La maggioranza litigiosa non si calma. Dal fronte al no del centrodestra contro ius scholae e cannabis legale, allo scontro tra Mario Draghi e Giuseppe Conte sulla presunta richiesta del presidente del Consiglio di togliergli il ruolo di leader del Movimento, il governo Draghi continua a traballare. Tra ultimatum e “penultimatum”, il presidente del Consiglio è dovuto tornare in Italia in anticipo rispetto al previsto dal summit Nato. Intanto questa mattina il parlamento, dopo che Matteo Salvini ha tenuto una riunione con i suoi alla Camera, ha deciso di rinviare alla settimana prossima la trattazione dei due disegni di legge, ma il clima resta teso. Ecco tutti i punti dello scontro.

Ius scholae

Il testo del cosiddetto disegno di legge “ius scholae” consente l'acquisto della cittadinanza italiana al minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro paese, qualora abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

Attualmente gli stranieri che arrivano nel paese possono chiedere la cittadinanza per naturalizzazione solo dopo 10 anni di permanenza continuativa sul suolo italiano. I loro figli, invece, devono aspettare il compimento della maggiore età, dimostrando di aver vissuto ininterrottamente qui dalla nascita.

La proposta di modifica sulla cittadinanza è promossa dal Pd, una delle firmatarie dei testi usati come base è Laura Boldrini, mentre il relatore che ha di fatto approntato il disegno di legge in discussione è Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali e deputato del Movimento 5 stelle. La Lega si oppone chiedendo che sia prevista la maggiore età, per Fratelli d’Italia invece è necessario che venga completato il ciclo di studi. Forza Italia sta provando a trattare sul numero di anni scolastici necessari.

Cannabis

Il ddl sulla cannabis si compone di 8 articoli ed è volto ad affermare la liceità della coltivazione e della detenzione in forma individuale, e per uso personale, di massimo quattro piante femmine di cannabis idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente. Tali condotte dunque non costituiranno reato e non comporteranno l'applicazione di sanzioni amministrative.

Dall’altra parte il disegno di legge interviene aumentando le pene in altri altri casi: reclusione da sei a dieci anni per i reati connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio della cannabis.

Inoltre, si prevede la promozione, all'inizio di ogni anno scolastico, nelle scuole di primo e secondo grado, di una giornata nazionale sui danni derivanti da alcolismo, tabagismo e uso delle sostanze stupefacenti e psicotrope.

Il testo unificato mette insieme quello presentato da Riccardo Magi (+Europa) e quello di Caterina Licatini (Movimento 5 stelle). Relatore è Mario Perantoni, del Movimento 5 stelle. Il centrodestra è compatto per il no senza mediazioni.

Fine vita

Resta silente intanto il dibattito sul fine vita. Dopo che la consulta ha bocciato i quesiti referendari, la legge è ripartita alla Camera dove è stata approvata in prima lettura, a marzo si è spostata in Senato ma il dibattito, che aveva causato l’ennesimo scontro tra centrosinistra e centrodestra, non è ancora ripreso.

L’iter della legge sulle “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita”, indica le norme per richiedere assistenza medica sul fine vita. Nel primo articolo è prevista «la facoltà della persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile di richiedere assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita». La legge prevede inoltre l’esclusione della punibilità per il medico, il personale sanitario e amministrativo nonché per chiunque abbia agevolato il malato nell’esecuzione della procedura di morte volontaria medicalmente assistita.

Durante la conversione in legge, per andare incontro alle richieste del centrodestra, è stata aggiunta l’obiezione di coscienza del personale sanitario e l’istituzione dei Comitati per la valutazione clinica presso le aziende sanitarie territoriali. Tuttavia il voto finale che pure ha raggiunto la maggioranza non è stato supportato da tutte le forze di governo, la Lega infatti ha votato contro.

Conte, Grillo, Di Maio

Mentre vanno avanti gli scontri parlamentari, continua il tormento targato Cinque stelle. Il primo capitolo è stato la scissione, a questo si è aggiunta la presunta richiesta del presidente del consiglio Mario Draghi a Beppe Grillo di fare fuori il presidente del Movimento Giuseppe Conte.

Luigi Di Maio il 21 giugno ha deciso di staccarsi insieme a una sessantina di parlamentari del Movimento per fondare il partito Insieme per il futuro, a meno di dieci giorni di distanza è emerso un nuovo caso. Domenico De Masi, coordinatore scientifico della scuola di formazione del Movimento 5 stelle, ha detto al Fatto Quotidiano, in un articolo pubblicato il 29 giugno: «Grillo mi ha raccontato che Mario Draghi gli ha chiesto di rimuovere Giuseppe Conte».

De Masi ha incontrato di persona il fondatore del Movimento 5 stelle e a quanto riferisce Grillo concorderebbe i provvedimenti direttamente con il presidente del consiglio. Draghi gli avrebbe chiesto di rimuovere Conte dal M5s, perché inadeguato. La notizia è stata pubblicata mercoledì mattina, ma la replica di Palazzo Chigi è arrivata solo in serata: «Il presidente del consiglio non ha mai detto o chiesto a Beppe Grillo di rimuovere Giuseppe Conte dal M5s».

Giuseppe Conte si è detto «sconcertato». I due si sono sentiti e a breve è previsto un incontro. Il presidente dei pentastellati ha detto che il Movimento non smetterà di sostenere il governo.

Superbonus

Di questo scontro fa parte anche il Superbonus, lo sgravio per le ristrutturazioni degli edifici promosso dal Movimento 5 stelle. L’esecutivo deve presentare l’ennesima riformulazione del meccanismo di cessione dei crediti al 110 per cento ma i pentastellati sono sul piede di guerra e mettono in guardia sulla formulazione del testo e sulle ipotesi di cancellazione in futuro. L’ex ministro Danilo Toninelli ha detto che se l’esecutivo non darà ascolto alle richieste del Movimento «mina sicuramente la nostra presenza in questo governo».

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