Le europee del giugno 2024 saranno «uno spartiacque» ma «non sono un conta dei rapporti di forza nel governo e nelle opposizioni». Non è con questo spirito che noi le affrontiamo, noi siamo sempre disponibili a costruire l’alternativa alla destra».

Alla direzione Pd, giovedì alla sede nazionale del Nazareno, Elly Schlein inizia con quasi un’ora di ritardo e pronuncia una relazione di quasi un’ora. Dentro c’è un messaggio distensivo verso tutti: innanzitutto verso la minoranza interna, che rassicura confermando l’appoggio anche militare all’Ucraina; la platea tributa un significativo applauso, e il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa, parla sui social di una sottolineatura «quanto mai importante in queste ore».

La segretaria si dichiara riformista, sorvola sulle tensioni interne, insiste sull’Europa, cita a più riprese la Laudate Deum, l’esortazione apostolica di papa Francesco (che è la sua maniera di costruire ponti con i cattolici). Allontana da sé l’accusa di non ascoltare i suoi: dunque nella replica cita tutti gli interventi. Esercizio sempre utile.

Ma tanto giovedì nella direzione si respirava aria di tregua interna. Nessuna critica, se non sfumatissima. Alla fine tutti d’accordo sul prossimo appuntamento di piazza: sarà l’11 novembre a Roma. La relazione viene approvata all’unanimità.

Conte, scambio di cortesie

Schlein manda messaggi di pace anche alle altre forze dell’opposizione. Innanzitutto a Giuseppe Conte, che negli ultimi tempi attacca il Pd una volta al dì. La segretaria sa che fino alle europee il leader dei Cinque stelle cercherà la sfida all’ultimo voto, ma evita le polemiche per non compromettere la successiva costruzione di un’alleanza. E anche le possibili convergenze alle amministrative: «La priorità è costruire l’alleanza vincente».

Anche se le rare convergenze di cui fin qui si ha notizia non sono tutte vincenti: come nel caso della probabile candidatura in Sardegna della grillina Alessandra Todde, che rischia di spaccare l’elettorato Pd e spingere alla corsa in proprio l’ex presidente Renato Soru.

Conte lascia capire che sarà nella piazza del Pd, per ricambiare una cortesia costata cara alla segretaria: «Noi abbiamo fatto una manifestazione contro il governo il 17 giugno, con i 20mila a Roma, se il Pd l’11 novembre lancerà questa manifestazione e saremo invitati, se è contro le politiche di questo governo, ci saremo».

Calenda invece no

Invece Carlo Calenda, leader di Azione, resta in modalità irriducibile all’alleanza. A Roma, al Festival delle città, ribadisce che «non c’è e non ci sarà un campo largo. L’unico governo che si potrà porre in questo paese è un governo di ampie coalizioni», ma saranno sempre coalizioni di destra se le opposizioni non strapperanno un numero sufficiente di collegi uninominali. Le distanze restano: per esempio per lui il governo Conte II è stato «uno dei peggiori della storia repubblicana».

Non è chiaro se il governo Meloni è compreso o escluso dal novero. Ieri hanno tirato un calcetto anche i rossoverdit. «Un’opposizione disunita rafforza il governo di destra», ammettono Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, ma oggi è il giorno dello sciopero climatico, Schlein ha schierato il Pd anche in questa mobilitazione e «non è possibile costruire politiche sul clima credibili se si fa una politica energetica che sostiene la realizzazione dei rigassificatori di Piombino e Ravenna». Quello che fa il Pd.

Rimettere insieme un campo competitivo contro la destra è uno degli obiettivi della segreteria Schlein, ma almeno per questo c’è tempo. Per il momento pratica un altro dei suoi obiettivi: cambiare pelle al partito. Così snocciola la road map dell’autunno di piazza con cui il Pd accompagnerà le mobilitazioni sindacali verso lo sciopero generale, perché «l’estate militante non smobilita ma rilancia. Il primo anno di governo Meloni si chiude con un autunno di mobilitazione e di proteste».

Sabato lei sarà nella piazza convocata dalla Cgil a Roma – ci sarà anche Conte – e stavolta la partecipazione del partito è formale e anche sostanziale: la federazione della capitale porterà un suo striscione.

Domenica 8 banchetti e «firma day» sul salario minimo, «per arrivare più forti in parlamento» il 17, quando tornerà in aula la proposta unitaria delle opposizioni. Il 27 ottobre a Venezia la presentazione del Piano casa nazionale. Per arrivare alla sua prima piazza di partito da segretaria: «Invitiamo tutti quelli che sentono l’esigenza di costruire una alternativa alla destra l’11 novembre». Sarà a Roma, dove non è ancora deciso, probabile piazza del Popolo: quella della chiusura della sfortunata campagna delle politiche, il 23 settembre 2022.

L’allora segretario Enrico Letta aveva voluto Schlein sul palco al suo fianco, lì lei pronunciò il controcanto a Giorgia Meloni: «Sono una donna, amo un’altra donna, non sono madre, ma non sono meno donna». La piazza non era piena, l’umore era fra la preoccupazione e la depressione. Quello è il Pd che qualche mese dopo lei ha raccolto alle primarie.

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