A un anno dalla morte del leader di Forza Italia la deputata potrebbe trasferirsi entro settembre. Ma a Domani dice: «Via da Villa San Martino? Gossip di basso profilo»
A poco più di un anno dalla morte di Silvio Berlusconi, Marta Fascina entro settembre potrebbe lasciare villa San Martino, ad Arcore, dove ha finora vissuto. A breve, dopo l’estate, le potrebbe essere chiesto di fare gli scatoloni e di mettere via gli oggetti portati nella simbolica residenza dell’ex presidente del Consiglio, dal 2020, quando è iniziata la loro relazione, fino a oggi.
La famiglia Berlusconi da tempo sta pensando di far liberare la dimora simbolo del potere di famiglia. Sarebbe dunque finita la gratitudine, e la pazienza, verso la deputata di Forza Italia, rimasta al fianco dello storico leader del centrodestra durante l’ultima fase della sua vita. Quindi nel difficile periodo della malattia.
Fascina, contattata da Domani, dice: «Per l’ennesima volta sono costretta a smentire notizie false che provengono da fonti inesistenti e inattendibili riguardo a un mio presunto allontanamento da villa San Martino». E aggiunge: «Vorrei che questo gossip di basso profilo cessasse attese le plurime smentite già affidate alla stampa».
Possibile svolta
Eppure secondo quanto spiegano a Domani fonti ben informate, la decisione di liberare la villa di Arcore sarebbe fortemente caldeggiata da Pier Silvio Berlusconi, in sintonia con altri famigliari, infastiditi dal fatto che Fascina non abbia tuttora comunicato la data del suo trasloco.
Il secondogenito del fondatore di Forza Italia ha pazientato per qualche mese, quindi ha sondato gli umori degli altri eredi.
Marina Berlusconi, neo Cavaliera del lavoro fresca di nomina del Quirinale, ha sempre avuto qualche titubanza sul tema, visto anche il buon rapporto con l’ultima compagna del padre ostentato, a favore di fotografi, durante il funerale nel Duomo di Milano.
Per questo ha sempre lasciato correre e probabilmente vorrebbe lasciar fare ancora un po’ prima di affrontare la vicenda. La questione è sicuramente delicata per le implicazioni mediatiche. Ma, dopo il primo anniversario della morte (il prossimo 12 giugno) di Silvio Berlusconi, l’amministratore delegato di Mediaset potrebbe proporre ufficialmente lo “sfratto”.
Il testamento
L’unica certezza, per ora, è che gli eredi dell’ex premier non vogliono fare la guerra a Fascina per un aspetto personale e in segno di rispetto nei confronti del padre. Procedono perciò con prudenza. Basti pensare ai 100 milioni di euro lasciati in eredità, come da testamento. Nessuno ha battuto ciglio. La decisione non è stata sindacabile.
Alcuni consiglieri hanno suggerito di fare delle verifiche sull’atto, in riferimento alle cifre assegnate, e individuare eventuali anomalie nella grafia. Qualche malfidato ha segnalato come la scritta «Euro 100 milioni» a favore di Fascina sia infatti dissimile da quelle a favore di Dell’Utri e Paolo Berlusconi, ma la famiglia non ha ascoltato i suggerimenti, convinta delle volontà paterne.
Su Arcore, però, una decisione dovrà essere assunta. Al momento il destino della villa resta indefinito. In passato era circolata l’ipotesi di trasformarla nella sede di una fondazione intitolata alla memoria dell’ex premier. Un ente di beneficenza per tramandare la memoria dell’imprenditore e politico da parte dei suoi eredi. Un’operazione dall’elevato impatto simbolico, oltre che pratico: sarebbe stato funzionale a liberare la casa dalla presenza di Fascina.
Il rapporto sentimentale tra il fondatore di Forza Italia e la deputata, proveniente dalla comunicazione del Milan, ha sempre creato qualche malumore agli eredi di Berlusconi. Nella memoria resta scolpito il “non matrimonio” del 2022 (a cui non aveva partecipato Pier Silvio).
A Villa Gernetto la giovane parlamentare forzista aveva celebrato la sua unione con il fondatore di Forza Italia. Un’unione che «non ha alcun valore legale», è stata la puntualizzazione ripetuta in ogni occasione: era stata organizzata per il piacere di rendere ufficiale il legame, andato avanti fino alla morte di Berlusconi. Negli ultimi mesi di vita dell’ex premier, Fascina ha peraltro acquisito un maggior peso nel partito, spostandone gli equilibri. Una piccola rivoluzione che ha favorito alcuni profili di sua fiducia.
Fascina alla Camera
Tuttavia, dopo il lutto, la parlamentare è sparita dai radar. È tornata a Montecitorio, dove è alla seconda legislatura, solo a novembre, attirando l’attenzione di tutti, a quasi cinque mesi dalla scomparsa dell’ex compagno. Ancora oggi alla Camera fa capolino insieme a uno dei suoi fedelissimi, Stefano Benigni, segretario dei giovani di Forza Italia e volto rampante nel partito berlusconiano.
Una presenza tutt’altro che impattante alla Camera, se non fosse per la sua storia. Fascina continua a prediligere il basso profilo. L’eventuale addio alla villa di Arcore sarebbe un nuova fase della sua vita. Personale e, inevitabilmente, anche politica.
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