È un filosofo saggio e laico come Massimo Cacciari che recentemente ha indicato nella scristianizzazione uno dei problemi del nostro tempo, insensibile alle guerre, ai naufraghi, agli altri.

Due angeli aprono il sipario e disvelano la Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi. È l'opera da cui è partito Massimo Cacciari nella ricognizione del suo ultimo libro, bello, dedicato alla Passione secondo Maria, per Il Mulino.

Secondo Cacciari la gente non ascolta più le parole del Vangelo. Sono i primi giorni del Giubileo e allora è una notizia che il libro più venduto nella settimana di Natale, la penultima dell’anno e quella più ricca per il mercato dei libri, sia Il Dio dei nostri padri di Aldo Cazzullo per HarperCollins, che sarà anche il libro più venduto in Italia quest’anno, ancora a un’incollatura da Un animale selvaggio, il thriller dello svizzero Joel Dicker che è stato il libro più venduto in Italia nei primi 11 mesi del 2024 per la Nave di Teseo.

Secondo Cazzullo la Bibbia è il più grande romanzo mai scritto. E Il Dio dei nostri padri è un libro accogliente che ci conduce alle radici della nostra cultura e delle nostre famiglie.

Perché i nostri padri erano convinti di vivere sotto l’occhio di Dio: la sua esistenza era certa come quella del sole che sorge e tramonta. Oggi abbiamo smesso di crederci, o anche solo di pensarci. E la Bibbia nessuno la legge più nessuno. Invece la Bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come un grande romanzo. La creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall’Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio. La storia di Giacobbe che lottò con Dio e di Giuseppe che svelò i sogni del faraone. Mosè, le piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti.

E poi la conquista della terra promessa, da Giosuè che espugna Gerico a Davide che taglia la testa di Golia, da Sansone, l’eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a Salomone che innalza il tempio.

Fascino millenario

Cazzullo rievoca storie dal fascino millenario. E racconta le grandi donne della Bibbia: Giuditta che decapita il condottiero nemico, Ester che salva il popolo dallo sterminio, Susanna che fa condannare i suoi molestatori. E poi l’angelo che salva Tobia e il diavolo che tormenta Giobbe, l’amore del Cantico dei Cantici e la disillusione dell’Ecclesiaste (“tutto è vanità”). Sino alla grande speranza della resurrezione, e di un salvatore che viene a riscattare l’umanità: per i cristiani, Gesù.

Aldo Cazzullo fa con la Bibbia quel che aveva fatto con Dante e quello che è ormai la sua specialità divulgativa: ci racconta la storia, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all’attualità, alla nostra vita, passando attraverso le vicende storiche e i capolavori dell’arte.

Al secondo posto il nuovo romanzo della bestsellerista francese Valérie Perrin, Tatà per e/o, al terzo La casa dei silenzi di Donato Carrisi per Longanesi.

Questo è il podio dei libri premiati. Dal pubblico.

Ma i più belli?

Certamente Il fuoco che ti porti dentro di Antonio Franchini per Marsilio, il migliore libro italiano dell’anno (come lo scorso anno fu La ricreazione è finita di Dario Ferrari per Sellerio). La storia stupefacente di Angela, madre che puzza, e titanico personaggio letterario malvagio di quella cattiveria che fa tanto bene alla letteratura cui invece male fanno la bontà e i buoni sentimenti.

Esatto nella scrittura contemporanea il romanzo di esordio di Edoardo Vitale Gli straordinari per Mondadori. Un romanzo d’amore e di lavoro ai tempi della performance, dell’ansia dilagante provocata dal rapporto col lavoro in una Roma performante come fosse Milano e bruciata da continui incendi che ne inquinano l’aria.

Un libro che racconta con precisione e ironia ossessioni, vizi, dipendenze e paure dei nostri Millenial. Quelli che fanno i direttori creativi in una multinazionale che si occupa di sviluppo sostenibile e transizione ecologica. Quelli che hanno comprato casa e l’hanno arredata con devozione, che possono permettersi cibo a chilometro zero, viaggi intercontinentali, abbigliamento slow fashion. Ma lavorano senza sosta, sono costantemente connessi, hanno la sensazione di non potersi fermare mai, neppure la notte, quando i progetti e le scadenze si trasformano in incubi.

Dei migliori saggi diremo la prossima settimana.

© Riproduzione riservata