«Io ho ascoltato conversazioni e letto messaggi di persone che a mio avviso hanno ricattato il ministro». Così Maria Rosaria Boccia, «imprenditrice da 20 anni nel settore del wedding», da cui è partito un caso politico che da giorni scuote il ministero della Cultura e la figura del ministro Gennaro Sangiuliano, in un’intervista esclusiva alla Stampa. Secondo Boccia, il ministro è sotto ricatto.

Sangiuliano, nell’intervista al Tg1 dello scorso 4 settembre, ha ammesso di aver avuto una «relazione affettiva» con Boccia, che alla domanda se i due avessero o meno una relazione sentimentale, ha risposto: «Dovrebbe chiarirlo lui», aggiungendo che «c’è stata molta confusione fin dall’inizio nella comunicazione di questa sfera». Per Boccia il ministro nel raccontare del loro rapporto e delle chat che si sono scambiati «è un po’ confuso». Prima ha parlato di chat non compromettenti, «un altro è dire che ci sono delle chat con una persona con cui hai una relazione». 

Maria Rosaria Boccia racconta di essere un’imprenditrice, specializzata in moda e comunicazione, e di aver ideato due intergruppi in parlamento, a cui si è avvicinata «per una vicenda personale», perché «sentiva il bisogno di divulgare agli italiani i benefici della dieta mediterranea e della corretta alimentazione». 

Il rapporto con Sangiuliano

I due, spiega Boccia, si sarebbero conosciuti nell’agosto del 2023 a Pompei, alla candidatura della cucina italiani patrimonio dell’Unesco, ma avrebbero iniziato a frequentarsi più spesso da maggio 2024, mese in cui Sangiuliano ha detto di averla conosciuta, durante l’intervista al Tg1. 

Boccia racconta di averlo accompagnato durante le trasferte con il ruolo di «consigliere grandi eventi», trasferte che la donna sapeva essere pagate dal ministero, per cui, dice, comunicava «solo ed esclusivamente [...] con il capo segreteria». A provare il suo ruolo, secondo Boccia, ci sarebbe la mail pubblicata da Dagospia del direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, che certifica la visita agli scavi dove è stato fatto «anche il sopralluogo per il G7». Dopo il sopralluogo, a Boccia avrebbe ricevuto una mail con informazioni riservate sull’evento internazionale, in cui erano contenuti i percorsi per i ministri dei grandi sette e i dettagli dell’organizzazione. 

«Sono sempre stata con il ministro anche in lunghe trasferte», dice e racconta di passaggi ricevuti a Pompei ed Ercolano, oltre a «trasferimenti personali» per andare al concerto dei Coldplay e de Il Volo. Viaggi che sono documentati, dice Boccia, con «foto video e chat». Ad esempio, aggiunge, «al concerto de Il Volo c’era il capo segreteria che ci attendeva con un amico». 

Il contratto

È Sangiuliano, dice Boccia, a dirle della possibilità di diventare consulente, a titolo gratuito, precisa. Il decreto sarebbe stato firmato dal ministro e l’imprenditrice avrebbe firmato il suo contratto, prosegue, «che è stato controfirmato dal capo di gabinetto in presenza del ministro». Ma le motivazioni per cui il contratto non è andato a buon fine bisogna chiederlo all’istituzione, dice Boccia. 

Al ministero

Con il ruolo di consigliera Boccia sarebbe stata al ministero più di venti volte. I contatti con deputati e senatori prima di conoscere il ministro nascono dalle consulenze per gli intergruppi parlamentari, ma senza contratti, sempre a titolo gratuito, «per passione e perché ovviamente questi incarichi arricchiscono il curriculum». 

Le registrazioni

Da un certo momento in poi Boccia ha deciso di registrare «perché il ministro mi ha detto una frase che mi ha colpito molto», racconta alla Stampa, «ha detto: “Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai”». È accaduto a fine luglio. 

Video e registrazioni che, spiega, utili «per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe creduta». Compresi documenti riservati che la segreteria e il gabinetto del ministro le hanno fornito, oltre ad aver ascoltato telefonate e letto messaggi, essendo a stretto contatto con Sangiuliano. 

«Il reato lo commette chi dice bugie», conclude Boccia, che non si sente rispettata dal ministro della Cultura né si è sentita rispettata dalla premier Giorgia Meloni, quando, intervenuta su Rete4, si è riferita a lei parlando di «questa persona». «Mi chiedo perché io vengo trattata con arroganza», dice, «additata senza nome e cognome».

Boccia li definisce «comportamenti sessisti» che «vanno sempre denunciati», perché una donna «deve proteggere la propria dignità indipendentemente dal ruolo che ricopre». E non, prosegue, «non si può dirsi cristiani senza praticare il perdono».

© Riproduzione riservata