L’ex senatore è stato prezioso per l’affermazione della Lega in regione. Ora è diventato l’uomo macchina del generale, preparando il terreno al nuovo partito. A Viterbo il 18 e 19 settembre andrà in scena un evento che mira a ottenere un grande impatto mediatico
L’impressione è che, in realtà, il generale Vannacci abbia le idee molto chiare. In questa direzione va la decisione di stringere il sodalizio con Umberto Fusco, ben avviato nei mesi scorsi dopo la presentazione del «Mondo al contrario» a Viterbo.
Chi è Umberto Fusco
Senatore nell’ultima legislatura, l’ex parlamentare viterbese si è accollato l’onere di organizzare anche l’evento di settembre dedicato al generale nella sua città, come aveva già fatto in tempi non sospetti per Matteo Salvini.
Per il segretario del Carroccio, Fusco è stato un personaggio tutt’altro che irrilevante: è stato l’ex senatore a organizzare la base intorno alla Lega nella Tuscia, arrivando a conquistare qualche comune in zona. «La Lega a Viterbo e nel Lazio l’ho fatta crescere io», rivendica Fusco.
Ex militare della marina, ora attivo nel settore della ristorazione, diverse fonti del suo (fu) partito descrivono Fusco come capace di mobilitare parecchie persone - «un bacino di voti che rischiava di mettere in difficoltà altri pezzi da Novanta in regione, primo fra tutti Claudio Durigon», vero dominus della Lega laziale - e vera anima del Carroccio nel Lazio settentrionale. Il suo attivismo non è però stato premiato, anzi ha ingrossato le fila di nemici.
Al collegio uninominale al Senato di Viterbo è stato candidato proprio Durigon, mentre per quanto riguarda i listini proporzionali per lui è sbucato un posto solo nella squadra che correva per la Camera. Guarda caso la sfida più complicata per la Lega.
«Il Lazio è per i salviniani un territorio più permeabile del nord, dove bisogna ancora tenere in considerazione le richieste della vecchia guardia», racconta un dirigente sul territorio. «Per questo, quando sono stati riempiti quei listini è stata data la precedenza a chi è vicino a Matteo e doveva entrare in parlamento a tutti i costi: Paganella, Bongiorno e Freni». Insomma, Fusco ha le sue ragioni per essere rancoroso. Dopo aveva tentato di abbracciare la causa di Forza Italia. Ne è uscito dopo pochi mesi.
La scelta del generale
La collaborazione con Vannacci - che pure ha giurato di non voler lasciare la Lega - gli offre l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Anche perché, in un’altra occasione, il generale ha anticipato che nelle sue intenzioni c’è quella di fondare una corrente interna o un movimento politico («che poi sarebbe un partito», osservano scettici dalla Lega).
Difficile però che il nuovo manipolo intorno al generale lavori per rientrare nel Carroccio dove poi, almeno su carta, le correnti non esistono. Più probabile che i nuovi adepti, in rotta con la casa madre, vogliano guardare a un’esperienza nuova, al partito Vannacci.
Il raduno del 18 e 19 settembre a Viterbo ha del resto un obiettivo non dichiarato, ma evidente: promuovere un evento a elevato impatto mediatico. Il generale non vuole sbilanciarsi, preferisce tenersi sul vago.
Ma di fronte a un’ampia partecipazione, sarebbe ancora di più ingolosito dall’idea di mettersi in proprio. «Che senso avrebbe portare in dote alla Lega di Salvini la sua forza personale?», è il ragionamento che circola tra i fedelissimi del generale. Molti dei quali sono disposti a sostenerlo anche se dovesse prendere la tessera della Lega.
A cominciare da Fusco. «Io sostengo e sosterrò Vannacci» dice a Domani l’ex senatore. Consapevole, in fondo, che il generale non vorrà arruolarsi definitivamente sotto le insegne salviniane. Ma sta lavorando alla propria armata politica.
Del resto la distanza con il vicepremier e leader leghista è tangibile: per commentare le indiscrezioni giornalistiche, secondo quanto riferisce il segretario stesso i due si sarebbero scambiati appena un messaggio. Un po’ poco, per parlare di un’ipotesi di scissione.
Ma al generale l’ambiguità fa comodo: coglie e sfrutta il malessere dei suoi seguaci risentiti nei confronti della Lega, ma poi ne ha bisogno per mettere a terra le sue idee. E pazienza la vicenda diventa un “mondo al contrario” in cui gli ex leghisti si mettono all’opera per cementare il successo di un eurodeputato della Lega, quale è a tutti gli effetti Vannacci.
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