Le notizie di oggi, 14 gennaio: i dati Covid dell’Iss, le ultime novità sul caso Djokovic e le misure cautelari per l’assalto alla Cgil. E ancora: l’attacco hacker all’Ucraina, mentre la Cnn rivela i presunti piani della Russia per invaderla, Johnson si è scusato con la regina per i party a Downing street, e nella manica è morto un ragazzo migrante di 20 anni.  

I dati Covid di oggi

Sono 186.253 i test positivi al coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore, in aumento del 72 per cento rispetto allo stesso giorno di una settimana fa, quando erano stati 108.304. Le vittime sono state 360, 371 i ricoverati con sintomi, e 11 i ricoverati in terapia intensiva. 74.928 persone sono finite in isolamento domiciliare nelle ultime 24 ore.

A fronte di 1.132.309 tamponi – molecolari e antigenici – effettuati, il tasso di positività oggi è del 16,45 per cento. Venerdì scorso era del 22,01 per cento, ma i tamponi erano stati molto meno, 492.172. 

Figliuolo: in una settimana triplicate le prime dosi per gli over 50

LaPresse

Negli ultimi sette giorni più di due milioni di somministrazioni del vaccino anti-Covid hanno riguardato la fascia over 50, per la quale le prime dosi sono triplicate nell'arco dei sette giorni, passando da 39 mila a 126 mila circa. È quanto comunica la struttura commissariale di Francesco Figliuolo

In forte crescita anche il dato relativo alle vaccinazioni dei bambini di età compresa tra i 5 e 11 anni, che sono state oltre 356 mila in una settimana – di cui circa 240 mila prime dosi e 116 mila seconde –, con un incremento del 77 per cento rispetto a sette giorni fa.

In generale, secondo la struttura di Figliuolo, nella settimana dal 7 al 13 gennaio le somministrazioni sono aumentate a livello nazionale di circa 1,5 milioni, con una media di oltre 650 mila somministrazioni al giorno. 

Espulsione sospesa per Djokovic, ma il governo chiede fermo da domani

Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved

Il governo australiano ha chiesto che Novak Djokovic sia messo in stato di fermo da domani mattina, pur se ha concordato con i suoi avvocati di non espellerlo fino alla conclusione del procedimento giudiziario o al trasferimento della questione a un altro tribunale. Il tempo stringe, visto che gli Australian Open inizieranno lunedì a Melbourne. 

Questa mattina il visto australiano di Novak Djokovic è stato nuovamente annullato dal ministero dell'immigrazione. Il ministro, Alex Hawke, ha precisato in una nota che la decisione di annullare il visto concesso a Novak Djokovic è stata presa «per motivi di salute e di ordine pubblico».

In base alla legge citata dal ministero australiano, Djokovic rischierebbe un bando di tre anni dal paese, ovvero il divieto di entrare in Australia tranne che in determinate circostanze. 

«Gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante la pandemia – ha detto il premier australiano, Scott Morrison –, e giustamente si aspettano che il risultato di quei sacrifici venga tutelato». Questo, ha aggiunto, «è ciò che il ministro sta facendo adottando oggi quest'azione».

Per annullare la revoca del visto, gli avvocati di Djokovic avrebbero bisogno di rivolgersi a un giudice della Federal Circuit and Family Court, o a uno di livello più alto di una Corte federale, per ottenere due ordini urgenti: un'ingiunzione che eviti il rimpatrio – provvedimento analogo a quello che aveva già ottenuto la scorsa settimana – e una che «ordini» al ministro dell'Immigrazione Hawke di garantire a Djokovic un visto. Che questo scenario si realizzi, però, resta molto difficile: è raro che i tribunali ordinino a un membro del governo esecutivo di concedere un visto.

Il governo etiope contro il direttore dell’Oms

(Salvatore Di Nolfi/Keystone via AP)

Il governo etiope ha inviato una lettera all'Organizzazione mondiale della sanità, accusando il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, un etiope di etnia tigrina, di «cattiva condotta», dopo le aspre critiche rivolte alla guerra e alla crisi umanitaria nel paese, e la richiesta di consentire il lavoro delle organizzazioni umanitarie nel territorio del Tigray.

L'Etiopia ha nominato Ghebreyesus a capo dell'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite quattro anni fa, ma ora afferma che «non ha soddisfatto l'integrità e le aspettative professionali richieste dal suo ufficio», accusandolo di interferire negli affari interni dell'Etiopia. Attraverso i suoi atti, secondo il ministero degli Affari esteri etiope, Tedros avrebbe «diffuso disinformazione dannosa e ha compromesso la reputazione, l'indipendenza e la credibilità dell'Oms».

Il governo etiope ha affermato inoltre che Ghebreyesus starebbe usando il suo ufficio «per promuovere i suoi interessi politici a spese dell'Etiopia», continuando ad essere un membro attivo del Fronte di liberazione del popolo del Tigray. Ghebreyesus era ministro degli Esteri e della Salute quando il Fronte guidava la coalizione di governo del paese.

