Adolescence, la serie tv di Netflix, ha rivelato l’esistenza di un codice segreto che riguarda i ragazzi di tutto il mondo e che spesso si alimenta online. Così, arrivano i primi prontuari per tradurne il significato. Ma serviranno davvero a emarginare il problema?
Senza eccedere negli spoiler, a un certo punto in Adolescence – la serie tv più vista in questi giorni su Netflix e di gran lunga la più discussa – diventano rilevanti alcune emoji. Ovvero, delle faccine utilizzate su Instagram (ma qui potremmo aggiungere anche TikTok, Snapchat, WhatsApp, 4Chan o Reddit, o altre piattaforme ancora) che hanno un significato tutto loro: come un codice inaccessibile per chiunque appartenga a un’altra generazione.
Di per sé non c’è nulla di male: i ragazzi hanno sempre cercato di costruire un proprio linguaggio. I fenomeni giovanili nascono dalla voglia di ribellione e spesso questa forza ha un significato positivo, capace di mutare l’ordine grazie all’energia di chi vede le cose in modo diverso. Le rivoluzioni sono quasi sempre fatte dai giovani.
Succede poi, talvolta, di pentirsi di ciò che si è stati da ragazzi, magari pure di rinnegarlo: ma anche questa è una parte sana della crescita. Non si può essere adolescenti per sempre, il processo che ci rende adulti talvolta è pacifico e talvolta è una guerra, con sé stessi e con gli altri.
Ma, sempre senza fare spoiler, Adolescence non parla di questo. Parla di un mondo più sommerso e quindi più inquietante. Una realtà che si autoalimenta online e che arriva alle sue conseguenze più estreme. Parla della cosiddetta “manosfera”, ovvero un insieme di comunità online maschili che promuovono una visione ostile nei confronti delle donne e delle dinamiche di genere, spesso con ideologie misogine, vittimistiche o revansciste.
Ma parla soprattutto dell’incapacità di vederne i segnali: chi sta intorno a questi ragazzi – la scuola, i genitori o la polizia – è vittima o colpevole?
Le domande
Occorrerebbe qualche spoiler in più per scrivere di come tutto questo sia stato reso nella serie tv, ma qui basta dire che l’intento è più quello di sollevare domande che di dare risposte. E forse è giusto che sia così: generalizzare ogni discorso generazionale rischierebbe di impoverire il dibattito.
Il punto è che quando si parla di educazione esistono buone pratiche e istruzioni che si possono seguire. Ma poi la realtà risente di un sacco di eccezioni e adattamenti che vanno fatti, come sanno tutti coloro che hanno dei figli.
Significa vedere gli adolescenti come esseri umani e viventi, innanzitutto: con le loro peculiarità e debolezze tutte personali, che si affievoliscono o alimentano nel contesto sociale in cui crescono, oppure – ed è questo che inquieta di più – a contatto con un mondo parallelo, fatto di bit e algoritmi.
Perché l’altra domanda che sta in sottofondo ad Adolescence è questa: come è possibile che da uno stesso contesto, che si presuppone abbia caratteristiche e potenzialità molto simili, poi un figlio prenda una strada e il fratello quella opposta?
Emoji
Tutte queste premesse servono per dire che non esiste un prontuario che sia adattabile a tutti i contesti. Ma una cosa che si può fare è ridurre quello spazio di incomprensione che rischia di far sottovalutare i segnali di pericolo.
Il primo ministro inglese, Keir Starmer, ha detto che appoggerà un’iniziativa di Netflix affinché Adolescence sia trasmesso in tutte le scuole secondarie inglesi. Resta da capire se l’educazione contro il radicamento online debba riguardare soprattutto i ragazzi o i loro genitori. Forse entrambi.
Il discorso sul significato nascosto delle emoji è un buon punto di partenza, ma rischia di essere un’illusione: davvero importa sapere che il cuore viola 💜 indica l’eccitazione sessuale? E che il numero “100” 💯 è il riassunto di teorie misogine, che si alimentano nella “manosfera”? E poi, siamo sicuri che gli adulti sappiano di cosa stiamo parlando? E una volta scoperto, come si può intervenire?
Il significato
A ogni modo, almeno il dibattito si è ora aperto, sull’onda del successo di Adolescence. In Portogallo, per esempio, la polizia ha avviato una campagna di comunicazione per avvisare dei possibili significati nascosti degli emoji. In chat, potrebbero anche diventare degli strumenti di adescamento nei confronti degli adolescenti.
La polizia australiana ha iniziato a diffondere un prontuario di emoji, acronimi e neologismi, spiegandone il significato recondito. Ecco qualche esempio: la melanzana 🍆 indica il pene, la pesca 🍑 il lato b, i tacos 🌮 la vagina, le gocce 💦 l’orgasmo.
Scrivere “np4np”, anche in Italia, è una richiesta di scambio di foto di nudo (letteralmente: naked picture for naked picture), “gnoc” significa “get naked on camera” (spogliati davanti alla webcam). Il timore è che dietro a messaggi simili, scambiati in chat anonime, ci siano adulti capaci di mimetizzarsi e fingersi adolescenti.
Nel Regno Unito, sempre sull’onda di Adolescence, iniziano a essere diffuse tabelle ancora più complete, in cui ogni simbolo viene tradotto. Così, associazioni di educatori, insegnanti e forze di polizia, provano a spiegare ai genitori che tradurre i codici e intercettare i segnali può essere un modo per intervenire in tempo.
Anche in Italia esistono prontuari di questo tipo: la polizia postale, per esempio, ha diffuso una guida per pediatri, genitori e insegnanti dai 9 ai 14 anni.
Il problema vero è che un “codice segreto” nasce per non essere tradotto e, per definizione, si reinventa ogni volta che viene decifrato. Forse prima ancora di parlare come i loro figli, i genitori dovrebbero imparare semplicemente a parlare con loro. Anche quando non è facile.
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