«Sono stato a colloquio con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata questa mattina al quotidiano La Stampa: mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all'organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata». Queste le parole del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, pronunciate nel pomeriggio del 3 settembre fuori da Palazzo Chigi dopo la convocazione della premier Meloni in seguito all’esplodere del caso Boccia.

Immediata invece la replica della “collaboratrice fantasma” del ministro, che in serata ha pubblicato screenshot di alcune email che proverebbero come in realtà sia stata lei a non pagare nulla durante i viaggi e le visite in cui ha accompagnato il ministro.

Non solo: Boccia ha pubblicato in un post una mail relativa alla nomina di "consigliera per i grandi eventi”, ruolo che diceva di ricoprire nonostante le smentite del ministero. Lo stesso Sangiuliano ha detto che la possibilità della sua nomina era stata presa in considerazione, ma bloccata prima della firma per possibili «conflitti di interesse».

Nel testo della mail pubblicata dalla donna si legge: «Gent.ma dott.ssa Boccia, dando seguito a quanto anticipato per le vie brevi poco fa, le allego i contatti miei e del mio collega per qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale Consigliere del ministro “per i grandi eventi”». La mail è stata inviata da esponenti di rilevanza dello staff del ministro.

Oltre al testo, Boccia ha pubblicato anche una registrazione audio di una telefonata con un collaboratore di Sangiuliano, a testimonianza del fatto che ha registrato anche alcune conversazioni in questi mesi. 

I costi

Sangiuliano e Meloni hanno affermato pubblicamente che neanche un euro di fondi pubblici è stato speso in favore di Boccia. Nella notte, però, Boccia ha pubblicato lo screenshot di una mail nella quale riceve la carta d’imbarco per un viaggio che ha compiuto insieme al ministro Sangiuliano.

Secondo quanto riportato da La Stampa, il ministro ha detto di aver pagato tutto lui con la sua carta di credito personale. «Pubblico tutto, ricevute ed estratti conto relativi a tutti i posti in cui siamo stati insieme, da Taormina a Polignano, da Sanremo a Milano».

Inoltre negli ultimi mesi Boccia non ha solo registrato tracce di conversazioni private avute con i membri dello staff del ministro, ma avrebbe anche registrato dei video attraverso degli occhiali Ray Ban che hanno la telecamera incorporata. «Nulla di illegale» dice lei tramite una storia Instagram, mezzo con il quale parla ai giornalisti e al pubblico. E nelle scorse ore ha specificato: «Io non ho mai ricattato nessuno, ho solo raccontato la verità».

Ma il caso pone seri dubbi sulla sicurezza intorno al ministro e sul G7, tanto che secondo quanto riporta Repubblica due paesi membri avrebbero chiesto spiegazioni alla premier su cosa sta accadendo.

Questo perché nei giorni scorsi è stata pubblicata una mail del 5 giugno scritta dal sovrintendente del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, e inviata a figure di primo piano dello staff del ministro e a una serie di altri destinatari, tra cui Boccia. Il messaggio conteneva informazioni riservate sulla tappa di Pompei del G7 della Cultura.

Nel testo della mail emerge che Boccia avrebbe effettuato insieme al ministro Sangiuliano una «visita con sopralluogo agli scavi in data 3 giugno». Ma a quale titolo, visto che formalmente non ha mai ottenuto la nomina di consigliera? 

Sangiuliano ha sempre negato che Boccia avesse a disposizione notizie sensibili. La premier si è esposta in prima persona per difenderlo. Ma a ogni nuova storia Instagram della collaboratrice “fantasma”, come è stato scritto oggi in vari retroscena, il suo fastidio per questa situazione cresce a dismisura.

Le prove presentate dal ministero

Nel frattempo, l’Adnkronos ha potuto visionare una serie di documenti e verificare quanto sostenuto da Sangiuliano. Da quanto risulta all'agenzia, le spese dei viaggi di Boccia sono state sostenute dal ministro (con la sua carta di credito personale), dagli enti organizzatori, e in un’occasione direttamente da un sindaco. Inoltre, sempre secondo quanto riporta l’agenzia, in un caso Boccia avrebbe pagato di tasca propria il conto della sua stanza d'albergo, mentre la donna ha sempre sostenuto di non aver pagato nulla.

Intanto, una serie di esponenti di spicco dei partiti di centrodestra si stanno esprimendo sul caso che sta coinvolgendo il loro ministro. Primo fra tutti Matteo Salvini: «Mi fido dei colleghi e lo ribadisco oggi: mi fido dei colleghi con cui lavoro», ha detto il vicepremier intercettato alla Camera a margine della riunione del partito. 

L’esposto in procura

«Dopo la pubblicazione di documenti riservati da parte della dottoressa Maria Rosaria Boccia, a cui era stato promesso l'incarico di consulente per i grandi eventi del ministro della Cultura, il Ministro Sangiuliano deve dimettersi immediatamente perché incompatibile con la carica che ricopre. Deve farsi da parte. Il ministro non ha spiegato perché la dottoressa Boccia, pur non avendo alcun ruolo nel ministero, abbia utilizzato mezzi e servizi dello stato, inclusa l'auto della scorta», ha detto il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.

«Sangiuliano afferma di aver pagato tutto lui, ma fermo restando che questo è da verificare, l'uso improprio di mezzi e servizi dello Stato potrebbe configurare il reato di peculato. Il Ministro ha commesso una grave leggerezza, ma non si assume la responsabilità delle sue azioni», ha aggiunto annunciando di voler presentare un esposto in procura.

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