- L’Istituto nazionale Ferruccio Parri è il capofila di un sistema federativo che fonda la propria attività di ricerca e divulgazione sui valori ispiratori della Resistenza
- Dal 1948 è autorizzato a conservare la documentazione prodotta dalla brigate partigiane e dai Comitati di liberazione nazionale (riconosciuti organi di stato) parificando, di fatto, gli archivi degli istituti a quelli degli archivi di stato
- L’Istituto, che è un sistema unico in Europa, mette anche in atto di quella che oggi si definisce public history, compiendo importanti attività di divulgazione
L’Istituto nazionale Ferruccio Parri è il capofila di un sistema federativo paritario di 67 istituti associati e 12 collegati presenti su tutto il territorio nazionale, che fonda la propria attività di ricerca e divulgazione sui valori ispiratori della Resistenza e sugli ideali di antifascismo, democrazia, libertà e pluralismo culturale espressi nella Costituzione della Repubblica italiana e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea; l’Istituto e la sua rete si ispirano ai principi di onestà e probità che devono sovrintendere ogni seria ricerca scientifica.
La storia
L’Istituto nazionale “Ferruccio Parri” è stato fondato a Milano nel 1949 – con il nome Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia – con l’obiettivo di raccogliere, conservare e studiare la documentazione prodotta dalle organizzazioni che hanno diretto la Resistenza per la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.
Nato su iniziativa di Ferruccio Parri e altri esponenti della Resistenza e della cultura storica in un periodo di forti tensioni e di lacerazioni sul piano politico e sociale, nel 1948 ottiene l’autorizzazione da parte del Consiglio superiore degli archivi a conservare la documentazione prodotta dalla brigate partigiane e dai Comitati di liberazione nazionale (riconosciuti organi di stato) parificando, di fatto, gli archivi degli istituti a quelli degli archivi di stato. Gli archivi degli Istituti sono quindi le uniche strutture private autorizzate a conservare documentazione pubblica all’esterno degli Archivi di stato: tale peculiarità differenzia gli archivi della rete da tutti gli altri enti conservatori presenti in Italia.
I documenti
Il nucleo originario dell’archivio dell’Istituto è costituito dal patrimonio documentario prodotto nel corso della Resistenza (tra cui la documentazione utilizzata da Giovanni Pirelli per la raccolta delle Lettere dei condannati a morte della Resistenza), ma accanto a questo è in continua espansione la documentazione relativa a tutta l’età contemporanea, riguardante partiti, sindacati, associazioni, strutture della società civile, oltre ad archivi di singole persone (tra i quali quelli, in originale o in copia, dei sindaci di Milano Filippetti, Greppi, Cassinis e Tognoli).
La biblioteca possiede serie di documenti diplomatici e di fonti europee e nord-americane; studi, saggi e riviste italiani e stranieri di storia e storiografia, di politica, economia, scienze sociali, pedagogia e diritto; volumi di storiografia, storia militare, memorialistica e storia locale; raccoglie e cataloga estratti di saggi, tesi di laurea specialistiche e di dottorato e favorisce le donazioni di fondi pubblici e privati garantendone la conservazione e la valorizzazione.
Possiede oltre 100mila titoli monografici e 6.900 testate di periodici italiani e stranieri (di cui circa 100 correnti), per un patrimonio complessivo pari a oltre tremila metri lineari.
La divulgazione
Riconosciuto dallo stato con la legge n. 3 del 16 gennaio 1967, l’Istituto nazionale Ferruccio Parri è oggi una associazione riconosciuta di diritto privato, iscritta al registro nazionale del terzo settore, senza scopo di lucro, con una propria personalità giuridica ed autonomia amministrativa, sottoposta comunque alla vigilanza del ministero dei Beni culturali e ai controlli della Corte dei conti.
