I capigruppo dem chiedono che la premier dia ulteriori informazioni sulla portata dello scandalo e sottolineano come il dossieraggio riguardi mandanti e dossierati che orbitano intorno al centrodestra: «Faide interne»
Il centrosinistra ha comunicato una prima reazione alle notizie sul nuovo caso dossieraggio che riguarda i dossier compilati a pagamento su diversi personaggi pubblici. I capigruppo del Pd hanno chiesto che Giorgia Meloni prenda posizione a proposito in aula. Ma, soprattutto, ha sottolineato come sia mandanti che dossierati che emergono dal nuovo caso facciano parte del mondo del centrodestra.
«Il quadro che emerge dall'inchiesta hacker e dalle notizie che quotidianamente leggiamo sulla vicenda è inquietante. Siamo di fronte ad un sistema di sicurezza del Paese che fa acqua da tutte le parti e che, come è evidente, viene usato dalla destra al governo per pericolosi dossieraggi e faide interne» scrivono in una nota Francesco Boccia e Chiara Braga.
«Il governo, dopo aver varato una inutile legge sulla cybersicurezza, assolutamente priva di risorse, assiste inerme a una guerra intestina tra gruppi di potere giocata sulla pelle della democrazia italiana, con figure che rivestono incarichi pubblici che forse dovrebbero al più presto dimettersi» continua.
«A questo punto è necessario che la Presidente del Consiglio venga con urgenza in parlamento: vogliamo sapere come sia possibile che sia stato violato il sistema dello SDI, con hackeraggi di dati che, a quanto pare, toccano le più alte cariche dello Stato; chiediamo di conoscere quali siano le iniziative che il governo, ora, intende mettere in campo per chiudere questa grave falla nel sistema di sicurezza; vogliamo sapere se esiste e quale sia l'eventuale grado di coinvolgimento di pezzi di apparato dello Stato» fanno sapere Boccia e Braga.
Renzi
Nel frattempo è intervenuto anche Matteo Renzi, che in un nuovo episodio della sua enews ha annunciato che si costituirà parte civile. «La responsabilità politica di questo caos dove da qualche mese chiunque si alza e intercetta chi vuole, chi se la prende? Se le Istituzioni non funzionano, chi è il responsabile. Chiedo a Giorgia Meloni e al suo braccio destro Alfredo Mantovano: ma in questi due anni cosa avete fatto per la cybersicurezza a parte assumere un sacco di gente e portare il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale sul palco di un evento di Fratelli d’Italia per la campagna elettorale di Giorgia Meloni?» scrive l’ex premier.
Avs
Va giù duro anche il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli: «Per mesi, la presidente Meloni ha evocato complotti contro la sua persona, facendo del vittimismo una strategia politica: eppure, le notizie che emergono dall'inchiesta di Milano dimostrano che esponenti di destra spiavano altri esponenti di destra e non solo» si legge in una nota.
«È in gioco la nostra democrazia, e il parlamento deve essere convocato in seduta comune per ascoltare quanto hanno da dire la presidente Meloni e il ministro dell'Interno Piantedosi sulla vulnerabilità dei nostri sistemi di sicurezza».
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