L’esercito di Kiev deve combattere anche con l’imbuto della burocrazia che occupa moltissimo tempo. «La modernità e l’efficienza sono il percorso per vincere» dice la viceministra alla Difesa Chernohorenko
L’ordine di dover andare a combattere al fronte resta tra le pratiche burocratiche in Ucraina ad avere un retaggio sovietico. Per il resto, non c’è quasi più nulla ad arrivare via posta, non c’è quasi più nulla che debba essere compilato su carta dopo aver passato ore e ore in un ufficio pubblico. Vale per le tasse, per i certificati sanitari, e adesso vale anche per l’esercito.
«Abbiamo bisogno di risparmiare tempo per vincere», racconta in esclusiva a Domani Kateryna Chernohorenko, viceministra della Difesa ucraina con delega allo sviluppo digitale, alla trasformazione digitale e alla digitalizzazione.
Due mesi fa insieme ai vertici della Difesa e delle Forze Armate ucraine Kateryna Chernohorenko ha presentato Army+, una app per smartphone pensata esclusivamente per i militari in servizio nell’esercito ucraino. «È un’applicazione sviluppata dai militari per i militari, con l’obiettivo di eliminare tonnellate di scartoffie inutili e dispendiose in termini di tempo, accelerare e rendere più sicura la comunicazione interna, raccogliere feedback, fornire accesso a servizi e informazioni utili», prosegue la viceministra.
Come funziona
L’app consente sostanzialmente ai militari in servizio, e ai comandanti, di non dover più viaggiare da una parte all’altra del paese – l’Ucraina è il secondo paese europeo per estensione – per fare rapporto sulla loro carriera nell’esercito, firmando pratiche e compilando documenti. Si può fare via app, con una firma digitale che ha lo stesso valore legale di quella su un foglio di carta. «I rapporti ora possono essere presentati in pochi minuti», spiega.
Il progetto è implementato dal ministero della Difesa in cooperazione con lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine. «In appena due mesi, 310mila militari si sono registrati su Army+. Più di 1.000 unità militari hanno organizzato il loro lavoro con i report elettronici tramite l’app», racconta Kateryna Chernohorenko a Domani. L’obiettivo è arrivare un milione.
Si fa tutto tramite app. Il militare sceglie un documento elettronico tra i template già preconfigurati, lo compila, chiede e inserisce l’identificativo ID del comandante, che fa da timbro ufficiale. La viceministra racconta l’imbuto burocratico da cui si sta cercando di venire a capo. «Specialmente i rapporti, dovevano essere scritti a mano, firmati, trasportati, registrati, revisionati e trasportati di nuovo». E racconta come «prima del lancio dell’app, i comandanti delle compagnie potevano impiegare dal 50 per cento al 80 per cento del loro tempo in servizio sulle carte».
Nella sua intervista menziona come tra l’altro ogni veicolo militare in movimento nel paese, diventi automaticamente un bersaglio di attacchi russi. «E poi i soldi spesi per la carta e per il carburante usato per portare queste carte avanti e indietro». La stima della viceministra è che Army + «può già liberare fino a 63 giorni di lavoro in ciascun battaglione». Definisce lo scenario come «una rivoluzione digitale nelle forze armate, che si sta sviluppando davanti ai nostri occhi».
La digitalizzazione ucraina
È il primo strumento del genere utilizzato per i militari in servizio, racconta la viceministra. Ma l’idea di abbandonare la carta e puntare su digitale e innovazione è un processo che in Ucraina va avanti da anni, e in diversi settori pubblici. «Non è il primo esempio di un’app governativa di successo in Ucraina. Oltre 20 milioni di ucraini utilizzano Diia, un’app su cui ho lavorato anche mentre ero al Ministero della Trasformazione Digitale. Diia offre accesso a oltre 30 servizi governativi e 14 documenti, consentendo ai nostri cittadini di utilizzare documenti digitali sui loro smartphone per identificazione e condivisione, pagare tasse, saldare multe giudiziarie, ottenere certificati Covid, congedi per malattia, re-immatricolare l’auto e altro ancora», racconta la viceministra.
L’app è stata lanciata due anni prima dell’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, e il claim con cui tutti la conoscono è «uno stato in uno smartphone». Oltre ad Army+ e Diia, c’è Mriya, un’app per la scuola che mette in contatto insegnanti, studenti e genitori. C’è Reserve+, l’app per riservisti e per chi può essere chiamato per la mobilitazione. «Con Reserve+, abbiamo risolto il problema dell’aggiornamento dei dati di registrazione militare», racconta.
