Ogni passaggio dei Coma_Cose da Sanremo ha lasciato un impatto positivo. Nel 2021 con Fiamme negli occhi mostravano il loro lato più romantico. Due anni dopo, nel 2023, quello più intimo di una crisi: con L’Addio avevano ottenuto il premio Sergio Bardotti per il miglior testo. Ora, precisi nel tornare all’Ariston dopo altri due anni, in un certo senso chiudono questo trittico sull’amore contemporaneo con una presa di posizione che suona molto più politica di quello che sembra all’apparenza.

Lo fanno con uno dei temi fatalmente più attuali: i rapporti umani che si devono misurare con la barriera degli schermi, fino a rischiare di infrangersi nelle incomprensioni dei social network. «Oggi mi sento una pozzanghera / Se l’ansia mi afferra / Con lo sguardo verso il cielo / Ma il morale per terra / Se mi trascuri impazzisco».

Cuoricini

Uno dei problemi dei social network, per quanto riguarda i sentimenti, è che hanno creato un insieme di incomprensioni. Chi vive una storia a distanza rischia di dare a ogni gesto un significato: le spunte blu su WhatsApp, l’assenza di messaggi o appunto i “cuoricini”. Chi invece già si frequenta può vivere una vita distante anche se si sta accanto. Come cantano i Coma_Cose: «Un divano e due telefoni / È la tomba dell’amore».

La chiave di “Cuoricini” è dunque quella di trattare un tema serissimo, e per certi versi drammatico, rivestendolo però di un arrangiamento giocoso. In un certo senso, è come se questo testo indossasse uno di quei filtri che si usano su Instagram: «Trattiamo un tema che riguarda una realtà che viviamo tutti», hanno spiegato a Repubblica. «C’è una doppia lettura: da un lato c’è un arrangiamento leggero, dall’altro si parla della società governata da social, numeri, like. Siamo frastornati da mille input, dovremmo riuscire a ritornare alla nostra essenza».

Un testo politico

Esiste una forma di ribellione rispetto ai social network che sta montando e che ancora non è facile da misurare. A questo ovviamente hanno contribuito le svolte “autoritarie” di Elon Musk e Mark Zuckerberg, ma più in generale c’è anche una presa di coscienza sugli effetti negativi dei social network. I Coma_Cose forse hanno scritto l’inno italiano per questa svolta.

Se non altro, dietro al vestito di una canzonetta d’amore firmano uno dei testi più attuali – e in un certo senso più politici – di questo festival, dove in realtà i riferimenti all’attualità sono stati quasi del tutto cancellati.

In una delle loro canzoni più belle, qualche anno fa, i Coma_Cose cantavano: «Col tempo tutto si addomestica / Tranne i lupi e noi».

L’estate sta finendo

Per far comprendere ancora meglio questo gusto di nascondere messaggi profondi dietro a vestiti apparentemente frivoli, i Coma_Cose hanno invitato Johnson Righeira per cantare L’estate sta finendo, durante la serata delle cover, venerdì. In un libro di qualche anno fa, pubblicato da nottetempo, il giornalista Fabio De Luca spiegava bene l’incomprensione che ancora circonda i Righeira.

Si pensa che le loro siano canzonette piuttosto banali e all’apparenza è effettivamente così. Poi però, scomposte meglio, si scopre ad esempio che Vamos a la playa racconta l’apocalisse per una bomba atomica. E L’estate sta finendo è pregna della nostalgia atavica per il tempo che passa.

A distanza di quarant’anni, i critici guardano ai Righeira come dei perfetti cantori del loro tempo. In un Sanremo fortemente distratto, forse i Coma_Cose sono diventati più contemporeanei.

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