È rientrata l'emergenza al carcere Ernesto Mari di Trieste. Lo ha reso noto con un comunicato l'Asugi-Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina precisando che i detenuti hanno accettato una mediazione.

La stessa Asugi ha reso noto che complessivamente sono state portate al Pronto soccorso quattro persone con malori, una con un'intossicazione dovuta alle esalazioni di fumo e due detenuti cardiopatici, trasferiti all'esterno del carcere per sicurezza.

Per tutta la notte davanti al penitenziario ha stazionato un'ambulanza per assicurare assistenza sanitaria in caso di bisogno. In seguito alla rivolta, l'Asugi si é mobilitata attivando il proprio piano interno per maxi emergenze, per gestire la possibile affluenza straordinaria di feriti. Sono state messe in campo per la rivolta dieci ambulanze e un'auto medica.

Gli altri episodi

«Dopo Firenze e Viterbo, Trieste è il terzo istituto penitenziario in cui si registrano pesanti disordini a pochi giorni dal varo, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto-legge n. 92 battezzato, sembra un ossimoro, “carcere sicuro”. Segno evidente che non solo non è riuscito a incidere sulle difficilissime condizioni carcerarie, ma che non è neppure in grado di farlo e sta disilludendo le molte aspettative. Resta dunque altissima la tensione nei penitenziari, dove peraltro i suicidi si susseguono con frequenza mai osservata in precedenza» aggiunge il segretario della Uilpa pp Gennarino De Fazio. 

Gli agenti denunciano anche nel carcere del capoluogo del Friuli-Venezia Giulia un fortissimo sovraffollamento e – contemporaneamente – una carenza di personale, con circa 257 ristretti presenti a fronte di 150 posti, mentre le unità di Polizia penitenziaria in servizio ammontano a 120 a dispetto di un fabbisogno di almeno 182. Numeri che si inseriscono nel più ampio contesto che a livello nazionale vede in oltre 14.500 i reclusi oltre i posti disponibili e in almeno 18mila gli agenti mancanti.

«In questo quadro, se non vi saranno interventi concreti e a immediata efficacia, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente e rischia di sfuggire di mano con conseguenze pesantissime. Chiediamo ancora al governo e, direttamente, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, immediate misure deflattive della densità detentiva e per rimpinguare cospicuamente gli organici della Polizia penitenziaria. Parallelamente, vanno assicurate l’assistenza sanitaria e psichiatrica e vanno avviate riforme complessive» dice ancora De Fazio. 

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