The Perfect Couple è solo l’ultimo esempio di un filone a base di case pornografiche e omicidi. Sono storie prevedibili di solito scritte in modo mediocre, ma ormai non ne posso fare a meno
Nel mio cuore c’è un posto speciale riservato a un genere di intrattenimento che chiamerei “soldi e cadaveri”. Gli ingredienti sono sempre gli stessi e liamo nella loro prevedibilità: case pornografiche, ricchi stronzi, donne bionde, long drink a tutte le ore del giorno e della notte, un po’ di sesso torbido tra persone attraenti, un matrimonio o una festa o un qualche evento mondano dove possano gravitare tutti i personaggi, ma soprattutto Nicole Kidman. E poi, a un certo punto, ci scappa il morto.
Non tutte le ciambelle a base di soldi e cadaveri escono col buco, ma ormai ne ho viste abbastanza per dire che non importa quanto siano brutte, io vorrò vederle tutte e mi divertirò assai nel farlo. E infatti ho già guardato The Perfect Couple, miniserie in sei puntate da poco uscita su Netflix, in cui non manca niente. La pornografia immobiliare si esprime al suo meglio con una casa (termine riduttivo) a Nantucket – l’isola di Moby Dick e dei Kennedy e di tutti i miliardari più chic – i ricchi stronzi saltano fuori da tutte le parti nella famiglia Winbury (identifichiamo subito il più stronzo di tutti, il figlio Thomas, che dalla prima volta che apre bocca speri sia il cadavere che troveranno fra poco), i cocktail partono alla mattina, le donne sono tutte bionde a parte la protagonista povera che sta per sposare il meno stronzo dei Winbury. E quindi c’è anche il matrimonio, o almeno ci sono i preparativi, prima che l’inevitabile cadavere venga trovato a galleggiare nella spiaggia privata la mattina delle nozze.
Recitazione
Non manca neanche Nicole Kidman, qui autrice bestseller, matriarca irreprensibile, suocera ostile, già regina di alcuni precedenti “soldi e cadaveri”: uno era The Undoing, diretto dalla stessa regista di The Perfect Couple, la danese Susanne Bier. Una serie moscia con un finale pietoso, ma quanto mi piacevano gli appartamenti dell’Upper East Side, e com’era vestito bene Hugh Grant, e che brava Nicole Kidman. Si perde un sacco di tempo a commentare gli interventi chirurgici sulla sua faccia e non si parla mai abbastanza del fatto che Kidman è una delle più grandi attrici viventi e che anche con tutto il botox del mondo sparato in faccia riesce a esprimere una ventina di emozioni diverse sollevando un sopracciglio o arricciando impercettibilmente la bocca, ma anche non facendo niente di visibile a occhio nudo. Anche The Perfect Couple si regge perlopiù su di lei, oltre che sull’odore di posacenere e feromoni di Liev Schreiber, chiaramente percepibile anche dallo schermo della tv.
Kidman è così brava che mentre la guardi non riesci a capire se stai guardando sì una tavanata galattica, ma scritta benissimo, o se non sia piuttosto una tavanata galattica dalla scrittura mediocre che viene elevata da un livello di recitazione altissimo. Il dubbio resta, soprattutto se si prova a immaginarla come fiction Rai piena di faccette basite da ambientare rigorosamente a Pantelleria (la guarderei? Subito).
L’altro, ben più memorabile, “soldi e cadaveri” di Nicole Kidman è ovviamente Big Little Lies, dove la pornografia immobiliare si spostava sulla costa ovest, ma non per questo veniva meno, il matrimonio era sostituito da una festa in maschera, le donne erano sempre tutte bionde, tranne la povera ragazza madre e Zoë Kravitz, che infatti interpretava la giovane e alternativa seconda moglie di un ricco stronzo, sesso torbido tra persone attraenti check, Kidman in stato di grazia. Lì non era brava da sola: tra Laura Dern, Reese Witherspoon e una certa Meryl Streep, che arrivava nella seconda stagione, persino i bambini non erano cani a recitare.
Chi può restare mora
Mi dispiace solo che Nicole Kidman sia assente dai miei soldi e cadaveri preferiti di questi anni: The White Lotus, che nonostante l’ambientazione italiana della seconda stagione ci ha risparmiato le faccette basite (è pur sempre un prodotto HBO), e The Affair, che andò ammosciandosi nelle ultime stagioni, ma rimane una delle cose migliori prodotte per la televisione almeno per le prime due. The Affair, che per chi non l’avesse vista a suo tempo su Sky ora sta su Paramount (anche se non conosco persone con questo abbonamento, forse per The Affair vale la pena farlo), è The Perfect Couple se avesse un senso narrativo che va oltre le sei puntate. I ricchi stronzi ce li abbiamo, le case porno pure, sia a Brooklyn (ricchi stronzi ma di sinistra) che a Montauk (dove la villa è del suocero bestsellerista del protagonista, scrittore fallito), il sesso torbido è già nel titolo, il morto c’è ma non sappiamo chi è per un bel po’, sappiamo però lo troveremo dopo un matrimonio. Mancano le bionde, ma le ricche di sinistra possono permettersi anche di restare more.
La storia prende forma attraverso i resoconti simili ma mai perfettamente sovrapposti del protagonista fedifrago, Dominic West, e dell’amante depressa, Ruth Wilson, che si alternano per comporre una versione frammentata dei fatti che hanno condotto al cadavere in questione. Non sappiamo chi è morto, non sappiamo chi è stato, ma a un certo punto ce ne frega poco. È questo il segno distintivo di un soldi e cadaveri a regola d’arte: se il tuo interesse non è vincolato esclusivamente alla risoluzione del mistero, anche in assenza di Nicole Kidman, hai per le mani qualcosa che durerà nel tempo e non verrà cancellato dalla Top 10 della prossima settimana. Temo invece che The Perfect Couple non sopravviverà al mese di settembre, con buona pace della Nicole.
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