Per primo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: «Deve essere chiara a ogni nuovo venuto, a tutti coloro che vogliono vivere con noi, la portata della nostra Costituzione, che non ammette discriminazioni fondate sul sesso. Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale».

Poi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito il concetto, intervistata al G20 e in occasione del 25 novembre: «Adesso verrò definita razzista, ma c’è una incidenza maggiore, purtroppo, nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente».

Infine, anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha calcato – in relazione al fenomeno sistemico della violenza contro le donne – il discorso delle violenze sessuali intorno all’immigrazione irregolare: «Difendere le ragazze significa però anche riconoscere l’inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri, un dato preoccupante che non sminuisce in alcun modo i casi italiani ma evidenzia le pericolose conseguenze di un’immigrazione incontrollata, spesso proveniente da Paesi che non condividono i principi e i valori occidentali».

I dati sulle violenze sessuali

Al di là dell’opportunità di concentrarsi sulla categoria degli immigrati irregolari, è utile osservare i numeri disponibili. Prima di tutto non ci sono dati sulle violenze sessuali perpetrate da stranieri presenti irregolarmente sul suolo italiano, che nel 2023 erano 458mila. Non si può quindi verificare se l’incidenza dei casi sia più alta o in aumento a causa dell’immigrazione irregolare.

Se guardiamo invece ai casi di violenza sessuale i cui autori sono genericamente stranieri (senza distinzione tra comunitari, extra-comunitari, regolari o irregolari), secondo i dati Istat nel 2022 hanno rappresentato il 42,5 per cento degli autori maschi, a fronte di una popolazione straniera che è circa il 9 per cento del totale dei residenti. Numeri in aumento rispetto agli anni precedenti, così come il dato degli autori italiani, come riportato anche da Pagella politica.

Se c’è stato un aumento degli autori stranieri di circa 400 unità, c’è stato tra il 2021 e il 2022 anche un aumento generale delle violenze sessuali – poi scese nel 2023 –, con un incremento simile degli autori italiani di circa 300 unità. Dai dati evidenziati si vede inoltre che, in ogni caso, la maggioranza degli autori di violenza sessuale è italiana. 

I dati sulle vittime

Dall’analisi dei dati Istat si può inoltre notare come ci sia anche una fetta consistente di vittime di violenze sessuali donne e straniere, ovvero circa il 20 per cento delle vittime di genere femminile. Un dato, questo, parzialmente in contrasto con la narrazione che vede gli stranieri violentare le donne italiane. Ci sono però da considerare anche altre questioni.

L’Istat e il Dipartimento di pubblica sicurezza riportano che la maggior parte delle violenze sessuali non viene denunciata e che nei dati delle denunce vi è probabilmente una grande sottorappresentazione. 

Se in generale si denuncia poco, un altro fattore è la tendenza a denunciare più spesso se l’autore delle violenze è straniero. In un’audizione parlamentare di alcuni anni fa, l’Istat riferiva che, nel 2014, le donne italiane vittima di violenza sessuale al di fuori della coppia denunciavano poco.

Tra le persone che avevano subito violenze da uomini italiani il 4,4 per cento aveva denunciato, contro il 95,6 per cento di mancate denunce. Questo comportamento cambiava nel caso di autori stranieri, denunciati nel 24,7 per cento dei casi. Dai dati Istat, dunque, emerge che il tasso di denuncia aumenta quando l’autore del reato è cittadino straniero. 

Sempre nel 2014 (gli ultimi dati che abbiamo reperito), infine, tra le donne italiane vittime di stupro il 75,7 per cento ha subito l’abuso da partner, parenti o amici, quindi in contesti famigliari e amicali, e non da sconosciuti. 

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