- L’Eni sarà il principale sponsor di Sanremo per lanciare “Plenitude”, il nome della nuova società che unisce vendita al dettaglio di elettricità e gas, rinnovabili e mobilità elettrica.
- Un’operazione per fare attecchire il suo nuovo simbolo dai colori verdi nelle simpatie del pubblico, ma anche in vista della quotazione in borsa entro l’anno. Già il 31 è prevista una conferenza stampa con Amadeus.
- Greenpeace lancia l’allarme: «Questo è un esempio perfetto di come funziona il greenwashing, mettere in mostra la propria componente apparentemente più sostenibile mentre si occupa di tutt’altro»,
Il greenwashing dell’Eni arriva a Sanremo sfilando su un tappeto verde davanti all’ingresso dell’Ariston: il Cane a sei zampe è il principale sponsor del Festival di Sanremo. L’intenzione della compagnia è quella di mostrare ai milioni di spettatori Rai quanto è sostenibile Plenitude, il nuovo marchio che prenderà il posto di Eni gas e luce, la società che accorpa vendita di metano e elettricità al dettaglio e dall’estate scorsa anche le attività nel settore delle rinnovabili e la mobilità elettrica. Una mossa in vista della quotazione in borsa.
Greenpeace, l’associazione ambientalista che da sempre si batte contro le estrazioni di petrolio e gas, lancia l’allarme: «Questo è uno specchietto per le allodole, Eni utilizza questa sua facciata green», dice Federico Spadini che si occupa della campagna per il clima. «Tra l’altro nella stessa Plenitude ci sono i combustibili fossili, perché vende al dettaglio anche metano». Di tutto questo non si parlerà al festival.
Dalla crescita della consapevolezza sull’ambiente, alle bollette alle stelle, il Cane a sei zampe mai come ora ha bisogno di piacere: «Questo è un esempio perfetto di come funziona il greenwashing, mettere in mostra la propria componente apparentemente più sostenibile mentre si occupa di tutt’altro», dice Spadini.
A ottobre Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere di vietare le sponsorizzazioni delle compagnie fossili, come già accade per il tabacco».
«Numeri che cantano»
La Rai per dare spazio ai finanziatori, comincia ancora prima del Festival: il 31 gennaio ci sarà una conferenza stampa per lanciare la campagna pubblicitaria con gli sponsor, e sarà presente anche il volto delle serate, il presentatore e direttore artistico Amadeus.
Eni ha sempre bisogno di curare la propria immagine, e l’evento principe nazional popolare fa gola ad aziende che devono cercare il gradimento dell’opinione pubblica.
La Rai sa benissimo di offrire questa possibilità. Il festival «lo vedranno tutti» si legge nella brochure che mostra i «numeri che cantano». Il contratto per gli sponsor viene stipulato direttamente tra la Rai e il contraente, in questo caso Rai pubblicità ed Eni, senza ulteriori intermediari.
Venerdì è stato confermato che nel 2021 ha incassato circa 38 milioni di euro, e quest’anno ha aumentato del 15 per cento i listini: una miniera d’oro. Uno spazio pubblicitario singolo costa oltre 250 mila euro.
L’addio di Tim, che ormai da qualche anno accompagnava le serate Rai, a dicembre aveva fatto discutere, ma la rete non si è preoccupata: «L’uscita di Tim in realtà ha ravvivato l’interesse del mercato e contiamo con Rai pubblicità di fare anche quest'anno un ottimo lavoro sul fronte degli sponsor» aveva detto Stefano Coletta, il direttore di Rai 1.
La Rai sa anche che Sanremo, uno show in onda in prima serata su Rai 1 e con declinazioni in radio, pre e dopo festival, nelle altre reti e sul web con RaiPlay, presente praticamente in tutte le fasce orarie per i cinque giorni della kermesse, non ha problemi di acquirenti. L’ascolto medio delle cinque serate del 2021 ha superato gli 8 milioni di spettatori con quasi 30milioni di interazioni social, un incremento del 37 per cento rispetto al 2020. Molti degli appassionati sono giovanissimi: fascia 15-24 anni, secondo un sondaggio realizzato dalla tv.
Il tappeto verde
Eni, non sarà l’unico sponsor rilevante di Sanremo – presenti anche Costa e Suzuki -, ma, forte della quota pubblicitaria di cui ancora non è stata fatta “disclosure” – divulgazione –, è pronta ad accaparrarsi tutta la visibilità che l’evento potrà dare: lo dimostra il “green carpet” su cui sfileranno i cantanti e gli ospiti dell’Ariston. L’allestimento davanti al teatro lo ha voluto la stessa compagnia: «Forza dello sponsor», si legge sulla Stampa.
Eni, nelle immagini che compariranno in costanza di festival, vuole mettere l’accento su una trasformazione in corso, che però non la rispecchia: la società genera il grosso delle sue risorse finanziarie con lo sfruttamento delle energie fossili (con una stima del 96 per cento del risultato operativo nel triennio 2019-2022), ma ha deciso di puntare la sua presenza all’Ariston solo sulla nuova società, che ha tra l’altro ha un nuovo marchio con il cane a sei zampe e un sole al posto della classica fiammella (simbolo che a qualche malizioso utente online «sembra un fornello del gas acceso»).
Il passaggio al nuovo nome di Eni gas e luce dovrebbe avvenire a marzo, ed Eni non cerca solo il cuore degli spettatori comuni. L’attenzione all’ambiente fa sempre più gola agli investitori e oltre al nuovo brand l’azienda si prepara a lanciare in borsa Plenitude entro l’anno.
Intanto continuano i preparativi per lo show più seguito dell’anno e molte testate hanno già cominciato a scrivere quanto sia “sostenibile” il festival. Il tappeto verde (non più rosso) è stato steso anche se, raccontano le cronache mondane, sotto è di erba finta. L’assessore Giuseppe Faraldi si è premurato di chiedere a Rai pubblicità di mettere pure i fiori.
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