Il piano sarà pronto fra due mesi e verrà presentato a Biden, le candidate Harris e Trump, i leader del G-7. Il presidente ucraino ha negato tensioni con Roma sull’occupazione di Kursk
È una svolta nel conflitto in Ucraina? Per ora c’è una cauta apertura di Kiev, ma il negoziato parte sempre da piccole concessioni che aprono nuovi scenari fino a quel momento impensabili.
Stiamo parlando di una road map per la pace in Ucraina, «un piano che sarà pronto a novembre e che presenterò al presidente Joe Biden, ai candidati Trump e Harris, e ai leader del G7 perché voglio sapere cosa ne pensano». Lo ha rivelato a sorpresa il presidente ucraino Volodymir Zelensky in un'intervista coi direttori di sei testate italiane – Repubblica, Corriere della Sera, la Stampa, Sole 24 Ore, Tg1, Skytg24 – moderata da Monica Maggioni.
È questo quindi il «piano segreto» al quale il presidente Zelensky sta lavorando, dalla cornice ancora riservata, motivo per cui non ha fornito molti dettagli. Dalle sue dichiarazioni seppur vaghe si capisce, però, che il piano prevederà un ruolo attivo nella difesa ucraina dei partner occidentali che sia «una garanzia del cessate il fuoco». E permetta al leader di Kiev, dunque, di sedersi al tavolo e aprire le trattative diplomatiche. In che forma e con quali limiti però non è dato ancora sapere.
Kiev in passato aveva ipotizzato un ombrello difensivo simile a quello dei paesi Nato ma poi non se ne era fatto nulla per timore delle reazioni russe.
Nell'intervista il presidente ucraino ha inoltre difeso l'incursione a Kursk in Russia e lanciato l'allarme sulle forniture militari della Corea del Nord e dell'Iran al Cremlino.
In particolare Zelensky ha spiegato che l'Ucraina è stata costretta all'operazione preventiva nella regione di Kursk poiché «l'intelligence americana e di altri Paesi occidentali ci aveva avvertito che la Federazione russa stava cercando di occupare Kharkiv e la regione di Sumy per creare una zona cuscinetto a nord dell'Ucraina.
A Kharkiv li abbiamo fermati, per Sumy abbiamo fatto un'azione preventiva a Kursk per difendere la città. Avevamo il diritto di farlo», ha dichiarato. Sul tema i russi tacciono.
Sulla questione scottante delle armi, Zelensky ha confermato la notizia pubblicata dal Wall Street Journal della consegna, da parte di Teheran, di armamenti alla Russia, e di forniture provenienti anche dalla Corea del Nord.
«Tutti i missili a lungo raggio che vengono lanciati dalla Russia, inoltre, hanno componentistica occidentale, pezzi di Taiwan, pezzi cinesi. Abbiamo tutte le prove. Putin non ha un solo missile a lunga gittata che sia costruito interamente con componenti russi», ha sottolineato il presidente ucraino. Poco prima della descrizione di Zelensky alcuni droni Shahed hanno colpito Kiev nella notte: le armi di produzione iraniana sono arrivate in centro città, con i rottami dei droni abbattuti finiti davanti al Parlamento ucraino.
I rapporti con Roma
Sui rapporti tra Kiev e Roma, in particolare sul fatto che in Italia non tutte le forze politiche del governo Meloni siano a favore dell'occupazione della regione russa di Kursk, Zelensky ha assicurato di «non aver alcun problema col governo italiano». Roma si oppone anche all’uso di armi italiane nel territorio russo. Nel suo colloquio con la premier Meloni, che ha ribadito il sostegno italiano a Kiev, ha parlato di «ricostruire l'Ucraina, dei preparativi per la conferenza sul tema che si terrà in Italia nel 2025».
Nel contesto del Forum Ambrosetti, che si svolge alla Villa D'Este, il presidente ucraino ha anche «incontrato i più importanti amministratori delegati del vostro Paese». E sul recente rimpasto di governo – che ha generato molte perplessità tra gli alleati – Zelensky ha spiegato che «il cambio è dovuto al fatto che la guerra continua e ogni persona, anche di alte professionalità, si stanca».
Ha ricordato che «l'Ucraina non ha alcuna possibilità di vincere se è stanca. Avevo già detto dell'intenzione di fare un cambio nell'intero sistema e avevo cominciato col comandante delle forze armate (Zaluzhny, ndr) e ora siamo arrivati al governo. La professionalità dei ministri che lasciano non è mai stata in discussione».
«Uno degli argomenti chiave di cui abbiamo discusso è stata la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina, concentrandoci in particolare sul ripristino del nostro sistema energetico.
Apprezziamo profondamente la decisione dell'Italia di ospitare la prossima Ukraine Recovery Conference nel 2025». Così su X Zelensky, dopo l'incontro con la premier Meloni. Vedremo se Kiev saprà trovare la via del negoziato e vincere la partita del dividendo della pace.
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