Il tennista altoatesino, dopo il licenziamento di due suoi collaboratori, ha parlato dell’assunzione involontaria di una sostanza dopante. «Qui capisco anche chi sono i miei amici e chi no», ha detto in conferenza stampa
Jannik Sinner prova a mettersi alle spalle le ultime turbolente giornate. Scampato il pericolo della squalifica per doping per l’assunzione involontaria del Clostebol, rintracciato in minima parte nell’analisi delle urine, si presenta ai nastri di partenza degli Us Open per cercare di consolidare il primato nel ranking Atp.
I primi allenamenti sono stati svolti con Lorenzo Musetti, il secondo tennista italiano più in alto nella classifica mondiale e reduce dalla medaglia di bronzo conquistata all’Olimpiade di Parigi.
Le parole di Sinner
«Non è la situazione mentale ideale per iniziare uno Slam, ma so di non aver fatto nulla di sbagliato. Ho sempre rispettato le regole», ha detto in conferenza stampa il campione altoatesino che ha annunciato il licenziamento del fisioterapista Giacomo Naldi e il trainer Umberto Ferrara, responsabili del caso doping.
«Sono stati fatti degli errori, mi sono sentito meno sicuro. In questo momento ho solo bisogno di un po' di aria pulita», ha spiegato Sinner che all’esordio del torneo statunitense affronterà il tennista di casa MacKenzie McDonald (numero 140 al mondo). Sulla carta l’azzurro è nettamente favorito, ma la sfida sarà fondamentale per capire la reazione del pubblico dopo la vicenda che lo ha travolto mediaticamente. Molti suoi colleghi hanno reagito con irritazione. Il più attivo, sotto questo punto di vista, è stato l’australiano Nick Kyrgios, già finalista di Wimbledon, assente dai tempi sui campi di tennis ma molto presente quando si tratta di alimentare polemiche.
Sul suo comportamento durante il procedimento, Sinner ha comunque spiegato: «Ho continuato a giocare perché so di non aver fatto niente di male, di essere sempre stato un giocatore pulito. Chiaramente questa notizia può cambiare qualcosa».
L’ammissione delle difficoltà è arrivata, come prevedibile: «Rimane un momento molto duro per me e per il mio team. Qui capisco anche chi sono i miei amici e chi no. Per la reputazione vedremo, non è una cosa che posso controllare. Però sono contento di essere qua, a New York, e giocare l’ultimo Slam di quest’anno».
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