Il destino giudiziario, e forse anche politico, di Daniela Santanchè comincerà a decidersi giovedì a Milano dove prenderà il via l’udienza preliminare per decidere l’eventuale rinvio a giudizio della ministra del Turismo per le accuse di falso in bilancio di Visibilia.

Per l’altro filone d’indagine, quello sulla cassa integrazione Covid, la convocazione in tribunale è invece in calendario per la settimana prossima, giovedì 11 ottobre. Anche in questo caso Santanchè rischia di essere mandata a giudizio, questa volta per truffa aggravata ai danni dell’Inps.

Le ultime dichiarazioni della ministra lasciano pensare che sia decisa a difendere la poltrona anche se le cose dovessero mettersi male per lei in Tribunale, in caso, quindi, di rinvio a giudizio in uno o entrambi i procedimenti a suo carico.

«Non mi pare ci sia qualcuno che abbia mai fatto un appunto sulla mia funzione di ministro», ha messo le mani avanti di recente la ministra del Turismo. D’altra parte in queste settimane, Santanché, sta ancora tentando di evitare il crack delle aziende di cui è stata lungo azionista e manager. E le due storie, quella politica e quella imprenditoriale, non possono che intrecciarsi l’una con l’altra.

Le ultime novità riguardano proprio Visibilia editore che nel marzo scorso è stata commissariata dal tribunale, e sospesa dalla quotazione in Borsa, per gravi irregolarità di gestione. Da un documento appena reso pubblico emerge che la società di revisione RSM non ha dato l’ok ai conti chiusi al 30 giugno scorso con 600 mila euro di perdite e un patrimonio netto negativo di 3,9 milioni. I revisori censurano le decisioni di Maurizio Irrera, un fatto di per sé piuttosto raro, che appare ancora più sorprendente se si considera che l’amministratore è stato nominato dal Tribunale per mettere ordine nella gestione.

Irrera nella sua relazione sulla gestione ha ritenuto che esistessero i presupposti per la continuità aziendale nonostante una serie di rischi e incertezze. I revisori sono invece di parare opposto e in particolare segnalano che l’amministratore giudiziale non avrebbe contabilizzato correttamente la sanzione di 120 mila euro, interessi compresi, comminata dall’Inps “in relazione a presunti inadempimenti contributivi” tra l’aprile 2020 e dicembre 2021.

È lo stesso periodo in cui, secondo l’accusa della procura di Milano, Santanchè insieme al compagno Dimitri Kunz e al loro collaboratore Paolo Concordia avrebbero truffato l’istituto di previdenza incassando i fondi della cassa integrazione mentre 19 dipendenti continuavano a lavorare in smart working.

Irrera, come si legge in un comunicato reso noto lunedì 30 settembre da Visibilia, ha respinto i rilievi dei revisori sottolineando che la notifica della sanzione da parte dell’Inps non rende di per sé necessario l’accantonamento di fondi prima di verificare la fondatezza delle pretese della controparte. Del resto, come sottolinea Irrera, la continuità aziendale è garantita dai nuovi fondi in arrivo da Athena pubblicità, controllata dalla stessa Santanchè, che si è impegnata a versare nelle casse di Visibilia di 4,5 milioni di euro, di cui 1,125 milioni già messi a disposizione in agosto, per evitare il fallimento della società.

Lunedì è arrivata l’attestazione, da parte del commercialista Luca Francesco Franceschi, del piano di risanamento che prevede il pagamento a rate dei debiti di Visibilia. Nei prossimi giorni, secondo gli accordi, Athena pubblicità completerà il pagamento dei 4,5 milioni promessi. Visibilia eviterà quindi il crack grazie al contributo di Santanchè e anche dell’amica Paola Ferrari, azionista di Athena pubblicità con una quota del 25 per cento. Resta in bilico, invece, la poltrona della ministra.

Il suo futuro dipende dalle sentenze, ma forse ancora di più dalle decisioni di Giorgia Meloni, che dopo il forfait di Gennaro Sangiuliano forse non vorrà privarsi di un altro ministro. Costi quel che costi.

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