Tra le poche note positive della nuova legge di Bilancio ci sono i provvedimenti adottati a favore dell’agricoltura. Coldiretti: «Bene su Zes agricola»
Un’altra delle immagini da consegnare agli annali è quella dei banchi del governo vuoti all’inizio della discussione in aula Camera sulla manovra. Non contenti delle figuracce collezionate durante l’esame in commissione Bilancio, la destra ha completato l’opera provocando la momentanea sospensione dei lavori. «L’ennesima mancanza di rispetto nei confronti del parlamento», l’ha definita il deputato del Movimento 5 stelle, Leonardo Donno. Il ministro dei Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, ha dovuto così chiedere «scusa per il ritardo» mentre annunciava la questione di fiducia posta sulla manovra. Un gesto che ha ristabilito un minimo di decoro istituzionale, in mezzo a tanta «sciatteria», per dirla con le parole di Federico Fornaro, onnipresente deputato del Pd e custode dei regolamenti.
Sciatteria è uno dei tanti aggettivi che definiscono bene la finanziaria, la terza del governo Meloni. Non appena il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, pretoriano della manovra si è concesso una mezza mattina di break dopo il tour de force degli ultimi giorni, il governo ha combinato l’ennesimo pasticcio. Da mettere in conto all’altra sottosegretaria al Mef, la meloniana Lucia Albano. Era lei a dover presidiare di buon mattino i banchi di governo, nell’attesa che arrivasse qualche ministro, tra cui Giancarlo Giorgetti. Non c’era nessuno.
Ed è il secondo scivolone della sottosegretaria di Fratelli d’Italia: durante le votazioni sul decreto fiscale al Senato, Albano ha fatto finire il governo sotto sul voto per la riduzione del canone Rai. In quel caso sarebbe bastato rimettersi al voto della commissione. Senza impegnare l’esecutivo. Tra tante priorità, la maggioranza ha poi pensato bene di spingere per l’approvazione di una norma per la deregulation della caccia. «Un atto di 'pirateria parlamentare'», ha attaccato la capogruppo di Alleanza verdi-sinistra, Luana Zanella. Ancora una volta di mezzo c’è una questione procedurale, totalmente calpestata. La norma è di natura ordinamentale, ossai entra nel sistema giuridico. «Non doveva essere ammissibile», insiste Zanella. Ma il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, è stato molto generoso con la destra. E non esce benissimo dalla vicenda della manovra tra riformulazioni ed emendamenti dei relatori arrivati a grappoli, si è limitato spesso a fare spallucce.
Un altro nome finito nell’occhio del ciclone è quello del neo-capogruppo di FdI a Montecitorio, Galeazzo Bignami, sostituto di Tommaso Foti traslocato al governo come ministro del Pnrr e degli Affari europei. Come ha raccontato Repubblica, se l’è presa con i funzionari della Ragioneria dello stato e con la commissione Bilancio alla Camera, a cominciare dal presidente Giuseppe Mangialavori (Forza Italia). Lasciando allibiti gli interlocutori. Una sfuriata inspiegabile. «Bignami non sa come funziona una manovra», ha osservato un parlamentare della sua stessa maggioranza. Di sicuro il battesimo del capogruppo nel nuovo ruolo non è stato il migliore possibile.
I veleni dell’improvvisazione durante l’iter del provvedimento sono destinati a trascinarsi in aula. Nella tarda serata è attesa l’approvazione: la fine di un supplizio per la maggioranza. Dopo il testo verrà trasmesso al Senato in attesa dello sprint finale. Ora che l’articolato della legge è stato definito, aumentano i malumori di interi settori, oltre che dei parlamentari, inclusi quelli di maggioranza. «Il testo è insoddisfacente», commenta Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum terzo Settore. Dal mondo del volontariato arriva un’osservazione circostanziata: «Se è vero che non sono più previsti i revisori del Mef negli organi di controllo degli enti che ricevono contributi pubblici, nessuna modifica è intervenuta sulle limitazioni alle spese effettuate dagli stessi enti. Che spesso, nel nostro caso, sono investimenti in attività sociali», osserva Pallucchi.
La manovra ha comunque portato a casa qualche buon risultato, almeno per l’agricoltura. Da +Europa c’è la rivendicazione del mezzo milione di euro per il fondo sull’educazione sessuo-affettiva a scuola. «Un piccolo passo per combattere la violenza di genere», ha osservato il deputato Riccardo Magi. Mentre la Coldiretti, con il presidente Ettore Prandini e il segretario generale, Vincenzo Gesmundo, si è soffermata sugli elementi positivi, «dalle risorse finanziarie per gli allevamenti danneggiati dall’epidemia di Lingua Blu al credito d’imposta per sostenere gli investimenti nella Zes agricola», così come «la stabilizzazione delle accise ridotte per i microbirrifici: con riduzioni dell’aliquota che vanno dal 50 per cento al 20 per cento, a sostegno della filiera della birra agricola e artigianale». Ci sono poi altri interventi rivendicati. Insomma, come un orologio rotto, anche questa legge di Bilancio ha fatto segnare delle cose giuste.
© Riproduzione riservata