Poco più di un mese. Tanto poco sembra durare la permanenza del generale Roberto Vannacci nella Lega di Matteo Salvini, che lo ha candidato da indipendente al parlamento europeo e lui ha restituito il favore portando in dote 563mila preferenze.

Sul blog dell’associazione culturale che fa riferimento a Vannacci circa un anno fa si legge che il comitato “Il mondo al contrario”, dal titolo del suo controverso libro best seller e fondato dall’ex commilitone Fabio Filomeni, «si appresta a divenire una realtà culturale ed anche politica». Cliccando sul tasto “tesseramento”, è possibile iscriversi.

In perfetto stile Vannacci, che ha aspettato fino all’ultimo per annunciare il suo sì alla Lega e prima di candidarsi si era sempre trincerato dietro un sibillino «vedremo», il suo staff ha però precisato che “Il mondo al contrario” «è un'associazione culturale. Non c'è nessuna intenzione da parte del generale di fondare un partito politico». In altre parole, l’addio alla Lega non è ancora formalmente maturato. Lo stesso generale, tuttavia, non si è mai sforzato di mascherare di essere affascinato dall’idea di un’esperienza in proprio e il fatto che l’associazione parli di «divenire realtà anche politica» suona quantomeno ambiguo.

La Lega

Tempi e modi non sono stati chiariti, ma la notizia non stupisce. Sin da quando Salvini ha annunciato la candidatura del generale, infatti, molti big della Lega critici rispetto all’innesto di Vannacci nelle liste elettorali avevano sollevato dubbi sul fatto che per lui il partito fosse solo un taxi con cui arrivare a Bruxelles e poi lanciare un proprio movimento. E così sembra essere.

Del resto, la candidatura del generale tra le file della Lega non ha mai preso i connotati di una adesione al partito. Politicamente, ha risposto più a una logica di scambio: al primo serviva un partito che lo candidasse, al segretario leghista Matteo Salvini occorreva invece un mister Preferenze che tamponasse il rischio di crollo elettorale. Una volta esaurite entrambe le esigenze, l’epilogo era annunciato. Tuttavia proprio questo imminente addio potrà diventare una delle armi dei suoi detrattori per criticare la segreteria di Matteo Salvini, che in autunno verrà messa in discussione al congresso.

Se Vannacci per ora non parla, il presidente del comitato Filomeni ha scelto un linguaggio criptico, scrivendo sul blog “Il corsaro della sera” che dal legame con Marco Belviso, ex Forza Nuova e Casa Pound, «è nato un progetto ambizioso. Chi deve sapere sa». In altre parole, l’intenzione del generale sarebbe quella di andare ad occupare uno spazio a destra con il suo movimento. Proprio come ha mostrato anche in campagna elettorale per le europee, quando si è divertito a richiamare slogan nostalgici come l’ormai famigerata X della Decima Mas e a rilanciare la terminologia fascista.

Coincidenza o mossa coordinata, proprio ieri Forza Nuova con Roberto Fiore ha proposto a Vannacci, originario di La Spezia, di «rompere gli indugi, lasciare la partitocrazia ed iniziare la battaglia per salvare la Liguria e l'Italia dal disastro economico e morale. Siate certi che, quando ci sono battaglie da fare, Forza Nuova è sempre presente», ha concluso offrendo al generale di candidarsi come frontman del movimento di estrema destra alle prossime regionali.

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