In un colloquio con il Foglio, la sorella della presidente del Consiglio annuncia la fine della storia con il ministro dell’Agricoltura. Una notizia che circolava da tempo. E sul presunto complotto nei suoi confronti dice: «Nessuno si paragona a un grande statista come Berlusconi»
Un’altra Meloni si separa. Dopo la presidente del Consiglio, che ha chiuso la storia con Andrea Giambruno, Arianna Meloni ha annunciato la fine della relazione con Francesco Lollobrigida, attuale ministro dell’Agricoltura conosciuto negli anni della prima militanza nei partiti della fiamma.
L’ufficialità della notizia, che rimbalzava da tempo negli ambienti politici, è arrivata in un colloquio con il Foglio proprio mentre il nome di Arianna Meloni è tornato al centro per il suo ruolo nella fondazione di Alleanza nazionale, che ha donato 30mila euro all’associazione Acca Larenzia per l’acquisto della storica sede del Msi.
«Per Lollo mi butterei nel Tevere, come si dice a Roma. Ci vogliamo bene, so quanto vale, conosco di che pasta politica sia fatto: uno in grado di lavorare 500 ore al giorno. È una persona solida, onesta e con una grande preparazione», ha detto la plenipotenziaria di Fratelli d’Italia. Comunque la fine della relazione non impatterà sulla politica, secondo la versione della sorella della premier.
«Il nostro progetto politico va avanti, i nostri rapporti personali sono ancora solidi, poi l’amore è un’altra cosa. L’affetto e la stima rimangono intatti. Per ora è così. E visto che sono affari nostri e ci sono tante persone che amiamo in mezzo, la finirei qui con la curiosità morbosa», ha detto, cercando di archiviare la vicenda.
Nei mesi scorsi rumors riportavano i rapporti pessimi in casa Meloni-Lollobrigida. Fino all’epilogo di agosto, al termine dei giorni di vacanza trascorsi insieme in Valle d’Itria, prima dello spostamento in Sardegna.
Arianna Meloni e il complotto immaginario
Durante l’intervista Arianna Meloni ha anche parlato del presunto complotto nei suoi confronti da parte della magistratura. «Nessuno si paragona a un grande statista come Berlusconi. Va bene le accuse di mitomania che traspaiono dal racconto che si fa di me, ma pietà», ha spiegato minimizzando il suo ruolo.
E ancora: «Lungi da me attaccare la magistratura. L'attacco semmai è nei confronti di un certo giornalismo che mi tira in ballo di continuo descrivendomi alle prese da due anni con nomine e trame di potere. Questo mi avvilisce».
Nella narrazione, dunque, non ha tutto il potere che le viene attribuito per le nomine, nonostante sia sorella ascoltatissima della presidente del Consiglio, responsabile della segreteria politica del primo partito italiano ed ex – seppure da poco – compagna di vita del ministro dell’Agricoltura. Insomma, tutte invenzioni della stampa. Come sempre viene raccontato nel mondo meloniano.
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