Una faticaccia anche solo pensare a chi possa gestire il Pnrr. L’eventuale trasloco europeo di Raffaele Fitto ha tutte le caratteristiche per diventare un problema per il governo, aprendo una falla palazzo Chigi.

Se infatti il ministro diventerà commissario Ue, bisognerà decidere a chi trasferire le sue numerose deleghe: Pnrr, coesione, affari europei e sud. Un rompicapo che rischia di essere di difficile soluzione.

Poche alternative

Il motivo? Mancano persone in grado di raccogliere la sua eredità. L’ennesima prova di una classe dirigente di destra poco adatta a certi compiti per l’assenza di profili di prestigio internazionale.

L’indicazione del governo non è ufficiale e già nei palazzi della politica è scattata l’allerta: chi porta avanti l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra governo e maggioranza c’è una certa preoccupazione. «Ed era il motivo per cui Giorgia Meloni ha tentennato su Fitto», riferisce una fonte governativa.

Un solo addio al governo crea una sorta di effetto rimpasto, parola che fa venire l’orticaria alla leader di Fratelli d’Italia che per mesi ha garantito di voler chiudere la legislatura senza cambi in squadra.

Le questioni non cancellano il problema alla base: il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato “messo a terra”, ma ora va attuato, un terreno politico dove si colloca il confine tra il successo e il fallimento.

Il partito di Meloni non ha una batteria di papabili sostituti. Che, a ben vedere, è la stessa ragione per cui il “capace” Fitto è stato indicato come il nome giusto da poter mandare in Europa.

Scartata l’ipotesi di interim alla premier, serve un nome spendibile. Uno dei profili graditi è quello di Nicola Procaccini, solo che a Fratelli d’Italia serve averlo in Europa.

Piano spacchettato

L’idea sarebbe uno spacchettamento tra i dioscuri di palazzo Chigi, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, così diversi nei modi e così legati dalla lealtà nei confronti della presidente del Consiglio.

Entrambi potrebbero tuttavia avere una funzione di vigilanza più che operativa: non avrebbero un pedigree idoneo a trattare con l’Ue. L’operazione includerebbe lo spostamento di alcune funzioni al ministero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti.

Non potrebbe “prendersi” tutto il Pnrr, limitandosi a un ruolo di supervisione nel solco di quanto progettato inizialmente dal governo Draghi. In quel caso il Mef di Daniele Franco era il terminale politico insieme ai singoli ministeri.

Un possibile “successore”, a sorpresa, potrebbe essere Galeazzo Bignami, attuale viceministro alle Infrastrutture. Meloni lo stima, tanto da averlo piazzato alle calcagna di Matteo Salvini al Mit. Una missione che avrebbe assegnato a pochi nel suo partito.

Nei mesi scorsi sembrava il candidato ideale per la regione Emilia-Romagna nel tentativo di espugnare una storica roccaforte della sinistra. L’opzione è oggi molto debole. Bignami ha scelto collaboratori e consiglieri anche fuori dal perimetro del partito segnando un approccio diverso rispetto a molti altri colleghi approdati in stanze ministeriali.

La sfida presenterebbe un elevato coefficiente di difficoltà perché il Pnrr è il passaggio decisivo. La soluzione, insomma, non è certo pronta nonostante Meloni abbia avuto il tempo di valutare la gestione dell’eventuale post Fitto.

In questa rumba, la casella del ministero del Sud è quella più semplice da attribuire: il candidato naturale è Nello Musumeci, che attualmente gestisce le Politiche del mare e della protezione civile.

L’ex presidente della regione Sicilia pensava di ricevere le deleghe per il Mezzogiorno già alla nascita del governo. La preferenza è caduta in quel caso su Fitto, custode del suo bacino elettorale in Puglia.

A Montecitorio rimbalza anche la voce di una possibile poltrona a Ylenia Lucaselli, attuale deputata in rampa di lancio, che da ministra del Sud potrebbe forgiare un profilo nazionale.

Il suo nome circola come possibile candidata alle regionali in Puglia in programma il prossimo anno. Certo, Musumeci non la prenderebbe molto bene. Ma in mezzo a tanti problemi, sarebbe comunque quello minore.

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