Il Movimento 5 stelle ha perso la presidenza della commissione dopo che si sono dimessi tutti per fare andare via Petrocelli perché troppo vicino a Mosca. La senatrice di Forza Italia raccontava a Piazza Craxi che «la Crimea è da sempre stata terra russa»
Si è aperto un nuovo caso all’interno della maggioranza Draghi. La senatrice di Forza Italia Stefania Craxi è diventata la nuova presidente della commissione Esteri del Senato con 12 voti. Solo 9 per il pentastellato Ettore Licheri. La commissione che ha fatto di tutto per cacciare Vito Petrocelli per allontanare il presidente filo Putin, ha lasciato spazio alla forzista a sua volta vicina a Mosca e il Movimento 5 stelle ha perso la presidenza. La sintesi l’ha offerta il politico di lungo corso di scuola democristiana Pierferdinando Casini, membro della commissione: «Craxi promossa» e «maggioranza bocciata». Lui l’unico astenuto.
Craxi come Berlusconi
Nel 2016 presentava il libro del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano “Putin, vita di uno Zar”. Il giornalista ha dimostrato spesso posizioni morbide con Mosca. A “Piazza Craxi”, riportava il sito Formiche, Stefania Craxi raccontava che Putin ha il merito storico «di aver ridato orgoglio e identità alla Russia, è riuscito a riplasmare un’identità nazionale forte, in cui tutti possono ritrovarsi, che tiene insieme lo stemma e il nastrino zarista, l’inno sovietico con la vecchia musica e nuove parole».
La senatrice se la prendeva anche con il governo italiano che «non ha fatto nulla contro il dissolvimento del progetto del gasdotto Southstream», gasdotto che avrebbe collegato l’Italia alla Russia senza passare dall’Ucraina.
Berlusconi oltre ad avere intrattenuto rapporti personali e politici con Putin sin dal 2001, nel 2009 benedì il nuovo memorandum per proseguire il progetto con il presidente russo e gli amministratori delegati delle società, Eni e Gazprom. Alla fine non arrivò a nulla perché sia la Commissione europea, sia gli Stati uniti, ritenevano l’opera strategicamente troppo filorussa.
Politica energetica e non solo. Craxi per buona misura era anche contro le sanzioni a Mosca per l’occupazione della Crimea nel 2014, per lei «la Crimea è stata da sempre una terra russa».
L’approccio mercantile nella politica estera è destinato a essere fallimentare, rilevava la senatrice. Per Craxi, bisogna domandarsi «come è stato possibile» spingere Mosca «fra le braccia» di Pechino. Una linea perfettamente berlusconiana. Recuperare un rapporto con la Russia «è fondamentale per noi» ha proseguito Craxi, adducendo l’importanza per il tessuto economico e produttivo italiano. «Sono convinta che fra i tanti scenari possibili, stiamo andando verso un nuovo bipolarismo globale», in cui scegliere da che parte stare, ha detto ancora.
I rapporti con Mosca
Fino al 2021, si trova sull’agenzia Nova, Craxi predicava la necessità di recuperare i rapporti con la Russia: «È fondamentale per l’Italia e l’Europa» affermava da vicepresidente della commissione Affari esteri al convegno “Il 1991 e l’Europa a trent’anni dal crollo dell’Urss”.
Il padre, Bettino Craxi (fuggito ad Hammamet dopo essere finito nello scandalo di Tangentopoli) raccontava, è fra le personalità che hanno lavorato maggiormente «per arrivare al crollo del Muro di Berlino». Non solo: «Sul grande scacchiere internazionale non siamo noi come Italia, e tantomeno l’Europa, a dare le carte».
A livello europeo, prima della difesa comune è necessaria una politica estera comune, ricordava. Sempre in tema di Unione europea, Craxi ha lanciato l’allarme sulla politica mercantilista, che mette le questioni economiche e commerciali prima di quelle strategiche, e sulla «sfida epocale» con la Cina.
Le reazioni
Dopo l’elezione, Craxi ha assicurato che sarà «atlantista». Lo scenario internazionale, ha scritto in una nota, «non consente tentennamenti ed equivoci di sorta e richiede al contempo un surplus di diplomazia». Nessun riferimento alle sue posizioni su Putin, di cui non fa menzione. L’Italia, scrive, «non può non avere chiari connotati atlantici». Adesso ha «l'ambizione di essere protagonisti di pace». Poi ha ringraziato la presidente del gruppo Anna Maria Bernini «a cui ascrivo il merito di questa mia elezione», a Forza Italia, «da sempre baluardo dei valori atlantici», e nello specifico Antonio Tajani e «a tutte le forze di centrodestra che ancora una volta dimostrano che sulle grandi questioni di fondo trovano sempre le ragioni della loro unità».
Su Mosca e Putin eppure, le idee non sembrano troppo cambiate. L’uscita più recente di Craxi, di poco più di un mese fa, è il no a un processo per i crimini di guerra: «Per trovare una via d’uscita possibile Putin non va messo all'angolo: è un errore minacciare di portarlo al Tribunale dell'Aia, di processarlo. Si rischiano solo reazioni scomposte e pericolose. Serve un’Europa che non c’è», ha detto alla Convention di Forza Italia.
Il centrodestra è entusiasta. Il leader della Lega Matteo Salvini ha fatto un Tweet definendola una personalità di «equilibrio» e «pace» con la “P” maiuscola.
Forza Italia ha dato una versione più istituzionale con il tweet di Antonio Tajani.
Per Pierferdinando Casini «Craxi promossa» e «maggioranza bocciata».
Nel pomeriggio la situazione è degenerata sulla votazione dei vice e a ripetizione è mancato il numero legale per procedere. Per Giuseppe Conte è l’ennesima sconfitta in parlamento. Il presidente del Movimento Cinque Stelle punta il dito contro «la nuova maggioranza che va da Fratelli d’Italia a Italia viva» visto che la maggioranza Craxi include anche il partito di Matteo Renzi.
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