La legge
In Ucraina dal 18 maggio scorso una nuova legge regola la chiamata alle armi. Una delle novità è quella di prevedere un aggiornamento obbligatorio dei dati. «Tutti i cittadini ucraini soggetti al servizio militare dovevano aggiornare i loro dati nei Centri Territoriali di Reclutamento entro 60 giorni. Grazie all’app, le persone non avevano necessariamente bisogno di recarsi al CTR e aspettare in fila. Oltre tre milioni di ucraini sono stati in grado di aggiornare le loro informazioni in tempo e ottenere un documento di registrazione militare elettronico con un codice QR, che ha la stessa validità legale di uno cartaceo», spiega la vice ministra a Domani.
Tra l’altro cercando di risolvere anche un’altra criticità: la gente in questi uffici preferisce non andare. E gli agenti dei Centri Territoriali di Reclutamento – ripresi dagli smartphone dei passanti – finiscono su Telegram e sui media anche internazionali per i loro controlli in strada, nei bar o nei ristoranti. L’ultimo caso quello dei controlli durante un concerto degli Okean Elzy a Kiev.
Negli ultimi mesi la digitalizzazione delle forze armate ucraine ha coinvolto anche la gestione del patrimonio militare, eliminando «16 registri e libri cartacei obsoleti e non informativi». Ed è stato totalmente rivisto il settore militare della logistica, che adesso punta su sistemi digitalizzati. «Il sistema DOT-Chain ha ridotto di quattro volte i tempi degli ordini e della consegna dei rifornimenti alimentari alle unità di retrovia». In più è stato implementato il sistema Delta, una piattaforma cloud dotata di sensori, radar e parametri per permettere di individuare dall’alto truppe di Kiev e differenziarle dai target russi.
Un sistema che a luglio è stato portato anche alla Nato, uno strumento giudicato talmente avanzato che – si legge sul sito dell’Alleanza Atlantica - «spiana la strada per l’interoperabilità con gli alleati». «Delta si è dimostrato estremamente efficace sul campo di battaglia, contribuendo alla distruzione di oltre 15 miliardi di dollari di equipaggiamento nemico», racconta a Domani la vice ministra. «Di recente, questo sistema di combattimento è stato implementato in tutte le unità della Difesa Ucraina», prosegue.
E racconta anche gli ultimi aggiornamenti. «Di recente abbiamo aggiunto funzionalità per la pianificazione delle operazioni delle unità Uav, l’integrazione sicura dei droni alleati, il riconoscimento automatico degli equipaggiamenti nemici da telecamere e droni utilizzando l’intelligenza artificiale. Abbiamo in programma di espandere questa tecnologia ai produttori di droni e installarla direttamente sui droni stessi».
Il prossimo aggiornamento
Sul piano di sviluppo dell’app Army +, la viceministra racconta come nel prossimo aggiornamento è prevista una sorta di e-learning di tattiche militari. E poi di includere tutta una serie di servizi per chi sta al fronte, dal supporto psicologico a sconti su beni e servizi.
«Presto, lanceremo anche il reclutamento online, permettendo agli ucraini di trovare opportunità lavorative nell’esercito di loro interesse e inviare la loro candidatura direttamente alle brigate via app», racconta. «Il nostro obiettivo è rendere disponibili online il 90 per cento dei servizi per il personale militare. A lungo termine, entro due anni o più, Army+ si evolverà in una super-app e assistente personale per il personale militare, semplificando il loro lavoro e la loro vita quotidiana. Inoltre, vogliamo esportare questa tecnologia nei paesi partner».
Tutto fatto perché «la modernità e l’efficienza sono il nostro unico percorso per vincere questa guerra. Per garantire un vantaggio sul nemico, dobbiamo essere innovativi e tecnologici. Ci stiamo allontanando dall’eredità sovietica, evolvendoci sul campo di battaglia», racconta. La guerra si combatte con le truppe, esauste dopo quasi tre anni di combattimenti incessanti, con l’artiglieria e nelle trincee. Si tenta di vincerla con algoritmi, sensori e software avanzati, creando una percezione e una consapevolezza che vanno verso un’unica direzione. «Stiamo realmente trasformando l’esercito ucraino nell’esercito del futuro. Il nostro obiettivo è ottenere un vantaggio tecnologico di dieci a uno rispetto al nemico».
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