«Finalmente Nanni Moretti può andare in soffitta. Con trent’anni di ritardo, oggi il Pd sta dicendo e facendo cose di sinistra. E si sente. Due anni fa, quando fui candidato all’uninominale, a Torre del Greco mi dicevano: peccato che stai nel Pd se no ti avrei votato. Oggi invece ci sono persino liste civiche, che si battono nei comuni, che fanno l’endorsement al Pd, e a me».

Secondo il giornalista Sandro Ruotolo, candidato alle europee nella circoscrizione Sud «il cambiamento delle primarie si comincia a vedere ora. È un processo più lungo di quello che si poteva pensare a tavolino, ma oggi la gente riconosce la novità. Ho incontrato persino giovani che prima votavano Potere al popolo. L’astensionismo preoccupa, ma il voto d’opinione c’è».

A sinistra c’è un’ampia offerta politica: Avs, la lista di Santoro, M5s.

Non c’è nessuna esclusiva. Ma la qualità delle nostre liste è alta: abbiamo candidati straordinari, della società civile, come Strada, Tarquinio, Annunziata, ma anche tanti amministratori bravi. Ma appunto, non c’è l’esclusiva. Sulla pace, per esempio: tutti vogliamo la pace. Strada, Tarquinio e io saremmo meno pacifisti di altri?

Santoro sostiene di sì.

Santoro fa la sua partita. Ma il Pd oggi fa un discorso chiaro, finalmente. In Europa siamo nella famiglia socialista, qui ci piace chiamarci democratici: ma se c’è una destra, c’è una sinistra. E oggi noi questo campo lo rappresentiamo. Ci viene riconosciuta la battaglia sul salario minimo, contro la precarietà, per la sanità pubblica. E il Mezzogiorno sarà una sorpresa. Qui hanno capito che l’autonomia differenziata è una fregatura e che il Ponte sullo Stretto ricorda le scarpe di Achille Lauro. In cento comuni manca l’acqua potabile. In Calabria la sanità è commissariata da 14 anni; il 14 per cento dei calabresi va al Nord per curarsi, e in 70mila rinunciano alle cure. La destra non ha capito nulla della pandemia.

Il governo ha appena varato un decreto per tagliare le liste di attesa.

Che non risolve. Le liste di attesa si riducono facendo assunzioni, subito. Invece la destra ripropone per tutta Italia il modello lombardo, basato sulla la sanità privata. Il governo qui al Sud accusa i poveri di essere poveri. C’è bisogno della medicina territoriale perché la popolazione invecchia, e le patologie croniche che vanno curate a casa. E invece intasano gli ospedali e i pronti soccorsi.

La campagna dei vostri indipendenti non genera qualche confusione?

No la linea è chiara. Per esempio il Pd chiede il riconoscimento dello stato della Palestina. Per emarginare Hamas.

Farlo ora non rischia di farne gli eroi proprio per il popolo palestinese?

No, anzi, smina un gruppo creato per distruggere l’Anp. La premessa è: l’esistenza di Israele è sacra, e per questo Netanyahu è il primo nemico di Israele. Si fermi lui, cessi il fuoco, e il processo di pace si apra subito con il riconoscimento della Palestina. Anche sul fronte dell’Ucraina la linea è chiara: Kiev ha chiesto aiuto, certo, ma l’Europa deve fare politica. Abbiamo bisogno di una difesa comune ma anche di una diplomazia comune. Ecco perché il voto alle europee tra i nazionalisti e gli europeisti federalisti è fra barbarie e democrazia. Dove c’è il nazionalismo c’è il rischio della guerra, dove c’è il federalismo la guerra si allontana, è la storia del 900. Ora bisogna fare un passo in più.

Opinioni tanto diverse per esempio sulla Nato, a Bruxelles non saranno un problema?

No, ripeto. E neanche su altri temi. Io sono il primo dirigente Pd che ha firmato il referendum contro il Jobs act. Quel concetto era scritto nella mozione Schlein alle primarie. E abbiamo vinto anche per questo. Per tornare a dire cose di sinistra, e poi farle.

Da questo voto nasce un nuovo Pd?

Il percorso non è finito. Ma mi piacerebbe avere elezioni tutto l’anno. Non per votare sempre, ma perché in questa campagna finalmente il partito si è riempito di elettori e di elettrici. E così che possiamo mettere in cantina la storiella del partito occupato dagli eletti. Oggi il partito è occupato dagli elettori: e allora facciamoci occupare 365 giorni l’anno.

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