Nella seconda serata non ha trattenuto le lacrime. Dopo un 2023 che l’ha tenuta lontana dalle scene per un problema ai reni, la cantante non si arrende, nonostante la caduta dalle scale durante le prove che la costringe a camminare con un tutore: «Ho sempre cercato di essere impeccabile, stavolta no. La mia canzone parla di un amore finito: il fango esiste anche dove pensiamo che sia tutto perfetto». E ringrazia Giorgia per un consiglio ricevuto a 16 anni
Dopo la seconda esibizione non ha trattenuto le lacrime Francesca Michielin. Non aveva fatto in tempo a dire che questo Festival di Sanremo le avrebbe fatto bene e che non vedeva l’ora di dimostrare di esserci ancora più forte di prima, che è caduta dalle scale durante le prove e si è distorta una caviglia, costringendola a camminare con un tutore.
Ma lei non si arrende. Dopo un 2023 che l’ha tenuta lontana dalle scene per un problema ai reni, quel momento che tanto desiderava non se lo farà sfuggire. Per tutto il 2024 ha lavorato a un album che uscirà presto, e in queste due serate è salita sul palco dell’Ariston per cantare il suo pezzo Fango in paradiso, e la voce, nonostante la fatica e la poca libertà dei movimenti, è uscita forte e chiara.
È il suo terzo Sanremo questo, dopo essersi classificata al secondo posto con Nessun grado di separazione nel 2016 dietro gli Stadio, e poi con Chiamami per nome in coppia con Fedez nel 2021, davanti a loro solo i Maneskin che poi hanno fatto il percorso che tutti conosciamo.
«È una ballata che racconta la fine di un amore che ha portato centomila lacrime», racconta. «Mi era già capitato di fare canzoni intense o impegnate, ma non mi ero mai aperta così tanto esponendo la mia fragilità. Durante le prove con l’orchestra, prima di cadere, non ho trattenuto le lacrime». Forse per la canzone. Forse, viene da pensare, perché essere di nuovo su quel palco, dopo l’intervento ai reni e l’anno di pausa dai concerti, è un piccolo miracolo di cui solo lei conosce la sofferenza. «Nella vita ho sempre cercato di essere rigorosa e impeccabile, stavolta voglio rischiare e abbracciare l’imperfezione».
Che cosa ha imparato nella lontananza dalle scene?
Che ho sempre voluto avere tutto sempre sotto controllo e invece ho capito che non sempre ci riesco. E che è giusto non farlo. Credo di volermi lasciare invadere dall’emotività, e questo brano lo dimostra.
Com’è nato?
Era fine luglio, faceva caldissimo, era un momento di disagio per me. Ricordo di aver detto a Davide Simonetta, autore con cui lavoro per comporre i brani, «domani vengo a Bagnolo Cremasco», dove lui ha lo studio, e l’ho avvertito: «Ho bisogno di scrivere una ballatona di quelle pesanti, ne ho la necessità impellente». Tanto che lui mi ha risposto: «Domani voglio proprio distruggermi con te».
E poi?
In quello studio avevo la sensazione di fare musica per esigenza, non perché dovessi farla. Non è mai stato così, sia chiaro, però tante volte si va in studio per portare a casa un risultato. Invece siamo andati a pranzo, molto con calma. E poi il pomeriggio ci siamo messi a lavorare.
Lavora meglio al pomeriggio?
Per me è il momento migliore, io sono da tè, biscotti e canzoni. E il pezzo è uscita di getto in un paio d’ore, è stato liberatorio.
Tornando al brano, quindi è un pezzo dedicato a una persona realmente esistita.
Sì, è una canzone d’amore finita, dedicata a uno stronzo, si può dire? Il titolo in realtà è una sorta di ossimoro, perché di base non ti aspetteresti mai che in un luogo perfetto e idialliaco come il paradiso possa esserci del fango, ma è questo che invece voglio dire nel pezzo. La fanghiglia c’è anche là dove pensavamo ci fosse la cosa più bella in assoluto. Capita a tutti.
C’è un o una artista che le ha teso la mano in un momento importante?
Giorgia. È l’artista che è arrivata nella mia vita al momento giusto, quando avevo 16 anni ed ero in gara a X Factor.
E che vi siete dette?
Ci siamo incontrate negli studi e parlando mi aveva chiesto di che segno zodiacale fossi, e io le avevo risposto che ero del segno dei Pesci. E lì è arrivata la frase che ha cambiato la mia sorte, quando ha detto: «Nel mare c’è tantissima confusione, ma c’è anche tanta libertà». Mi ha acceso un faro nel cervello, mi ha dato la spinta di provarci. Mi sono detta, sarà difficile ma posso provare a navigare nel mare della discografia italiana facendo quello che so fare meglio, cioè me stessa.
Con questo pezzo mi sembra che ci stia riuscendo.
È difficile. A volte pensi che sia meglio rinunciare a qualcosa di se stessi, è più sicuro. Rende meno vulnerabili. Invece con questo pezzo io potrei sputtanarmi definitivamente. Per questo mi emoziona cantarlo.
Perché ha voluto Rkomi al suo fianco per il duetto di venerdì?
Mirko è una persona con cui sognavo da tempo di lavorare, ci siamo scelti approfittando di questa nuova regola di poterci esibire con altri concorrenti in gara. La nuova stella di Broadway di Cremonini è stata scelta perché è un brano che amiamo entrambi. Io in particolare sono molto legata alla figura di Ginger Rogers citata nel testo. Non vedo l’ora.
C’è una strofa che si tatuerebbe?
“Siamo nella stessa lacrima, come il sole e una stella” di Elisa. Senza dubbio.
E una sua di strofa?
“Stasera non mi trucco che sto anche meglio” di Non abito al mare. Cosa che sto facendo anche a Sanremo.
La conduzione di X Factor è stato un momento di passaggio?
La tv è stata un’esperienza molto bella, che non escludo possa riaccadere. Ora però vorrei concentrarmi sulla musica.
Dopo Sanremo che succede?
Ho l’album e soprattutto una serata che mi attende all’Arena di Verona. Il 25 febbraio compio 30 anni e il 4 ottobre li festeggerò con Michielin30 - tutto in una notte, uno speciale live per festeggiarli anche sul palco. Tra i primi colleghi ad aderire ci sono Bruno Belissimo, Carmen Consoli, Dardust, Emma, Fudasca, Levante, Margherita Vicario, Maria Antonietta, Mecna, Tredici Pietro e Vasco Brondi. Io mi sento già felice così.
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