Il capo del dipartimento di sicurezza ha ammesso che il comandante della polizia ha sbagliato ad aspettare quasi un’ora prima di entrare nell’aula della strage. Gli agenti hanno aspettato oltre 45 minuti prima di agire. Intanto l’emergenza aveva ricevuto ripetute chiamate dai bambini
Il direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza del Texas Steven McCraw ha ammesso l’errore del comandante della polizia: aspettare quasi un’ora prima di irrompere nell’aula della strage della scuola di Uvalde «è stata la decisione sbagliata». Lo riporta Ap.
In una conferenza stampa, tenuta venerdì 27 maggio, sono venuti fuori i tragici particolari di quei 90 minuti di terrore – dall’arrivo del killer a scuola fino alla sua uccisione – in cui hanno perso la vita, mercoledì 25 maggio, 19 bambini di quarta elementare e le loro due maestre, sterminati dalla furia omicida del 18enne Salvador Ramos.
Quasi 20 agenti, ha riferito in conferenza stampa Steven McCraw, sono rimasti in un corridoio per 48 minuti, prima di entrare nell’aula della classe di quarta elementare e fermare Ramos, uccidendolo. Alla fine non hanno neanche sfondato la porta. L’hanno aperta con una chiave passspartout.
Una «decisione sbagliata»
Il comandante che gestiva l’operazione, ha spiegato il capo del Dipartimento di pubblica sicurezza texano McCraw, credeva che l'uomo armato fosse da solo nell’aula e che i bambini fossero stati messi tutti al sicuro. «Era convinto – ha detto – che non ci fossero più minacce per i bambini, che il soggetto fosse solo barricato e che avessero il tempo di organizzarsi» per irrompere. «Ovviamente non è stata la decisione giusta – ha ammesso – È stata la decisione sbagliata».
Tuttavia, stando al racconto di McCraw, la raffica di colpi esplosi dal fucile automatico di Salvador Ramos, sarebbe stata concentrata nei primi minuti del suo ingresso in aula. Quando ancora i poliziotti non erano entrati nella scuola. Gli spari, ha detto, sono stati «sporadici» per gran parte dei 48 minuti che gli agenti hanno passato nel corridoio fuori dall’aula. Gli investigatori non sanno se o quanti bambini sono morti durante quei 48 minuti.
Durante l'attacco, insegnanti e bambini hanno chiamato ripetutamente i servizi di emergenza sanitaria chiedendo aiuto. UMcCraw ha anche raccontato di una ragazzina che ha chiamato l’ermergenza impolardo: «Per favore, manda la polizia ora».
Forse si poteva fare di più
Forse si sarebbe potuto fare qualcosa per salvare qualche vita. È questa la devastante considerazione con cui già dalle primi particolari emersi sulla strage, giovedì 26 maggio. L’autore della strage, il 18enne Salvador Ramos, ex alunno della scuola elementare Robb, teatro del massacro, ed ex dipendente di una catena di ristoranti, è rimasto nell’aula della classe sterminata, per più di un’ora prima che i poliziotti intervenissero concretamente.
Il primi dettagli erano già stati confermati giovedì 26 maggio, nel corso di un conferenza stampa delle autorità di sicurezza del Texas, sommandosi alle numerose testimonianze di genitori che erano presenti sul luogo e imploravano gli agenti perché facessero qualcosa. C’è anche chi, tra di loro, cercavano di prendere una qualche iniziativa, salvo poi essere bloccati dalla polizia.
Dalle 11.40 alle 12.58
Nella conferenza stampa tenuta giovedì dal direttore regionale del Dipartimento di pubblica sicurezza del Texas, Victor Escalon, era già emerso che Salvador Ramos è arrivato davanti alla scuola alle 11.28 a bordo della sua auto. Dopo essere finito con la macchina in un fossato vicino alla scuola è uscito dall’abitacolo armato di un fucile semiautomatico (un Ar-15) e ha sparato contro due persone che erano per strada. Poi è entrato nella scuola che aveva frequentato da bambino e in cui aveva ricevuto atti di bullismo, da una porta laterale.
Nessun poliziotto era nell’edificio, a differenza di quanto era stato affermato in un primo momento. Secondo il resoconto delle autorità, alle 11.40 Ramos era nei corridoi della scuola ed è entrato nell’aula di quarta elementare dove poi con il suo fucile ha trucidato l’intera classe di bambini, oltre alle maestre che tentavano invano di proteggerli.
La polizia è intervenuta più di un’ora dopo. Alle 12.58 i poliziotti hanno fatto sapere che Ramos era stato ucciso e che l’assedio era finito. Nella conferenza stampa tenuta dalle forze dell’ordine alla domanda dei giornalisti che chiedevano se i poliziotti non sarebbero potuti irrompere prima in classe, il direttore regionale della sicurezza Escalon ha un po’ tergiversato e ha spiegato che sarà necessario ascoltare i vari agenti che erano presenti per capire la dinamica del loro intervento.
L’impreparazione della polizia
Il direttore Escalon ha detto che durante quell’ora i poliziotti hanno chiesto rinforzi, negoziatori e squadre tattiche, mentre procedevano all’evacuazione degli altri studenti e insegnanti presenti nella scuola.
Ma dalle testimonianze di chi si trovava sul luogo, come riportato dalla Associated Press, i poliziotti si sarebbero dimostrati esitanti e avrebbero ricevuto diverse sollecitazioni dalle persone, genitori e residenti della zona, che si trovavano lì davanti alla scuola.
Un papà di una delle vittime ha detto ai giornalisti che «si sarebbe potuto fare di più» e che lui stesso e altre persone, davanti all’inerzia della polizia, hanno iniziato a pianificare una strategia per cercare di salvare i bambini dal killer.
Ci sarebbe anche un video, postato sui social, che testimonia la rabbia dei genitori davanti all’immobilismo della polizia. E poi le mamme, che nella disperazione cercavano – invano perché fermate dai poliziotti – di entrare nella scuola, per andare a recuperare i propri figli.
«Qualcuno sarebbe potuto entrare in classe prima?» ha detto il capo della sicurezza Escalon. «Bisogna capire – ha risposto – che si tratta di una cittadina di 20mila abitanti».
La convention Nra sulle armi
Nel frattempo proprio in Texas, a poche centinaia di chilometri da Uvalde, ha preso il via, a due giorni dalla strage, l’appuntamento annuale della convention sulle armi dell’Nra (National Rifle Association). L’Nra è l’organizzazione che difende il diritto nel possedere le armi negli Stati Uniti e che, fondata nel 1871 come organo di governo per lo sport del tiro, è diventata nel tempo la più grande lobby delle armi statunitense attiva nel contrasto di qualunque iniziativa politica che cerchi di regolamentarne il possesso.
La scuola di Uvalde è stata la 27esima dall’inizio dell’anno a subire una sparatoria, secondo l’organizzazione giornalistica indipendente Education Week. Il presidente statunitense Joe Biden sta cercando di contrastare la resistenza dei repubblicani al Congresso ai regolamenti di base sulle armi. «ll secondo emendamento non è assoluto», ha affermato.
© Riproduzione riservata