Il declino di uno si traduce nel ritorno dell’altro. È ciò che sta avvenendo dentro Fratelli d’Italia, dove il calo delle quotazioni del ministro ed ex cognato Francesco Lollobrigida sta aprendo la strada al ritorno del padre putativo delle sorelle Meloni, Fabio Rampelli.

Due sono i segnali – eclatanti in un partito attento ai simbolismi – che i più attenti hanno colto immediatamente. Il primo, tra le righe, era nascosto nell’intervista di agosto al Foglio di Arianna Meloni, in cui annunciava la fine della sua relazione con il ministro dell’Agricoltura. La notizia principale ha fagocitato tutto il resto, ma nella chiacchierata Arianna – che è plenipotenziaria nel partito con il ruolo di capo della segreteria politica – annunciava anche la nascita di una scuola di formazione per dirigenti, affidata nientemeno che a Fabio Rampelli.

Ma perché farlo in una intervista con un focus evidentemente spostato su altro? «Perché, in realtà, l’intervista serviva a dare il segnale che, col tramonto di Lollobrigida, Rampelli avrebbe ritrovato il suo spazio», dicono fonti che ben conoscono la grammatica interna.

Il segnale numero due, invece, è più leggibile. I gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia hanno organizzato dal 4 fino al 6 di ottobre a Brucoli, in provincia di Siracusa, dal titolo “Italia, le radici della bellezza”, per parlare di turismo, infrastrutture, cultura e formazione. Il programma è densissimo, ma a interessare sono i saluti introduttivi.

La liturgia è fondamentale: apre il presidente della regione di Forza Italia, Renato Schifani, poi interviene tutto il gotha di FdI siciliano, chiudono – nella posizione nobile dell’intervento di saluto finale – Fabio Rampelli e infine Arianna Meloni. Una novità inequivocabile, per chi conosce la storia che lega Rampelli alla famiglia Meloni e gli eventi successivi, sino alla nascita del governo.

L’attuale vicepresidente della Camera, infatti, è stato il padre putativo di Giorgia e Arianna ai tempi della loro formazione politica a Colle Oppio e ha sostenuto e aiutato entrambe negli anni della loro crescita. Tanto che Arianna, prima di diventare la “sorella di”, era conosciuta come il capo segreteria di Rampelli.

Poi, raccontano fonti interne a FdI che di quegli anni sono state testimoni, proprio l’arrivo di Lollobrigida a fianco di Arianna e a sostegno dell’ambizione di Giorgia ha prodotto il primo raffreddamento dei rapporti. Rampelli era esponente della vecchia guardia, Lollobrigida il giovane coetaneo con cui costruire il nuovo progetto politico.

E, lentamente, l’attuale ministro dell’Agricoltura ha sostituito Rampelli: nella galassia romana e laziale del partito e nella dinamica nazionale, dove Lollobrigida ha avuto la parola determinante nella composizione delle liste sia per il parlamento, dove è il riferimento di un buon terzo dei gruppi, che per le elezioni europee. Fino al massimo sgarbo al momento della composizione del governo, da cui Rampelli viene tenuto clamorosamente fuori. Vicepresidente della Camera era quando FdI era all’opposizione e tale è rimasto anche con la vittoria della sua pupilla.

Ora, però, il purgatorio sembra essere finito. Anche perché, fanno notare le stesse fonti di FdI, a favore di Rampelli gioca anche l’aplomb con cui ha incassato il declassamento. Qualche intervista figlia della delusione, ma mai una parola contro Meloni per rinfacciarle la poca gratitudine: in lui ha prevalso la fede di partito anche quando il partito non lo ha premiato.

Le ambizioni di Gemmato

Il declino di Lollobrigida, invece, produrrà nel tempo due effetti: il riposizionamento di molti e la perdita di spazio per quelli su cui il ministro ha puntato. Proprio questa fine potrebbe toccare anche a un potente di oggi come Marcello Gemmato.

Il sottosegretario alla Salute pugliese è stato ammesso alla cerchia ristrettissima della famiglia Meloni, tanto da essere incluso nella vacanza nel resort in masseria: le sue due figlie a giocare con Ginevra, lui a fare da cuscinetto nella delicata situazione familiare con l’ex compagno di Meloni Andrea Giambruno e Lollobrigida, che di lì a pochi giorni sarebbe diventato ufficialmente l’ex compagno di Arianna.

Proprio in forza di questo rapporto, Gemmato non ha fatto mistero delle sue ambizioni: ministro della Salute in caso di rimpasto, ma anche nome pregiato come candidato presidente della regione Puglia. La valutazione che filtra da via della Scrofa però è che, con lui candidato, Antonio Decaro avrà la vittoria assicurata.

Nei palazzi romani, infatti di Gemmato si cita la sonora sconfitta nella sua Terlizzi – perdendo 16 a 73 per cento – dopo dieci anni in cui il sindaco era stato il fratello Ninni Gemmato. Il quale nel 2022 non è riuscito nemmeno a farsi rieleggere in consiglio comunale. «Gemmato oggi punta sul suo rapporto con Lollobrigida, ma prima era considerato uomo di Rampelli. Poi, quando i due hanno litigato, lui si è ricollocato», si spiega. Vicende dal sapore locale, che però ben raccontano le dinamiche interne al partito.

La Puglia, infatti, rischia di essere la bestia nera di Meloni dopo l’addio di Raffaele Fitto verso il ruolo di commissario europeo. Il vuoto è difficilmente colmabile con l’attuale dirigenza di cui Gemmato fa parte e un segno ne è già stato la sconfitta subita a Bari, città un tempo roccaforte di Pinuccio Tatarella, nonostante il successo del partito alle Europee.

La Puglia, dunque, va attenzionata come luogo che più incarna i limiti di FdI: nonostante sia la terra di due big come Fitto e il sottosegretario Alfredo Mantovano, mancano voti e soprattutto volti in grado di catalizzarli. Con il cambio degli equilibri romani, però, anche quelli pugliesi possono mutare.

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