I sindacati di medici, dirigenti, infermieri e altre professioni sanitarie hanno indetto lo sciopero nazionale di 24 ore contro le scelte del governo in manovra. Denunciati anche abusi di precettazione
A rischio 1,2 milioni di prestazioni sanitarie per lo sciopero nazionale di domani, mercoledì 20 novembre. Sciopereranno per 24 ore medici, dirigenti sanitari, infermieri e anche altre professioni sanitarie e resteranno garantite soltanto le prestazioni d’urgenza.
Potrebbero non essere quindi effettuati i servizi di assistenza, fino a 50mila esami radiografici, 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche, sostengono i sindacati. Il ritrovo è piazza Santi Apostoli a Roma, convocato da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e anche dai sindacati degli infermieri e di altre professioni sanitarie del Nursing Up. Arriva dopo i tanti scioperi di trasporti e scuola e a pochi giorni dallo sciopero generale indetto da Ggil e Uil il 29 novembre.
Manovra
L’ultima manovra varata dalla maggioranza di centrodestra è stata la miccia che ha fatto scattare la protesta. I sindacati considerano la legge di bilancio del governo deludente: «Conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi». Ai contratti di lavoro, anche quelli dell’ospedalità privata, vengono assegnate risorse insufficienti. Non c’è una detassazione di una parte di retribuzione e non viene depenalizzato l’atto medico e sanitario. O ancora, non viene aumentata l’indennità di specificità infermieristica.
Non vengono inoltre stanziate le risorse necessarie per un’assunzione immediata di personale, nonostante la grave carenza, che viene tamponata con l’arrivo di infermieri stranieri, a cui Nursing Up si riferisce come «una misura tampone su una ferita profonda, soprattutto considerando il numero di colleghi italiani all'estero che rientrerebbero in presenza di condizioni contrattuali dignitose».
In più, tra le altre cose, non viene ancora istituita una contrattualizzazione degli specializzandi di area medica e sanitaria, e una previsione di retribuzione anche per quelli dell’area non medica, oltre all’introduzione di benefici per il riconoscimento del lavoro usurante.
I dirigenti lamentano che gli aumenti di stipendio previsti in manovra, vengono apportati con una defiscalizzazione che «non aumenta la massa salariale». L’aumento è dell'indennità di specificità medica: di 17 euro per i medici e 14 per i dirigenti nel 2025, 115 nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti, mentre per gli infermieri circa 7 euro per il 2025 e circa 80 per il 2026.
La precettazione
Una protesta significativa arriva anche dal Coina, il sindacato delle professioni sanitarie, per il tentativo di precettare lo sciopero da parte della Fondazione Gemelli, che il segretario nazionale del sindacato Marco Ceccarelli definisce «non solo una violazione dei diritti, ma un attacco deliberato per ostacolare uno sciopero legittimo», a maggior ragione visto che la prefettura ha confermato che la precettazione è una violazione del contratto nazionale che prevede che vengano mantenuti soltanto i servizi essenziali
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