denaro usato da Brandi per compensare Fiore, e la tempistica dei pagamenti.
È sempre il 28 novembre del 2012 quando Fiore e la moglie vendono a Brandi, per 50 mila euro, un negozio di 66 metri quadrati situato a Latina, in via Quieto. Il leader di Pro Vita paga quasi tutto - 46 mila euro – con due bonifici provenienti dalla banca svizzera Ubs. Il primo, da 31 mila euro, viene eseguito il 25 settembre 2008. Oltre quattro anni prima del rogito. E anche il saldo finale arriva un anno e mezzo prima dell'atto.
In Veneto si trovano gli altri due immobili. Il più costoso è a Padova: un magazzino su strada, grande 100 metri quadrati, che il capo di Forza Nuova e la moglie vendono al leader di Pro Vita per 50mila euro. Si trova in via Girolamo del Santo, quartiere Arcella, uno dei più popolosi e multietnici. Già prima di essere acquistato da Brandi era la sede cittadina di Forza Nuova. E anche in seguito ha continuato a esserlo.
«Non mi risulta un’effettiva attività partitica nell’immobile dal trasferimento di esso all’Associazione. Anzi, essa ne ha permesso il godimento – in attesa di una prossima vendita dell’immobile – per finalità socio-culturali e a espressa condizione che non sia usato per attività politica», ci ha scritto Brandi. Anche stavolta, la cronaca locale racconta un'altra storia. Luca Leardini, coordinatore regionale di Forza Nuova in Veneto, nel 2023 ha infatti dichiarato: «La sede di via Girolamo Dal Santo non apre sabato: esiste da circa 20 anni».
Le parole di Leardini chiariscono che l'immobile è stato sede di Forza Nuova sia quando era di proprietà di Fiore, sia quando è passato a Brandi. E anche dopo il 2019, quando è diventato della onlus.
Da Padova a Treviso
Il caso Padova conferma anche un altro aspetto della vicenda, quello delle strane tempistiche di pagamento. Il rogito per l'immobile di Padova è stato firmato il 28 novembre del 2012, ma i versamenti sono avvenuti in altre date: i primi 15mila euro oltre due anni prima; altri 3 mila euro ad agosto del 2012; quanto ai restanti 32 mila euro, nel rogito si legge che verranno versati «entro e non oltre un anno da oggi».
Insomma, Fiore trasferisce a Brandi la proprietà dell'immobile senza avere ancora incassato più della metà della somma pattuita. Perché? Brandi ha preferito non rispondere. Resta l'ultima transazione, quella che riguarda Treviso. Parliamo di un magazzino di 40 metri quadrati affacciato sulla strada, in via Chiarano, quartiere popolare.
Come negli altri casi è stato venduto da Fiore (attraverso Immobiliare Brighton) a Brandi nel 2012, e nel 2019 da quest'ultimo trasferito gratuitamente a Pro Vita. «Da quando ne è divenuta titolare, l’Associazione si è preoccupata che non vi fosse commistione tra le attività associative ed eventuali residuali attività partitiche», ha assicurato Brandi. Eppure, l'immobile di Treviso è diventato sede provinciale di Forza Nuova proprio nel 2019, l'anno in cui Brandi lo ha ceduto a Pro Vita.
È successo mentre eravamo «in attesa che l’Associazione potesse vendere l’immobile, cosa effettivamente avvenuta in seguito», ha spiegato Brandi. Anche in questo caso i soldi usati dal capo di Pro Vita per acquistare l'immobile – 19 mila euro - sono arrivati dalla Svizzera. E sono stati trasferiti alla società di Fiore molto prima della compravendita.
L'intero pagamento è avvenuto sempre tramite la Ubs, a novembre 2007, cinque anni prima del rogito. Perché pagare interamente un immobile cinque anni prima di diventarne proprietario? Anche su questo Brandi non ha risposto.
Una possibile spiegazione alle nostre domande è contenuta negli atti di un'indagine giudiziaria su alcuni esponenti di Forza Nuova. Due dirigenti locali del partito, parlando di Brandi al telefono senza sapere di essere intercettati, lo descrivono come l'uomo «che ci finanzia».
Fosse vero, la girandola potrebbe essere il metodo usato dal leader di Pro Vita per alimentare il partito dell'amico, diventato capofila della protesta violenta anti vaccini. Resta da capire perché molti soldi arrivino dalla Svizzera, che fino a pochi anni fa garantiva il segreto bancario. (1. - continua)
© Riproduzione riservata