C’è anche il sigillo ufficiale di Elon Musk sul disegno di legge sullo spazio. Andrea Casu, deputato del Pd, ha pubblicato un post su X con tanto di screenshot dal contenuto inequivocabile: il capo di Starlink rivendica (rilanciando un post di un suo “cantore”, tal Robinson Jr., sui social) che un articolo della legge, testuale, «apre la strada a Starlink come sistema di backup italiano».

Insomma, la riforma, approvata giovedì alla Camera e trasmessa al Senato, spalanca le porte alla sua azienda per il controllo dei satelliti in Italia, a detta del diretto interessato. Cade quindi l’ultima scusa della destra, che aveva minimizzato sulla questione dei vantaggi per Space X. Intanto nella maggioranza è scattata una concorrenza serrata per accaparrarsi le simpatie muskiane, attraverso il dialogo con il suo emissario in Italia, Andrea Stroppa.

Stroppa contro Urso

Matteo Salvini ha avviato l’offensiva per scipparlo a Fratelli d’Italia con cui finora c’è stato un canale privilegiato. Tanto da poter accedere con una certa facilità a palazzo Chigi. Ora l’irritazione di Stroppa è abbastanza palese. Nelle ultime ore ha ripreso, per bacchettarlo ancora, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che aveva elogiato il lancio nello spazio di un razzo europeo, anche grazie alla tecnologia italiana.

«Mi unisco ai complimenti del ministro per il traguardo della Francia per aver lanciato Ariane 6 dalla Guyana Francese con a bordo un satellite costruito in Francia a uso esclusivo militare francese», ha scritto Stroppa in tono canzonatorio.

Del resto, Urso è oggi visto come un ostacolo, perché fautore della posizione a favore «dell’interesse nazionale», tanto da accettare – almeno nella prima parte – il dialogo con le opposizioni. Una linea sgradita a Musk e alla sua cerchia.

Salvini, alla disperata ricerca di un rilancio, vuole incunearsi nella crepa che si è aperta. Immagina una Lega più muskiana di Musk, attenta a ogni sospiro dell’oracolo Stroppa. «Vuole seguire le orme di AfD in Germania, che grazie al sostegno di Musk è andato sopra il 20 per cento», osservano fonti interne al suo partito. L’equazione è tutt’altro che scontata, ma l’operazione è scattata.

La nota firmata dal capo delegazione Lega al parlamento europeo, Paolo Borchia, e dal deputato responsabile leghista dipartimento esteri, Paolo Formentini, contro Eutelsat e smaccatamente a favore degli «americani», ossia Musk, è stata una dichiarazione d’amore alla tecnologia del magnate sudafricano.

Ma anche un atto ostile verso gli alleati, innescando le guerre spaziali nella destra. «Sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano», hanno scritto i due dirigenti del partito di Salvini, invitando a scegliere gli Usa invece degli altri, in riferimento al dialogo avviato con i francesi di Eutelsat.

Alla corte di Musk

Il vicepremier leghista ha deciso di caricare a testa bassa. Per ingraziarsi Stroppa si sta spostando sempre più a destra anche sui diritti, come testimoniato dall’incontro promosso da un iper-salviniano, il deputato Rossano Sasso. In quell’occasione c’è stata una serie di attacchi alle «pagliacciate» gender. E la presenza all’evento del leader è stata un segnale.

Peraltro, un primo abboccamento con Stroppa c’era stato con i sondaggi sul ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, lanciati dal braccio destro italiano di Musk. Si vocifera che all’inner circle salviniano non sia affatto dispiaciuto, tanto da far recapitare il messaggio allo stesso Stroppa. Voci, certo. Ma che il vicepremier sogni il ritorno al Viminale è storia nota.

La vicenda degli attacchi a Matteo Piantedosi è rimasta in sospeso, nonostante l’interrogazione del deputato del Pd, Toni Ricciardi, che ha chiesto chiarimenti sulle possibili ingerenze.

L’atto è rimasto senza risposta. Meglio evitare ulteriori imbarazzi. Perché nei prossimi giorni il corteggiamento a Musk rischia di inasprire ancora di più i rapporti.

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