Ucraini e russi si accusano a vicenda di aver bombardato l’impianto, che ha ridotto la produzione per ridurre i rischi. L’Onu avverte: «Qualsiasi attacco contro una centrale nucleare è un suicidio». Le autorità russe hanno annunciato che la potenza dei due reattori ancora collegati alla rete elettrica è stata ridotta per ridurre i rischi di nuovi incidenti
Russi e ucraini continuano a scambiarsi accuse di aver bombardato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, situata un territorio del sud dell’Ucraina controllato dai russi, ma vicino alle linee dei loro avversari.
La situazione è così preoccupante che negli ultimi giorni uno dei reattori è stato spento ed è stata ridotta la potenza di altri due. Nel frattempo, il segretario dell’Onu António Guterres avverte che qualsiasi attacco contro una centrale nucleare «sarebbe un suicidio».
La centrale
La centrale di Zaporizhzhia è la più grande in Europa, con sei reattori situati in altrettanti edifici di cemento. Due dei quali sono stati spenti all’inizio dell’invasione, per ridurre i rischi di incidenti. I combattimenti sono rapidamente arrivati nei pressi della centrale. Nella notte tra il 3 e il 4 marzo, truppe russe hanno occupato l’area dopo un breve scontro in cui un edificio adibito ad uso da parte del personale ha preso fuoco.
Da allora, l’esercito russo ha costruito una base nei pressi della centrale e in almeno un’occasione, il 19 luglio, gli ucraini hanno attaccato le truppe stazionate nelle vicinanza degli edifici. Secondo gli occupanti russi, nuovi attacchi ucraini si sarebbero verificati negli ultimi giorni.
I bombardamenti
Quello che è certo è che il 6 agosto, sabato, uno dei tre reattori ancora funzionanti si è disconnesso dalla rete e ha attivato il suo sistema di protezione a causa di un bombardamento nei pressi della centrale il giorno precedente. L’episodio è stato confermato dall’Agenzia nucleare internazionale (Aiea).
Non è chiaro chi abbia effettuato i bombardamenti però. Mentre i russi accusano gli ucraini di aver lanciato razzi contro l’area della centrale, causando l’interruzione nel funzionamento di uno dei reattori, gli ucraini dicono che sono stati i russi a bombardare (anche se la centrale rimane occupata dalle loro truppe).
Oggi le autorità russe hanno annunciato che la potenza dei due reattori ancora collegati alla rete elettrica è stata ridotta per ridurre i rischi di nuovi incidenti.
La preoccupazione internazionale
Il segretario dell’Onu non ha soltanto messo in guardia contro i rischi impliciti nel colpire una centrale nucleare, ma ha chiesto nuovamente alle parti in conflitto di consentire ispezioni internazionali nella centrale. Le autorità russe hanno detto di essere pronte ad accogliere la missione, mentre per ora gli ucraini si oppongono, sostenendo che si tratterebbe di un riconoscimento implicito dell’occupazione russa.
Il rischio peggiore, nel caso di un attacco contro la centrale, è quello di un forte inquinamento da radiazioni dovuto alla scopertura di un reattore. Per avere un incidente con conseguenze internazionali, servirebbe anche lo scoppio di un incendio nei pressi di un reattore aperto, come avvenuto nell’incidente di Chernobyl del 1986. In quel caso, i fumi sollevati dal fuoco porterebbero nell’atmosfera numerose particelle radioattive, che verrebbero poi distribuite su una vasta area dal vento.
Non ci sono invece rischi di esplosioni nucleari. Si può sparare per giorni contro un reattore atomico senza per questo causare un’esplosione nucleare, che è una reazione che si verifica soltanto nelle particolarissime circostanze che si trovano all’interno di una bomba nucleare.
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