Da sabato 12 in edicola e online un numero speciale e monografico pensato in occasione della seconda edizione del Miu Miu Literary Club del 9 e 10 aprile al Circolo filologico milanese intitolato A Woman’s education. Con saggi e racconti di Giulia Caminito, Olga Campofreda, Teresa Ciabatti, Claudia Durastanti, Antonella Lattanzi, Melania G. Mazzucco, Rosella Postorino, Mariachiara Rafaiani, Veronica Raimo
Il numero di Finzioni in edicola e online a partire da sabato 12 aprile è un numero speciale e monografico sull’identità e sull’educazione femminile: una riflessione delle donne sulla loro scrittura. Scritto e disegnato solo da loro. Si parte dalla cover di Fumettibrutti e poi scritture, saggi e racconti di Giulia Caminito, Olga Campofreda, Teresa Ciabatti, Claudia Durastanti, Antonella Lattanzi, Melania G. Mazzucco, Rosella Postorino, Mariachiara Rafaiani, Veronica Raimo. Un vero dream team della scrittura contemporanea. I fumetti sono di Silvia Ziche, Vittoria Moretta, Silvia Rocchi e di Sonno aka Michela Rossi, la curatrice della parte Fumetti di ogni numero di Finzioni.
L’abbiamo ideato e fatto assieme alle amiche di Babel agency Maddalena Cazzaniga e Mariachiara Rafaiani, in occasione della seconda edizione del Miu Miu Literary Club che si terrà il 9 e il 10 aprile, al Circolo Filologico Milanese intitolato A Woman’s education, sotto la direzione di Miuccia Prada. Si esplorano i temi della giovinezza, dell’amore e dell’educazione sessuale partendo dai libri di Simone de Beauvoir, autrice di Le inseparabili, l’appellativo con cui Simone de Beauvoir e l’amica Elisabeth Lacoin, detta Zaza, si rivolgevano l’una all’altra.
La filosofa femminista francese ci offre una visione privilegiata del loro rapporto viscerale, ambiguo e misterioso. E si riflette leggendo i libri della scrittrice Fumiko Enchi, una delle più importanti voci della letteratura giapponese, famosa per aver esplorato nelle sue opere la psicologia femminile, il desiderio e la sessualità.
Nata a Tokyo il 2 ottobre 1905 e morta il 14 novembre 1986 è stata un’acclamata sceneggiatrice e scrittrice, tra le più importanti voci femminili del periodo Shōwa, l’era di storia giapponese che corrisponde al regno dell’imperatore Hirohito.
Ci saranno conversazioni e performance di danza, canto e poesia dal vivo. Anche per scoprire e riscoprire autrici del passato. Come Simone de Beauvoir, come Fumiko Enchi di cui scrive Daniela Moro che insegna letteratura giapponese all’Università di Torino e ne cura le opere in Italia da Safarà. E come, su Finzioni, il racconto femminile al cubo che fa Daniela Brogi, che insegna letteratura all’Università di Siena, di Artemisia Gentileschi la pittrice caravaggesca raccontata da Anna Banti, di cui Brogi cura l’opera per gli Oscar Mondadori.
Nella primavera 1944 Anna Banti ha quasi ultimato il suo racconto biografico dedicato all’artista seicentesca Artemisia Gentileschi, ma in agosto il manoscritto va distrutto nei bombardamenti tedeschi su Firenze. Con «ostinazione accorata» la scrittrice torna allora al suo personaggio, «pittrice valentissima» ma soprattutto «una delle prime donne che sostennero colle parole e colle opere il diritto al lavoro congeniale e a una parità di spirito fra i due sessi».
Il risultato è Artemisia: un libro di forti emozioni, chiaroscuri e identità nascoste, proprio come la pittura caravaggesca di Artemisia. Un dialogo tra due donne – l’autrice e la sua protagonista – che, a distanza di trecento anni, si parlano, si ascoltano, si raggiungono. Le voci si intrecciano: la narratrice rievoca gli eventi bellici, la pittrice narra le proprie vicende, a partire dal celebre processo in cui accusò il suo stupratore, fino ai successi come artista e maestra di pittura e allo scandaloso viaggio nell’eretica Inghilterra.
Con il suo libro Anna Banti fonda il mito di Artemisia e ci consegna uno straordinario romanzo modernista, una delle opere più significative del Novecento.
È un dialogo tra generazioni di donne e di scrittrici. Ogni libro letto, ogni quadro osservato, ogni verso sussurrato ha aperto varchi e creato mondi possibili. L’identità di una donna? Un viaggio senza fine, un’odissea in cerca di quella voce che sa raccontare la propria storia, una voce che si forgia nel dialogo con le grandi del passato e si rinforza nelle sorellanze del presente. Così, generazione dopo generazione, le donne hanno rinnovato il mondo, lasciando tracce luminose lungo il cammino.
E tutto inizia nell’adolescenza, quell’età in cui le inclinazioni esplodono e prendono forma, in cui la scoperta del sé si intreccia con quella del corpo. Un corpo che vibra, che si accende nell’intensità delle amicizie e negli amori che sembrano bruciare per sempre.
L’adolescenza è un territorio in continua definizione, un luogo di fioriture e metamorfosi. Nulla è ancora deciso, tutto può essere plasmato. È lo splendore delle cose informi, il tempo in cui ogni possibilità è aperta. Simone de Beauvoir ci ha insegnato che l’identità femminile non è un destino, ma una costruzione. E cosa, meglio della letteratura permette di esplorare infinite versioni di sé? In questo viaggio, ogni parola scritta è un passo verso la libertà, ogni storia raccontata è un atto di ribellione.
Il nuovo numero di Finzioni, il nostro mensile culturale, sarà disponibile in edicola, sullo sfogliatore online e sulla nostra app da sabato 12 aprile.
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