L’istituto si propone, anche attraverso gli istituti e gli enti a esso associati, di raccogliere, conservare, valorizzare e mettere a disposizione degli studiosi e dei cittadini il proprio patrimonio documentario; alla funzione patrimoniale si è ben presto associata quella di ricerca, che ha trovato espressione in convegni, seminari, gruppi di lavoro, nella pubblicazione della rivista Il movimento di liberazione in Italia, poi Italia contemporanea, della rivista online Novecento.org e nelle diverse collane editoriali; la divulgazione dei risultati della ricerca scientifica è stata realizzata attraverso i mezzi ritenuti di volta in volta più idonei (pubblicazioni, riviste, convegni, seminari, mostre, audiovisivi, istallazioni museali, strumenti informatici).
L’Istituto svolge anche un fondamentale ruolo formativo, in particolare nelle scuole, anche grazie a una convenzione con il ministero dell’Istruzione, che prevede tra l’altro il distacco di insegnanti preposti e il riconoscimento di agenzia formativa: il Parri è stato protagonista del rinnovamento della didattica della storia attraverso le pratiche laboratoriali, e la sua rivista online Novecento.org rappresenta oggi la più importante realtà del settore in Italia.
Le attività
In questi ultimi anni accanto al lavoro “ordinario” sul patrimonio, nella ricerca, nella divulgazione e nella formazione, l’Istituto nazionale ha concentrato molte risorse nello sviluppo di strumenti multimediali, realizzando numerose banche dati, e-book e applicativi per smartphone e tablet, e potenziando la propria presenza sulla rete e nei social. Di rilievo, in particolare, la ricerca sulle stragi naziste e fasciste finanziata dal governo della Repubblica federale di Germania, che ha dato vita al portale omonimo, e le banche dati sulle Corti d’assise straordinarie, incaricate nel dopoguerra di sanzionare i crimini della Repubblica sociale italiana, e sui “Luoghi della memoria dell’Italia fascista”, ancora così capillarmente diffusi nell’odonomastica e nel tessuto urbano e monumentale dell’Italia odierna.
L’Istituto mette anche in atto di quella che oggi, sulla scia del movimento internazionale, si definisce public history: di particolare rilievo in questo senso appaiono le pratiche commemorative in occasione del calendario civile, e le attività di valorizzazione dei luoghi di memoria.
Gli istituti della rete sono finanziati prevalentemente dagli enti locali territoriali (comuni, province e regioni) e da soggetti privati o associativi interessati alla loro attività. Per quanto riguarda l’Istituto nazionale, le principali fonti di finanziamento provengono dal ministero della Cultura, tramite la tabella triennale che finanzia le istituzioni culturali italiane, dal ministero dell’università e della ricerca, sempre tramite la propria tabella triennale, dalle quote associative della rete, dal contributo per le attività istituzionali concesso dalla fondazione Cariplo di Milano e da quello del comune di Milano, che ospita l’Istituto, insieme ad altre associazioni, presso la Casa della memoria nel quartiere Isola. Importante è anche il contributo del ministero dell’Istruzione, per il costo sostenuto per gli insegnanti comandati concessi all’Istituto nazionale Parri. L’Istituto partecipa, e spesso vince, bandi per finanziamenti su specifiche linee di ricerca, a livello nazionale e internazionale.
Un sistema unico
Oggi la rete Parri costituisce un sistema federativo per la cultura e la storia contemporanea unico in Europa, una realtà consolidata, nonostante le difficoltà economiche crescenti per la diminuzione, o spesso l’azzeramento, dei contributi degli enti locali, e soprattutto originale: non ha eguali sia nella sua caratteristica federativa sia nel fatto che gli istituti sono al tempo stesso luoghi di ricerca storica, di conservazione, di divulgazione e di formazione. Il Parri in conclusione si qualifica come un punto di riferimento nella ricerca storica sull’età contemporanea, nell’educazione alla cittadinanza e nella vita civile del paese.
L’auspicio è che la sua funzione culturale e civile possa essere apprezzata anche oggi, da istituzioni dirette da una classe politica che sembra in imbarazzo nell’affrontare la realtà storica del fascismo e nel valorizzare lo studio e l’eredità civile dell’antifascismo e della Resistenza.
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