«Donald Trump, you’re fired!»: la gente del West sta già rivolgendo contro il presidente la sua battuta preferita. Il sabato 15 marzo hanno mandato una valanga di cartoline alla Casa Bianca per esprimere la loro rabbia e il loro disappunto.

Questa data è altamente simbolica, poiché in questo stesso giorno, nel 44 a.C., Giulio Cesare fu assassinato, rendendo le Idi di marzo un punto di svolta nella storia romana. Gli americani sono ben consapevoli che la posta in gioco è il futuro della loro Repubblica.

All’inizio del primo mandato Trump, le piccole città rurali del Montana erano attraversate da cortei di donne che indossavano cuffiette rose fatte a maglia da loro stesse, i famosi pussyhat, che d’allora in poi, sono diventati il simbolo della lotta per i diritti delle donne.

Oggi, decine di iniziative simboliche e diversissime stanno sorgendo in tutto il paese. Da tutte le parti e in tutti i modi, gli americani cercano di esprimere il loro disaccordo con la svolta tecno-fascista della copresidenza Trump-Musk.

Cortei e boicottaggi 

Nelle varie marce «Dump Trump» (Scaricate Trump) che attraversano le città degli Stati Uniti, l’aria che tira non è allegra e la protesta non è festiva. I manifestanti condividono un profondo senso di depressione e cercano di farsi coraggio. Sui cartelli si legge «No Kings» o «Trump è il pupazzo di Putin». Non ci sono canti, solo slogan scanditi con rabbia. «Eh-Eh, Oh-Oh, Trump e Musk devono andare via!»

Per Nancy « la situazione è orribile oltre ogni immaginazione». Segue con ansia le mosse dei magistrati che cercano di bloccare le deportazioni che vengono giustificate con una vecchia legge del 1798 sui nemici stranieri.

Secondo i giudici i termini “invasione” e “incursione predatoria” nella legge “si riferiscono solo ad atti ostili perpetrati da nazioni nemiche’’ e non all’immigrazione clandestina. Per contrastare l’effetto disastroso delle deportazioni, Nancy ripete per strada con tutti gli altri manifestanti: «Non abbiate paura. Gli stranieri sono i benvenuti qua!»

Michelle, insegnante in pensione, è preoccupata per la sua assicurazione sanitaria. A causa di Donald Trump, potrebbe dover vendere la sua casa per pagare le cure mediche. Quando ha tempo, lei e le sue amiche scrivono lettere ai direttori dei giornali locali per sensibilizzare i loro concittadini sulle questioni sociali. Non è molto di fronte al rullo compressore della propaganda di Fox News, ma è sempre meglio che non fare nulla. Ogni week-end si unisce alla manifestazione, e il 15 marzo ha mandato tutta una serie di cartoline a Washington per infamare il presidente.

All’appello di The People’s Union Usa, altri partecipano alla campagna di boicottaggi mirati per denunciare l’abbandono delle politiche di diversità, equità e inclusione da parte delle grandi imprese. Dal 7 al 14 marzo, hanno boicottato Amazon. Altri boicottaggi sono previsti contro Walmart, Nestlé e altri ancora contro il detestato Jeff Bezos, sperando che abbiano un impatto economico.

Inflazione e attacchi ai veterani

Dopo la pandemia, il tenore di vita dell’americano medio è stato gravemente colpito dall’aumento dei prezzi. Oggi iniziano a nutrire ulteriori timori per il loro potere d’acquisto. I più informati hanno capito chiaramente che l’aumento delle tariffe doganali per i Paesi stranieri si tradurrà in un aumento dei prezzi al consumo per loro, e denunciano la «trumpflation».

I recenti attacchi al Dipartimento degli Affari dei Veterani sono percepiti molto male. Dave si fa acido in proposito: «Questo è il modo in cui Trump tratta i nostri veterani... beh, li aveva già chiamati babbei e losers. Come hanno fatto a dargli il loro voto?». Molti giovani degli stati rurali prestano servizio nell’esercito, il che consente loro di finanziare gli studi. Nel West, il rispetto per i veterani fa parte della cultura locale e la gente gli saluta ogni giorno con un «thank you for your service!».

La proposta di legge attualmente discussa al Congresso imporrà un taglio del 22 per cento al bilancio del dipartimento, costando 81mila posti di lavoro nei servizi sanitari, riducendo di 30 milioni le visite ambulatoriali per i veterani, aumentando l’insicurezza alimentare per circa 1,3 milioni di loro, senza parlare degli arretrati di invalidità.

Un paese arrabbiato 

Oggi, le politiche distruttive di Donald Trump non sono più dirette solo contro gli immigrati, ma contro gli stessi americani.

Amanda, imprenditrice del settore immobiliare, è furiosa: «Beh, questa è solo un’altra pagina nella storia del presidente più corrotto che abbiamo mai avuto. Continua a sconcertarmi il fatto che molte persone pensino che il sole splenda dai suoi occhi. Non solo sta distruggendo la democrazia americana, il nostro posto nel mondo e la sicurezza della maggior parte del resto del mondo, ma continua a mettere nei guai molti dei nostri concittadini.

L’unica speranza che ho, è che tutte le persone che hanno votato per lui si rendano lentamente conto di ciò che il suo piano di distruzione dell’America sta facendo a loro personalmente. Non vedo l’ora che arrivino le elezioni di metà mandato. Anche se non ci sbarazzeremo di Trump, spero che si possa ribaltare il Congresso». 

Come lei tanti Americani prendono coscienza che a soffrire di questa svolta non sarà solo il loro paese, ma l’intero mondo libero.

Lo sconforto cresce anche fra i professori dei campus rurali. In uno degli stati più bianchi degli Stati Uniti, l’università pubblica è messa sotto inchiesta per presunta discriminazione razziale nei confronti di bianchi e asiatici, nell’ambito della campagna per porre fine ai programmi di diversità, equità e inclusione. Qui più che altrove, appare per quello che è: uno strumento per mettere in riga il personale dirigente e docente, ma la resistenza sindacale comincia ad organizzarsi malgrado la minaccia di tagli.

Il tour di Sanders e AOC

A Denver si attende con ansia l’arrivo di Bernie Sanders a fine mese. L’incomprensione e la rabbia stanno aumentando tra gli attivisti di base del partito democratico. Non capiscono il silenzio, l’assenza di reazione dei loro leader.

Subito dopo l’investitura di Trump, Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez hanno lanciato un barnstorming tour tenendo comizi nell’America dei lavoratori per chiamare alla resistenza contro l’oligarchia, attirando grandi folle a ciascuna tapa. Nelle ultime settimane hanno visitato il Wisconsin e il Michigan, in particolare tenendo comizi nelle circoscrizione in bilico. Tra poco saranno nel West.

Messaggio di Sanders su X agli Stati del West : https://x.com/BernieSanders/status/1900604934590009689

In ognuna delle sue tappe, Sanders si è posizionato come leader della resistenza anti-Trump all’interno di un partito che rimane diviso su come rispondere al nuovo governo.

Esprimere adesso la propria opinione conta per rivitalizzare la democrazia, ma le forme di resistenza più decisive si manifestano oggi sotto forma di azioni legali. Per questo la mobilitazione dei magistrati è cruciale. Di fronte ad un governo che cerca di minare la democrazia americana in tutti modi, i giudici hanno un ruolo importantissimo.

Alcuni stanno cercando di ostacolare le misure più disumane della nuova amministrazione, mettendo in guardia dai danni che subirà la repubblica, se il presidente continuerà a governare come se fosse un “re”.

© Riproduzione riservata