La proposta di Perissa (FdI) vuole potenziare la società voluta dai meloniani. Le opposizioni contrarie. Ancora tutto fermo sulla trasparenza per i collaboratori
L’appetito vien mangiando, recita un vecchio adagio. Di sicuro quello di Fratelli d’Italia non è stato saziato dall’accentramento dei servizi di ristorazione alla Camera dietro il volere di Paolo Trancassini, deputato meloniano che detta legge nel collegio dei questori.
Uno che, peraltro, di cucina se ne intende, essendo titolare di un ristorante in centro a Roma. FdI vuole di più. Punta a potenziare il raggio d’azione della società in house di Montecitorio, Cd servizi spa, nata da poche settimane.
Marco Perissa, deputato tra i fedelissimi di Giorgia Meloni, ha messo nero su bianco una proposta presentata come ordine del giorno al bilancio della Camera. Un modo per vincolare il palazzo a portare sotto l’ala della società i lavori per la pulizia e l’assistenza alla telefonia e al reparto audio-video, oggi esternalizzati.
Pieni poteri
Nel suo odg Perissa chiede, testualmente, di «adottare i provvedimenti necessari per affidare, alla scadenza dei contratti attualmente in vigore, alla Cd- Servizi spa. la gestione diretta dei servizi attualmente in capo alle società L’Operosa spa e La Telefonica srl, nonché dei servizi attualmente svolti anche da altre imprese che rientrano nell’oggetto della Cd-servizi spa».
Insomma, stando alla sua idea, al termine degli accordi stipulati non ci dovrà essere una gara, ma si arriverà all’affidamento direttamente. Il risultato? Rendere più potente la creatura di Montecitorio, fondata nelle scorse settimane, nonostante la contrarietà del Pd, nella figura della vicepresidente dell’aula Anna Ascani, e del Movimento 5 stelle, con il deputato questore Filippo Scerra.
Uno dei grandi ideologi è stato appunto Trancassini, benché inizialmente l’attenzione fosse principalmente orientata alla ristorazione. Secondo indiscrezioni, la proposta di Perissa, l’unica firmata su questo testo dal deputato segretario provinciale romano del partito di Meloni, sarebbe ispirata proprio da Trancassini. Che in questo modo avrebbe una società ancora più forte portata in dote alla Camera.
Le opposizioni, però, hanno fiutato l’aria, rilanciando l’allarme sull’operazione. E cercano di stoppare l’iniziativa. In un altro ordine del giorno, che ha unito tutte le minoranze, hanno ricordato che «l’analisi svolta dall’ufficio di Presidenza (di Montecitorio, ndr) non è risultata idonea a risolvere le criticità relative ai costi di manodopera, agli oneri connessi al modello organizzativo». Un salto nel buio.
Per questo Stefano Vaccari del Pd, insieme a Roberto Giachetti di Italia viva, Benedetto della Vedova di +Europa e Agostino Santillo del M5s hanno chiesto congiuntamente che sia preparata «una relazione dettagliata sull’attività della Società Cd servizi». Un tentativo necessario per capire, tra le altre cose, i livelli retributivi dei lavoratori. Mentre il M5s si è spinto in avanti con Santillo che ha presentato una proposta per liquidare la società.
Poca trasparenza
Intanto, mentre Fratelli d’Italia mostra di essere molto attenta a prendersi fette di potere, nulla si muove in materia di trasparenza sui collaboratori parlamentari, salvo isolate iniziative. L’Aicp, l’associazione di categoria, da tempo chiede la pubblicazione sul sito della Camera del nome e della retribuzione dei consulenti dei deputati come avviene per altri organi istituzionali, in primis il governo.
Sul punto la presidenza di Lorenzo Fontana non ha mai fornito particolari aperture. Luca Pastorino, deputato del Pd, ha raccolto la sfida e ha chiesto di «integrare la scheda personale on-line di ciascun deputato con l’indicazione dei nominativi dei collaboratori» prevedendo la «facoltà di indicare la mail istituzionale di contatto e il curriculum vitae di ciascun collaboratore». Si attende il voto per capire la posizione dei partiti. In questo modo si potrebbe avere una mappatura chiara dei contratti sottoscritti, compreso il numero che oggi resta inspiegabilmente inaccessibile.
Ma l’approvazione del bilancio della Camera è anche il momento per sbizzarrirsi sulle proposte più varie, comprese quelle di autotutela dei deputati. Non sfugge, infatti, l’ordine del giorno firmato dal leghista, Alberto Gusmeroli, sottoscritto dagli altri partiti, che garantisce ai tesorieri dei gruppi maggiore libertà di disertare l’aula. Si punta a concedere la “missione”, l’assenza giustificata durante il voto, anche ai tesorieri, appunto. Perché è un compito che richiede uno sforzo extra.
E infine c’è chi, nei giorni di estrema afa romana, pensa a trovare un minimo di refrigerio. Paolo Emilio Russo, deputato di Forza Italia, vorrebbe far installare nel cortile di Montecitorio dei «sistemi di nebulizzazione dell’acqua al fine di consentire di contrarre in parte le temperature estremamente elevate». Almeno tra un decreto e l’altro si allevia la sofferenza dalla calura.
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