Secondo la Cnn la Russia sta pensando a come invadere l’Ucraina

(AP Photo)

Gli Stati Uniti hanno informazioni che indicano che la Russia sta escogitando di creare un pretesto per l'invasione dell'Ucraina, attraverso un'operazione condotta da un gruppo di agenti sotto falsa bandiera nell'est del paese. Lo ha riferito un funzionario dell’intelligence statunitense alla Cnn. Secondo la fonte, Washington ha le prove che il gruppo è stato addestrato alla guerra urbana e all'uso di esplosivi per compiere atti di sabotaggio.

L'accusa fa eco a una dichiarazione rilasciata venerdì dal ministero della Difesa ucraino, che affermava che i servizi speciali russi starebbero preparando provocazioni nel tentativo di incastrare l'Ucraina.

Anche il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, aveva detto che «la Russia sta gettando le basi per avere la possibilità di inventare il pretesto per un'invasione» in un incontro con i giornalisti giovedì.

Questa mattina il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, che ha assunto la presidenza dell'Osce, nel discorso di apertura della riunione dell'organizzazione stessa a Vienna ha dichiarato che «il rischio di guerra nell'area Osce è adesso più alto come mai prima negli ultimi 30 anni».

Cinema America, il pm chiede la condanna dei 5 imputati

19/06/2019 Roma, Piazza San Cosimato, Arena Cinema America, nella foto Valerio Carrocci

Il pubblico ministero Eugenio Albamonte ha chiesto la condanna per tutti e cinque gli imputati al processo per l’aggressione avvenuta a Trastevere il 16 giugno 2019 ai danni di due ragazzi che indossavano la maglietta del Cinema America.

In particolare, il pm ha chiesto una condanna a due anni mezzo per i due aggressori e per un terzo ragazzo che avrebbe intimato di togliere la maglietta, e ha chiesto invece una condanna a due anni per gli altri due imputati accusati di aver partecipato all’aggressione.

I cinque, ritenuti dagli inquirenti vicini a movimenti di estrema destra, sono accusati a vario titolo di lesioni e violenza in concorso e aggravate. Uno dei due ragazzi aggrediti ha riportato la frattura del naso con una prognosi di una ventina di giorni. La sentenza è attesa per marzo.

Assalto alla Cgil, 5 nuove misure cautelari 

lapresse

La polizia di stato ha fatto sapere che di aver eseguito cinque misure cautelari, emesse dal Gip, nei confronti di persone che si ritiene abbiano «preso parte attiva» nei fatti avvenuti il 9 ottobre scorso, quando la sede nazionale della Cgil è stata presa d’assalto e danneggiata a Roma, nel corso di una manifestazione No pass. 

Nel procedimento si ipotizzano i reati di devastazione e saccheggio, nonché resistenza a pubblico ufficiale con l’uso di violenza. Due persone sono finite agli arresti domiciliari, e per altre tre è scattato l'obbligo di dimora e di presentazione davanti alla polizia giudiziaria.

Le due persone ai domiciliari sono un appartenente ai movimenti “No pass” e il leader catanese di Forza Nuova. Quello romano, Giuliano Castellino, è già sottoposto a misura cautelare in carcere.

Johnson si scusa con la regina

Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved

Il governo britannico si è scusato con Buckingham Palace per i party che sarebbero avvenuti a Downing Street la sera prima del funerale del principe Filippo, morto il 9 aprile 2021. Il portavoce uscente del primo ministro, Jamie Davies, ha definito «profondamente deplorevole» che i festeggiamenti abbiano avuto luogo in un momento di lutto nazionale.

Le cose si fanno sempre più difficili per il premier Boris Johnson, già fortemente pressato da opposizione, opinione pubblica, e perfino membri del suo stesso partito, per i “Covid party” avvenuti mentre il paese era in pieno lockdown, e per i quali giovedì si è scusato davanti alla Camera.

L'ufficio di Johnson ha affermato comunque che il 16 aprile 2021 – il giorno del party – il primo ministro non si trovava a Downing Street, e non era a conoscenza della festa.

Ue e Nato condannano l’attacco hacker all’Ucraina

A person walks in front of Russian and American flags prior top talks between deputy foreign minister Sergei Ryabkov and US Deputy Secretary of State Wendy Sherman at the United States Mission in Geneva, Switzerland, on Monday, Jan. 10, 2022. (Denis Balibouse/Pool via AP)

Nella notte tra il 13 e il 14 gennaio c’è stato un attacco hacker ai siti governativi dell’Ucraina, che ha reso inaccessibili i siti di sette ministeri, del gabinetto e del Servizio nazionale di emergenza e dei servizi di stato, in cui vengono conservati i passaporti elettronici e i certificati vaccinali dei cittadini.

I siti web attaccati contenevano un messaggio in ucraino, russo e polacco in cui si diceva che i dati personali degli ucraini sono stati trafugati e resi di dominio pubblico. «Abbiate paura e aspettatevi il peggio. Questo è per il vostro passato, presente e futuro», recitava il messaggio. Il Servizio di stato ucraino per comunicazione e protezione delle informazioni ha riferito che nessun dato personale è stato trafugato.

L’attacco giunge in un momento di grande tensione tra Russia e Ucraina, e dopo che i colloqui fra Mosca e l'Occidente questa settimana non sono riusciti a portare nessun progresso significativo. Il portavoce del ministero degli Esteri dell'Ucraina, Oleg Nikolenko, ha dichiarato che è «troppo presto per trarre conclusioni, visto che le indagini sono in corso, ma c'è una lunga storia di cyber-attacchi russi contro l'Ucraina in passato». 

«Non abbiamo prove, ma si può immaginare chi sia stato», ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. Condannando l’attacco, Borrell ha riferito di aver convocato una riunione di urgenza degli ambasciatori del Comitato politico, «per vedere come possiamo reagire e fornire assistenza tecnica all'Ucraina e per aumentare la sua capacità di resistenza», aggiungendo che si sta valutando anche l’idea di mobilitare «l'unità di risposta rapida».

Una condanna dell’attacco è provenuta anche dalla Nato.

Canale della Manica, morto un ragazzo di 20 anni

Foto LaPresse - Guglielmo Mangiapane

È morto questa mattina, al largo di Berck, un giovane ragazzo migrante di 20 anni che stava tentando di attraversare lo stretto di mare tra Francia ed Inghilterra con una trentina di altre persone, a bordo di una piccola imbarcazione di fortuna.

Secondo la procura di zona, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, la vittima sarebbe di nazionalità sudanese. Si tratta del primo decesso nella Manica del 2022, dopo il tragico bilancio del 2021, con almeno 30 persone migranti morte, e quattro disperse.

David Rossi, la commissione parlamentale chiede una perizia

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

«La questione, emersa nella giornata di ieri, della data di creazione della lettera con la quale David Rossi annunciava il proprio suicidio», che sarebbe stata scritta successivamente alla sua morte, «merita di essere accuratamente approfondita in sede peritale, e, ove trovasse conferma, getterebbe un'ombra inquietante sull'intera vicenda».

Con queste parole il presidente della commissione d’inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi, Pierantonio Zanettin, ha comunicato di aver convocato «in via d’urgenza», mercoledì prossimo, l’ufficio di presidenza della commissione, «per affidare ai corpi speciali dei Carabinieri, già incaricati della maxi perizia, uno specifico ed articolato quesito sulla questione».

Toti sui cambiamenti del bollettino Covid

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

«Da oggi, secondo la nuova circolare del ministero della Salute, i pazienti ricoverati nei nostri ospedali per altre patologie che risultino poi positivi al virus ma asintomatici, saranno contati tra i casi Covid ma non verranno conteggiati nel consueto bollettino con cui i territori vengono classificati in zona gialla, arancione o rossa». Lo ha annunciato sulla sua pagina Facebook il presidente della Liguria Giovanni Toti, definendo la decisione «un nuovo passo verso il buonsenso e la semplificazione, come avevano chiesto le regioni». 

Ma in una nota il ministero della Salute ha fatto sapere che «al momento nessun atto formale è stato disposto» per escludere dal conteggio dei ricoveri Covid i pazienti in ospedale per cause diverse dal virus che risultino positivi ai test ma asintomatici.

Il monitoraggio dell’Iss

LaPresse

Secondo il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, il tasso di occupazione delle terapie intensive è pari al 17,5 per cento – al 13 gennaio – contro il 15,4 per cento rilevato il 6 gennaio. Il tasso di occupazione in aree mediche è salito al 27,1 per cento a livello nazionale – sempre al 13 gennaio – contro il 21,6 per cento del 6 gennaio.

Rt medio calcolato sui casi sintomatici è salito al 1,56 nel periodo dal 22 dicembre al 4 gennaio, in ulteriore aumento rispetto alla settimana precedente e ben al di sopra della soglia epidemica (range 1,24 – 1,8). È invece in leggera diminuzione l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero. L’incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare: 1.988 ogni 100.000 abitanti nella settimana dal 7 al 13 gennaio, contro 1.669 ogni 100.000 abitanti nella settimana dal 31 dicembre al 6 gennaio. 

L’Iss ha classificato a rischio alto 13 regioni, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione, mentre 8 sono classificate a rischio moderato. Di queste ultime, però, cinque sono «ad alta probabilità» di passare a rischio alto. Raddoppia il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione: 649.489, contro 309.903 della settimana precedente.

Per quanto riguarda la diagnostica dei casi, la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in forte diminuzione – al 13 per cento, mentre la scorsa settimana era al 16. È in diminuzione anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi – 48 per cento contro il 50 per cento di sette giorni fa –, ed è invece aumentata la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening: 39 per cento contro il 34 per cento della scorsa settimana.

© Riproduzione riservata